I was alredy missing,
Before the night I left
Just me and your shadow
And all of my regrets
Who am I? Who am I?
And I don't know myself
Who am I? Who am I?
Invisible.Chiusi lo sportello in metallo, leccato di blu del mio armadietto, poggiandoci la fronte sopra.
Non avevo intenzione di partecipare alla lezione di Shulgam, l'insegnante di letteratura inglese.
Non ne avevo proprio voglia.
Il suono della campanella mi fece spostare dal ferro freddo.
Tutti gli studenti della Liberty High School si incamminarono nelle proprie classi, mentre chiacchieravano con i propri compagni.
Rimasi ferma a guardarmi intorno, prima di iniziare a compiere dei passi frettolosi.
Non mi stavo dirigendo nella mia aula.
Il mio obbiettivo era all'ultimo piano di quell'istituto, dove vi erano classi vecchie e non utilizzate a scopi scolastici, da tempo oramai.
Erano tutte chiuse a chiave, tranne una.
Al suo interno c'erano ancora i banchi, le sedie, una cattedra e la lavagna.
Non era niente male come posto per stare da soli, saltando le lezioni senza essere beccati. D'altronde, nessuno sarebbe venuto a cercarti in un posto dimenticato da Dio, come quello.
Dopo svariate rampe di scale, giunsi alla mia destinazione.
Presi un grande respiro, prima di percorrere il corridoio vuoto con un po' più di calma e lentezza di poco prima.
Quando mi ritrovai davanti alla porta della stanza, afferrai la maniglia in ottone e la abbassai, spingendola.
Un ragazzo era comodamente seduto sulla cattedra, con le lunghe gambe che penzolavano, mentre fumava una sigaretta.
I capelli biondi tirati su con del gel, le labbra carnose e rosee perforate da un anellino nero, il naso all'insù, la carnagione chiara e gli occhi di un colore glaciale, leggermente schiusi.
Io sapevo chi fosse.
Tutti lo sapevano.
Chi non poteva conoscere Luke Hemmings?
«Cos'hai da guardare, bionda?» domandò con disprezzo.
E solo all'udire della sua voce roca, mi resi conto di essere ancora sull'uscio dell'aula, immobile, a contemplarlo.
«Io...» iniziai, ma non sapevo cosa dire. Le parole mi morirono in gola, mentre le guance si tinsero di rosso.
Io suoi occhi azzurri, tanto simili ai miei, mi scrutavano con freddezza e insufficienza.
Abbassai lo sguardo, afferrando tra i denti bianchi il labbro inferiore.
Il biondo borbottò qualcosa di incomprensibile, prima di aspirare un po' di nicotina, ritornando a guardare fuori dalla finestra.
Ormai, non posso andarmene.
Pensai.
Se tornassi sotto, rischierei di farmi beccare da qualcuno.
Non potevo farlo.
Chi avrebbe sentito mio padre?I miei anfibi, un po' logorati dal tempo, calpestarono con indecisione il pavimento sporco e impolverato, avviandosi ad un banco al fondo dell'aula a sinistra, dalla parte della finestra.
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The Perfect Boyfriend || Luke Hemmings
Fiksi RemajaImmagina il ragazzo dei tuoi sogni. Fatto? Bene Adesso immagina di ritrovartelo davanti. Cosa faresti?