Tutta Irmengard sfilava in silenzio davanti alla bara in cristallo e oro di Re Sirius. Alcuni lo omaggiavano con dei fiori, altri semplicemente lo salutavano per l'ultima volta coscienti del fatto che la storia non è mai facile da scrivere e che, per quanto saggio possa essere un uomo, è praticamente impossibile non commettere errori.
Solo sotto il porticato, lontano dalla folla, Alexander II piangeva la morte del Re e allo stesso tempo la sua. Non capita molto spesso che due vite siano così legate come lo erano le loro. Il giovane non poteva fare a meno di amare il padre essendo pienamente consapevole che, malgrado la sorte avversa, se gli era stato concesso di raggiungere i vent'anni di età era solo grazie a quell'uomo che aveva saputo rinunciare alle glorie tipiche della vita di un Re per accontentarsi invece di un'esistenza fatta di segregata prudenza, conscio di portare sulle proprie spalle il peso di due vite. Non è facile vivere per due, se vita si può considerare quel lasso di tempo che termina con l'atrocità di morire trascinandosi nel gorgo anche un figlio.
Era proprio questo che pensava Sirius ogni volta che guardava negli occhi di Alexander, pensava alla crudeltà della vita, a quanto fosse ingiusto dover morire due volte. Esattamente come non si stancava mai di ripetere la Regina "dietro al Re si nasconde un uomo, un uomo che ha commesso degli errori cercando di proteggere la propria gente ma che allo stesso tempo sa amare e non si risparmia di farlo." Ed è proprio per questo che nei suoi ultimi istanti, nel momento esatto in cui riusciva a sentire la vita fuggire, comandò ad una delle sue guardie di scrivere per lui un messaggio ai figli:
"Attilius, quarantaduesimo Re della Terza Terra. Il fardello che ti lascio con la mia scomparsa non è più leggero della morte stessa. Amerai, odierai e impazzirai per il tuo popolo, per la tua corona, per tutti quegli occhi che supplichevoli fisseranno i tuoi.
Commetterai errori e vincerai guerre, crollerai e ti rialzerai più forte di prima. Onora la nostra famiglia, fai che il nome dei Behemont risuoni nelle vallate come il rombo del tuono, qualsiasi cosa accada fa di tutto per rendere la tua vita memorabile. Sii severo ma giusto, implacabile ma saggio, ama la vita e rispettala perché è l'unico modo che ti viene concesso per restare immortale nella storia che scriverai. Io nel mio piccolo, se mi sarà concesso, ti guiderò."
"Alexander, vita della mia vita, sangue del mio sangue. Vorrei tu riuscissi a sentire come il pensiero di te mi fa mille volte più male della morte stessa. Avrei voluto poterti regalare di più di quello che ti ho dato, avrei voluto saperti al sicuro e padrone della tua vita proprio come, a mio tempo, lo fui io. Ma ora il tuo popolo ha bisogno di te, ne ha bisogno come non mai, ne ha bisogno di più di quanto ne potrà mai avere di un qualsiasi Re. Tu sei il Predestinato, sei colui che salverà l'umanità dai suoi errori, migliaia di bambini nasceranno in tuo onore e porteranno il tuo nome, un'infinita di istanti avranno te come unica fonte di salvezza. Non riesco a trovare il coraggio di scriverti altro se non un sincero "perdonami". Guardami figlio mio... son ridotto al fantasma dell'uomo che ero, non mi è più concesso indugiare ma, prima di andarmene, voglio che tu sappia che se mi fosse stato concesso di donare tutti i miei giorni a qualcuno senza dubbio io li avrei dati a te."
Non appena anche l'ultimo millimetro di inchiostro venne depositato sulla pergamena gli occhi dell'uomo si chiusero al mondo.
Mentre la folla si strattonava irruenta per dare l'ultimo saluto ad un Re che aveva saputo come farsi ricordare dal suo popolo, nella sua stanza, lontano da occhi indiscreti Attilius provava la corona in impaziente attesa del giorno in cui sarebbe stato proclamato sovrano della Terza Terra. Il mantello Regale gli cadeva addosso alla perfezione al punto che sembrava fosse stato tessuto appositamente per lui. Le gemme che lo impreziosivano conferivano al giovane un'aria di distaccata superiorità. Un sorriso di soddisfazione apparve orribile sul suo volto quando riuscì a intravedere la sua immagine riflessa nell'enorme specchio di legno intarsiato della sua camera. Gli occhi brillarono più lucenti dei diamanti incastonati nella corona, quello era lo sguardo di chi stava aspettando quel momento da tutta una vita, il momento di essere Re e allo stesso tempo il momento di seppellire chi non era destinato ad esserlo.
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Crown of Slivers ( Concorso Fantasy di AShootingStarISee )
Fantasy" Credo davvero che alla fine del viaggio non abbia più molto senso continuare a sperare, è tutta qui la mia vita. Guardami oh Madre... Sono io, tuo figlio, il secondogenito della famiglia Behemont reggente della Terza Terra. Sono colui che non sarà...