Capitolo 8.

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Doncaster, 2 Gennaio 2011

"Stai facendo sul serio?" Sono steso a pancia in su sotto il nostro albero, con il parka che mi fa da coperta e le nuvole che anche attraverso gli occhi chiusi riescono a trasmettermi serenità. Qui, con il cielo sempre grigio di Doncaster, io e Louis siamo i bambini che dividevano le caramelle di Halloween, niente di più. Perché nonostante il freddo gelido che mi sferza il viso, nonostante l’erba bagnata sotto di noi, è il nostro giorno, e Louis c’è. Inaspettatamente, insolitamente, ma Louis è con me. "Non puoi sul serio dire che George sia brutto." Non guardo in faccia il mio amico, perchè i miei occhi tradirebbero un'emozione che non dovrei provare. Sono contento che Louis continui a parlar male di George da quando è arrivato ieri sera, perchè sembra quasi che gli importi, che gli importi sotto quel punto di vista. Con il maglione nero, i jeans scuri e il cappellino con la visiera all' indietro, con un'espressione indecifrabile in viso e gli occhi color del cielo d'agosto impenetrabili, può quasi sembrare che non lo sopporti ed io fantastico sul perchè di questo odio. Lui non è mio, ma io lo amo comunque. Dovrei sentirmi in colpa per questo? Pensare che non sia normale? Che non sia giusto innamorarsi del proprio migliore amico? Non ce la faccio, amarlo per me è un atto di forza. Amarlo nonostante lui sia di un altro, nonostante centinaia di persone lo bramino, nonostante lui non possa mettermi davvero al primo posto. Non è del mio viso che si ricorda quando deve sorridere per un servizio fotografico, non è a me che pensa prima di dormire.
"Brutto no.." Nella sua voce c'è qualcosa che non riesco a riconoscere, quel qualcosa che mi riscalda il petto però. "Ma insipido, una figura di poco conto."
"È un armadio, è impossibile non notarlo." Sbuffo io mettendomi seduto prendendo un goccio di birra. "Occhi scuri, capelli mossi, muscoloso, chiunque lo guarda per strada." Rincaro la dose più del dovuto accompagnando la frase con un sospiro di ammirazione, non che George sia brutto ragazzo, ma diciamo che ho davanti a me qualcosa che mi piace molto di più. Anche se George è il mio quasi ragazzo e nonostante gli attimi con lui siano divertenti e entusiasmanti, Louis...
"Io sono un esteta, sarà per questo che non mi volto a guardarlo." Espira forte attraverso le labbra socchiuse con una nota di risentimento nella voce. "E ha qualcosa di sbagliato nella faccia, oltre le orecchie da elfo forse ha gli occhi troppo distanti fra loro." Scoppio a ridere e lui si lascia sfuggire un mezzo sorrisetto, che vedo attraverso il collo verde della bottiglia.
"Tu sei un bugiardo." Ed il mio cuore si riempie di gioia quando associo il suo fastidio nei confronti di George alla gelosia. Perchè è geloso? Perchè ne sono contento? Perchè sorrido come un ebete? E' dal primo giorno che ci ha visto che continua a fare domande e a pretendere risposte che mi fanno bruciare le orecchie per quanto imbarazzanti, ma io continuo a ridere della sua cattiveria velata nei confronti di George, solo perché ci leggo altro, qualcosa su cui non dovrei fantasticare.
"No." Ribatte convinto. Guardandosi per un attimo le mani e poi tirando via da dietro all'orecchio l'ennesima sigaretta.
"È più bello perfino di Zayn." Lui mi guarda, spalanca gli occhi e continua a negare con cenni sempre più forti della testa. Più bello di Zayn forse, più bello di me sicuramente, ma più bello di Louis... non potrei mai dirlo. Se me lo chiedesse saprei difendere George? Potrei mai dire che è più bello del ragazzo di cui sono innamorato? Le mie doti recitative arriverebbero a tanto?
"Stai scherzando, vero?" Mi punta un dito contro e ingoia saliva a vuoto, scuotendo ancora la testa. I capelli stanno inesorabilmente crescendo e proprio lui che fino ad un mese fa era fissato con un taglio ordinato e sempre perfetto adesso li sta facendo crescere in modo selvaggio: gli porta comunque indietro, ma le punte ingelatinate fuoriescono dal cappellino e gli conferiscono un’aria più matura.  "È l'amore a farti parlare."  Accompagna il tutto lasciando uscire il fumo dal naso come un toro sul punto di attaccare.
