Traccia 1

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L'Hogwarts Express sta per partire. Sento l'adrenalina scorrere nelle vene: voglio vedere la scuola dove mio padre e mia madre sono stati per otto lunghi anni. Il treno sbuffa e sferraglia e vedo grandi nuvole di fumo nero volteggiare nel cielo azzurro.

Il sole sta tramontando e il cielo diventa sempre più scuro. Il carrello con i dolci è già passato ed io ho comprato tutto e ho diviso i dolciumi con Lily e James. Tra un pò dovremmo arrivare. Già si può scorgere un'imponente roccaforte in lontananza.

Sento lo stridere dei freni e il cigolio delle ruote sui binari di metallo. La voce di Hagrid risuona forte e chiara nella nebbia di fine estate.

-I ragazzi del primo anno vengono di qua co' me- dice col suo vocione, usando una grammatica non proprio corretta.

Papà mi ha raccontato del suo arrivo ad Hogwarts, di come si è sentito finalmente a casa ma mai mi ero aspettato una cosa simile. Un grande e maestoso castello è posizionato sopra una collina.

Hagrid ci porta a fare il giro in barca sul lago di cui mio padre mi aveva parlato. Dopo poco arriviamo a scuola e varchiamo i grandi portoni.

Guardo le facce degli altri bambini e mi accorgo che sono spaesati e intimoriti mentre io mi sento felice e, allo stesso tempo, timoroso di fare qualcosa di sbagliato.

-Entri il Cappello Parlante- dice una professoressa anziana con un cappello a punta. Credo che sia la professoressa McGonall, papà mi ha parlato molto di lei e di come lo ha aiutato nei suoi anni ad Hogwarts.
Un professore entra portando uno sgabello con sopra un cappello dall'aria vecchia e consunta.
-Adesso io vi chiamerò e voi vi farete avanti, vi metterete il cappello ed andrete nel tavolo della casa in cui vi assegnerà.- dice con tono autoritario la McGonall.
-Malfoy, Scorpius- il ragazzo si fa avanti e si poggia con paura il cappello in testa. Subito il cappello emette la sua sentenza e Malfoy viene assegnato a Serpeverde. Ho paura di capitare in Serpeverde ma papà mi ha spiegato che non devo temere quella casa e che il mio secondo nome, Severus, apparteneva ad un grande Serpeverde.
-Potter, Albus Severus- dice la professoressa e mi sembra di cogliere uno scintillio di nostalgia nei suoi occhi. Mi faccio avanti e, con mani tremanti, afferro il cappello sudicio e me lo appoggio sulla testa.
-Un altro Potter. Bene, bene. Potresti andare in Corvonero ma saresti un grande Serpeverde. E il tuo coraggio... un valido Grifondoro direi. Bè, non staresti male neanche in Tassorosso...-
Con esitazione seguo il consiglio di mio padre e dico al cappello dove vorrei andare.
-Io vorrei essere assegnato a Grifondoro, come mio padre e i miei fratelli.-
-Allora- dice il cappello -Grifondoro-
Con un grande sorriso mi dirigo tra i Grifondoro e mi siedo con i miei nuovi compagni.

Dopo un abbondante banchetto andiamo a letto. I prefetti ci guidano tra i corridoi e arrivati a un ritratto ci fermiamo.
-Dovete dire alla Signora Grassa la parola d'ordine per entrare nella Sala Comune di Grifondoro. La parola d'ordine attuale è "Lumos".- Dice uno dei prefetti. Il ritratto si apre e entro nella stanza che mi accompagnerà per otto lunghissimi anni.

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