05. Febbre o mal d'amore?

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Era un nuovo giorno, io avevo ormai chiarito con Ron, al contrario di Hermione,
il massimo delle loro interazioni era scambiarsi occhiate imbarazzate, chissà, forse dopo la nostra chiacchierata lui ha rivalutato i suoi sentimenti per Hermione, mi aveva giurato di non essere più cotto di me, ed io cercavo ancora di ammettere del tutto a me stessa cosa provavo davvero...

Ero sulla poltrona della sala comune, davanti al fuoco, quando ad un certo punto sentii due ragazze dietro di me parlare di Draco.

X: ma non sai com'è ridotto, quella ragazza non sa nemmeno che lo fa star così male, incredibile, non lo avrei mai detto

XX: ma non si sa chi è?

chiese la seconda ragazza

X: no, non lo vuole dire ovviamente, è la prima volta che vedo Draco ridursi così per amore, non è da lui essere così debole.

rispose la prima ragazza con un tono altezzoso

*Draco innamorato? ma che storia è mai questa?*

Mi rattristii a ripensare a lui, non so come ne perché, ma in un certo senso mi mancava...il suo modo di chiamarmi Claire, e il fatto che potesse farlo solo lui, il modo in cui abbassa lo sguardo,la sua voce, i suoi bellissimi occhi, i suoi capelli biondi, le sue labbra, il modo in cui agita la bacchetta, la sua solita smorfia quando tutti acclamano Harry e non lui, il modo in cui scrive, il suo profumo, e...

*Dio mio Claire, ti piace fin troppo Malfoy oramai...*

Clarissa: ragazze ma cos'è questa storia di Malfoy?

Dissi alzandomi e girandomi verso di loro

X: hai sentito, è ridotto uno straccio, sembra sia in infermeria ora, pare abbia la febbre...

Non la feci neanche finire di parlare che corsi in infermeria.

Arrivai davanti al portone dell'infermeria, stavo per entrare quando vidi Draco parlare con Joshua, il prefetto dei Serpeverde, e mi nascosi veloce dietro ad un muro

Draco: ...ma ti pare? Sto disonorando la mia casa, la mia famiglia, tutto

Joshua: e per cosa? Per esserti innamorato? cos'è, noi Serpi non possiamo avere una vita sentimentale? è ridicolo

disse Joshua ridendo

Draco: no, perché mi stò facendo vedere debole agli occhi di tutti, e lo sai bene quanto me che i Serpeverde sono tutto fuor che deboli.

rispose Draco con sguardo serio guardando Joshua

Joshua: Draco non farla così tragica, insomma, va da lei e dille che l'ami, fine.

Draco: la fai facile tu, prima l'unico modo per parlare era litigare, non che mi piacesse, ma almeno sentivo la sua voce, e ora non facciamo neanche più quello, zero interazioni sociali, zero contatti

Sospirò, poggiando il suo braccio sopra la sua fronte, fissando il soffitto e continuando...

Draco: penso sempre a lei, al modo in cui sorride, al suo profumo di vaniglia, al modo in cui si arrabbia quando offendono i suoi amici, o quando la chiamavo Claire, ai suoi occhi, a come si illuminano quando qualche professore si congratula con lei, o quando le esce bene una pozione, al modo in cui vola, in cui gioca a quidditch, il suono della sua voce, quanto mi manca sentirla pronunciare il mio nome...

Joshua: amico, hai gli occhi sognanti, sei cotto, o le parli tu o lo faccio io eh

disse prendendolo in giro

Draco: cosa cambierebbe? Lei mi odia.

*Draco è innamorato, di me per giunta, e pensa che io lo odi, bhe lo pensavo anche io prima, ok ora o mai più.*

Entrai e si girarono verso di me entrambi

Joshua: io vado, mi aspetta la riunione dei prefetti, ciao Draco.

Disse lui rigirandosi verso Draco, salutandolo per poi venire verso di me e uscire

Joshua: Maxwell.

Clarissa: Martin.

ci salutammo scambiandoci uno sguardo

Clarissa: Hey Malfoy!

dissi io avvicinandomi al letto di Draco

Draco: ...Claire!

Clarissa: senti io volevo scusarmi, per tutti questi anni non abbiamo fatto altro che litigare, quando avremmo dovuto aiutarci e non farci la guerra...

Draco: si, anche io la penso così, che dici? ricominciamo da capo?

Disse sedendosi e porgendomi la mano che io afferrai subito sorridendo

Clarissa: piacere, Clarissa Maxwell, ma puoi chiamarmi Claire.

Dissi sempre sorridendo, e lui fece lo stesso

Draco: piacere mio, mi chiamo Draco...Draco Malfoy

Passò un'ora e io intanto mi ero stesa su quel lettino minuscolo dell'infermeria accanto a lui

Clarissa: ...e poi tu eri un undicenne arrogante.

Affermai io ridendo, e lui di tutta risposta, ridendo con me...

Draco: disse la ragazzina che assomigliava ad un dissennatore.

Clarissa: non è colpa mia se avevo bisogno di un parrucchiere.

E scoppiammo di nuovo a ridere insieme, per poi girarci l'uno verso l'altro, trovandoci faccia a faccia, molto vicini, molto vicini ad un bacio, si avvicinò e...

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