Capitolo 5.

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2 Gennaio 2008.

"Perché sto venendo con te?" Ho gli occhi chiusi mentre Hey Jude è alla radio. Com'è che con questo
ragazzo è impossibile ascoltare musica di persone ancora vive e vegete e possibilmente sotto i
trent'anni?
"Zayn ci ha invitato a casa sua per una cena." Esclama e lo vedo nonostante le palpebre chiuse attaccato alla sigaretta con gli occhi attenti sulla strada e le labbra veloci a muoversi sul testo della canzone. "E fanculo, riccio. Me lo hai chiesto mille volte."
"Falso." Ribatto divertito. "Solo un centinaio." Apro gli occhi e lo vedo sorridente come l'avevo immaginato. "E poi scusami se mi domando cosa centri io."
"Coglione." Mi apostrofa teneramente. "Tu centri sempre."
"Stanotte farete sesso, vero?" Chiedo mentre i Queen iniziano ad intonare le prime parole di Bohemian Rhapsody. Un anno che sopporto questi due che amoreggiano in modo oltremodo sfacciato, un anno che mi tengono comunque nella loro vita come se fossi parte fondamentale della coppia, un anno di questo amore che all'inizio sembrava quasi soffocarmi e che adesso riesce a cullarmi.
"Sicuramente si." Risponde pacato, senza togliere lo sguardo dalla strada, ma sorridendo forte, come solo lui sa fare.
"Potete far piano?" Domando speranzoso poggiandogli una mano sul braccio e guardandolo , cercando di fargli pena. "Torno a Doncaster a piedi sennò."
"Sai che ho bisogno di te per domani." Fa troppo serio e le nocche gli diventano quasi bianche per quanto stringe il manubrio. "E poi il secondo è il nostro, no?"
"Si." Rispondo sorridente e non riesco a ricordare un secondo di gennaio senza Louis. Perchè il primo è difficile da passare insieme, fra parenti, indigestioni varie e mamme apprensive. Ma il 2 gennaio è da sempre il nostro. Quando lo passavamo nella sua stanza a vedere dei film con cioccolata calda e marshmallow, quando andavamo sulla terrazza di casa mia a fumare di nascosto e a guardare le stelle, e quando infine abbiamo iniziato ad andare alle prime feste, i primi cicchetti...L'anno scorso ho vomitato perfino l'anima, e Lou non ha lasciato la mia fronte nemmeno per un secondo, continuando a ripetermi che sarebbe andato tutto bene e che è sempre meglio fuori che dentro.
Il secondo dell'anno è insieme.
E anche quest'anno, abbiamo trascorso la giornata insieme. Abbiamo dormito da lui fatto colazione all'ora di pranzo, guardato il Grinch e parlato fino alla nausea mentre lui fumava decine di sigarette seduto sul davanzale della sua camera. E ora stiamo andando da Zayn, a Norton nel suo cazzo di appartamento. Domani è un giorno importante, andremo a Londra da un fotografo che secondo Louis potrebbe innalzarlo alla gloria o affondarlo nella merda, sua testuali parole, e abbiamo bisogno della macchina di Zayn, perchè quella di Louis non potrebbe mai percorrere tanti chilometri.
"Andrà tutto bene e sia io che Zayn ti staremo accanto." Faccio accarezzandogli il braccio con fare dolce.
"Se mi dovesse dire che non sono abbastanza bello?" E mi verrebbe quasi da ridere se non fosse che per lui questo è qualcosa di serio. Lui ha paura davvero di non essere abbastanza bello, magro o qualsiasi altra cosa posso essere fuori dal suo livello, secondo le sue previsioni. Non capacitandosi del fatto che potrebbe tutto.
"Domani sarà un successone." Stringo più forte per fargli sentire la mia presenza. "Fidati di me."
"Hazza..." Mi guarda per un momento solo, riesco finalmente a guardare il suo azzurro specchiarsi nei miei occhi, e mi sento felice. Perchè con lui è tutto così dannatamente facile, con il colore dei suoi capelli che mi ricorda casa, con l'acqua calda che sono i suoi occhi, con il suo sorriso che si fa spazio dentro di me, uno spazio sempre più grande, come una cicatrice permanente che non ti stancherai mai di guardare. "Resta." E non mi è ancora chiaro il perché ma sento questo momento fissarsi proprio lì, fra una costola e l'altra, fra una parola detta e una taciuta, fra il cuore e l'anima. Sento questo momento urlare per sempre.

29 aprile 2008.