Ah. Innamorato di George.
"Non sono innamorato di lui." Butto fuori a fatica cercando di non far intendere di chi sia innamorato in realtà, anzi cercando di considerare l’amore qualcosa di altamente lontano, e non di così vicino da spaccarmi il cuore. "Te l’avrei detto."
"Oh si." Precisa alzando un sopracciglio. "Come mi hai detto quando ti sei accorto che ti piacevano i piselli."
"Ma..." Cerco una giustificazione almeno sufficientemente valida e lui mi guarda con fare scettico, aspettandosi una risposta convincente. "Non volevo parlartene tramite skype e poi non sapevo cosa dirti.."
"Avevi forse paura che mi facessi schifo?" Ghigna divertito e riprende. “Avresti potuto semplicemente dire Ehi faccia di cazzo sono un finocchio.”
"Scusami." Faccio passandomi una mano fra i capelli e mordendomi il labbro inferiore. "Volevo parlartene davvero." Ed è così, solo non avrei saputo trovare le parole giuste per dirgli che mi piacevano gli uomini forse, senza fargli capire che in realtà, sopra ogni cosa, amavo lui, amo lui.
"Voglio solo che tu ti fida di me." Mi fa segno di avvicinarmi e mi avvolge in uno dei suoi abbracci da orso. L'odore di lavanda e la nicotina si fanno spazio velocemente nei miei polmoni.
"LouLou io mi fido di te." Fin troppo, con il corpo, l'anima e il cuore.
Mi fido così tanto di te che nonostante sappia che presto scaglierai il mio cuore giù da un dirupo, ti sono accanto.
Mi vedi?
Sono qui.
Nonostante ti ami, e tu abbia scelto un altro.
Nonostante tu viva con lui nella città che doveva essere nostra.
Nonostante ti abbia baciato e tu hai finto di non ricordare niente.
E' questo il problema della fiducia, una volta data non riesci più a riprendertela, come potrei non fidarmi di te? Dei tuoi occhi?
Andrei contronatura.
Tu sei casa mia.
"Ma non mi dici che hai fatto sesso con Greg.." Dice tirandomi i capelli più corti e emettendo un suono di fastidio. Il fatto che gli abbia spuntati non gli è andato propriamente giù. Tutti mi dicono che sembri più grande e meno bambino sperduto, ma lui non è convinto. Gli mancano i ricci. "Che poi Greg che cazzo di nomignolo."
"Louis..." Faccio per rimproverlarlo rilassandomi però sotto il suo tocco. "Io e George non abbiamo fatto sesso." Affermo deciso ma poi spalanco gli occhi ed il suo viso è così vicino da farmi perdere ogni contatto con la ragione, e mi avvicino tanto, così tanto da far collidere i nostri nasi, ma per fortuna per una sola volta, riesco a fermarmi e devio verso il suo orecchio. "Tu sei solo geloso da far schifo." Sussurro debolmente rendendomi conto solo adesso di aver trattenuto il respiro fino a questo momento. Nonostante ci sia solo io in questa strana relazione io riesco a sentire ancora la magia.
"Si." Risponde assolutamente pacifico, facendomi accomodare sul suo collo caldo e lasciando delle scie bollenti sul mio collo con le sue dita lunghe. E non mi è ancora chiaro il perché ma sento questo momento fissarsi proprio lì, fra una costola e l’altra, fra una parola detta e una taciuta, fra il cuore e l’anima. Sento questo momento urlare per sempre.
"E se fa soffrire il mio bambino giuro che glielo taglio quel pisello microscopico che si ritrova." Sorrido forte sperando che non se ne accorga, anche se le mie labbra si tendono contro la sua pelle ed il mio cuore inizia a correre sotto le sue mani, perchè è geloso marcio. E non ha paura di dimostrarmelo, è geloso di George perché pensa che possa rubargli il suo posto da migliore amico, da presenza fissa, da figura onnipresente, solo che non immagina neanche lontanamente di essere il ladro e non la vittima, perchè è stato lui a rubare a George un posto che lui credeva suo o che almeno tentava di conquistare: il mio cuore.



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