"Hazza..." Spalanco la porta di camera mia e Louis è gia fra le mie braccia.
"Che succede Lou?" Domando preoccupato accarezzandogli lentamente la schiena coperta da un giubbottino di jeans e da una magliettina leggera. Sta singhiozzando, starà forse piangendo? Sono anni che non vedo Louis piangere, e quando è successo per lui è stato un momento imbarazzante, quasi da dimenticare. E se adesso lo stesse facendo così tranquillamente ci sarebbe qualcosa di grave. Zayn? Le gemelle? Fizzie o Lottie? Jay? Zayn?
Non riesco ad allontanare il pensiero che in tutto questo centri il moro, non perché non lo ami, o non lo renda felice, ma perchè indelebili sono le parole che mi ha detto poco tempo fa, quei sorrisi leggeri che ci dedica quando ci vede abbracciati o quando Louis fa il coglione con me.
Lo ami, stanne certo. Voglio solo capire come sia possibile convivere con una cosa del genere senza diventare matti. Goditela finché dura.
Mi rimbomba ancora tutto in testa se ci penso e mi pulsano le tempie al pensiero che possa aver fatto del male al mio Louis per un motivo così futile, la gelosia non è così pericolosa, vero?
No, Zayn non può averlo fatto, non ha fatto soffrire questo ragazzo, non può centrare nulla, probabilmente lo ama troppo, probabilmente non permetterebbe mai al blu di Louis di sciogliersi in un mare di lacrime.
Lui lo ama.
"Louis parla!" Dico rafforzando la stretta intorno alle sue braccia nude.
"Non ci posso credere.." Fa ancora strusciando la faccia contro il mio petto ed io gli alzo il volto da sotto il mento e vedo gli occhi lucidi ed enormi. Anche se un faro li avesse illuminati, anche se il miglior professionista si impegnasse per notti intere con photoshop su gli occhi di qualcun'altro... nulla arriverebbe mai agli occhi di Louis in questo momento. È gioia.
Vita.
È il più bel sorriso, il più bel paio d'occhi, il più bel infinito che abbia mai visto nell'anima di qualcuno.
"Cosa Lou?" Chiedo sorpreso e leggermente spaesato. "Tu sei felice?"
"E ne sei deluso brutta puttanella russa?" Mi fa con le braccia intorno al mio collo, tirandomi i capelli. Sorride ancora. Bello. Luminoso. Quasi fastidioso. Come il sole che non può' essere guardato troppo a lungo. "E mi spieghi precisamente quando sei diventato alto quanto me?"
"Voglio capire cosa succede!" Ribatto completamente in pallone. Singhiozza, poi balbetta e mi stringe forte. E adesso ride, mi prende a parolacce e anche per il culo. Questo ragazzo è più lunatico di una ragazzina con il ciclo.
"Sono su questo fottuto giornale!" Urla saltellando per la stanza dopo aver uscito dallo zainetto un giornalino che dovrebbe riferirsi in qualche maniera alla moda. "Ma non era solo un book fotografico?" Il fotografo era stato subito d'accordo nel dire che Louis avesse tutti i requisiti giusti e che era impossibile da concepire l'idea che quel bel visino non avesse delle foto meravigliose. Ma finire su un giornare è diverso no? La mia ignoranza in questo campo mi spaventa.
"Il fotografo, Liam, è amico di Zayn e ha molte, molte conoscenze..." Si accende una sigaretta e si siede a gambe incrociate sulla mia scrivania.
"Non è una rivista di moda, ed è stato solo uno scatto casuale, non ero nemmeno in posa, ma ci sono!" Mi butta il giornalino contro e prima di vederlo mi lascio confondere dal titolo dell'articolo che parla di una qualche inaugurazione ma alla fine lo vedo, è all'uscita di un teatro in stile moderno con una gamba appoggiata al muro sducciolato, l'altra a fare da supporto, la testa bassa ma lo sguardo puntato dritto verso la fotocamera.
E solo in questo momento capisco che Louis è nato per fare questo, Louis è nato per posare, perché ha da sempre avuto quell'atteggiamento quasi austero quando vuole, perché sa guardarti dalla testa ai piedi e farti venire voglia di correre a nasconderti per tutto la vita, perché nonostante i suoi sorrisi, i suoi occhi grandi, e le sue troppe parole, si porta dietro un alone di distacco naturale, che sai, non riuscirai mai a superare.
"Sei bellissimo." Mi scappa. E vorrei dire tante altre cose, ma metto a freno la lingua, è bello, ha trovato il suo posto nel mondo, andrà via da me. Da noi. "E quindi? Adesso quando si parte per la settimana della moda?"
"Stupido riccio." Tira forte e guarda fuori dalla finestra, Gemma che saluta le sue amiche con tre baci sulle guance, poi si sistema i capelli lentamente, lasciandoli dietro le orecchie come se fosse appena uscita da qualche film anni ottanta. "La strada è lunghissima ancora, ma Zayn crede in me, e mi aiuterà." Ingoio a vuoto saliva e parole, forse anche qualche lacrima, Zayn lo aiuterà, io non potrò fare nulla, perché sono ancora uno stupido ragazzino di periferia che è stato a Londra solo tre volte, il moro invece è un ragazzo di mondo, il moro cambia lavoro ogni settimana e sa fare praticamente tutto, anche i tatuaggi, il moro ci ha portato a Londra con la sua Range Rover, che è la mia macchina dei sogni, il moro lo ama.
Io invece gli voglio solo bene, giusto?
"Ce la farai." Borbotto quasi sottoshock. Andrà via da me, se dovesse diventare famoso, e lo farà, si dimenticherà di me, delle nostre partite a Fifa, delle torte che cucina con tanta passione e che poi divoriamo insieme, dimenticherà ogni mia piccola mania, ogni mia piccola abitudine. Mi dimenticherà.
"Perderò alcuni giorni di scuola d'ora in poi..." Fa lasciando fuoriuscire il fumo dalle labbra strette. "È tutto un casino, più di quanto pensassi."
"Farai il culo a tutti." Dico convinto, e non fingo. Ne sono certo, Louis conquisterà il mondo con i suoi modi gentili e gli occhi di ghiaggio. E non importerà se per farlo dovesse dimenticarsi di me, perché per quanto la sola idea di averlo lontano mi dia il volta stomaco, mi importa solo della sua felicità, ed io non sono nessuno per intromettermi fra lui ed il suo sogno più grande. "Arriverai in capo al mondo."
"Rimani con me..." Il cuore prende la rincorsa, avrà tutto e mi vuole comunque al suo fianco, ha tutto e non mi ha lasciato mai la mano, mi vengono i brividi per quanto sono felice e non mi è ancora chiaro il perché ma sento questo momento fissarsi proprio lì, fra una costola e l'altra, fra una parola detta e una taciuta, fra il cuore e l'anima. Sento questo questo momento urlare per sempre.
"Lo sai che ho paura delle altezze."


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