Traccia 3

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La calda aria estiva faceva sudare Jace mentre camminava per le strade affollate di New York, diretto da Taki's per incontrare Isabelle, Alec, Magnus e Clary. Avevano pensato di andare a mangiare qualcosa insieme per tirare Izzy su di morale: da quando Simon aveva perso la memoria lei non era più la stessa.

Il pomeriggio passò sereno tra una chiacchera e l'altra, ma Jace non faceva caso a ciò che dicevano i suoi amici, l'unica cosa che gli interessava era lei, la ragazza che gli aveva preso il cuore. Clary gli aveva rubato il cuore e ci aveva tatuato sopra il suo nome. Senza il cuore non si può vivere e senza lei lui non poteva vivere, perché il suo cuore, l'organo vitale senza cui non sarebbe esistito, era lei.

Clary si accorse dello sguardo del ragazzo e lo guardò a sua volta. I loro occhi rimasero agganciati finché la voce di Magnus non li interruppe.
-Piccioncini? Siete ancora con noi?-
Clary distolse gli occhi da quelli di Jace e li posò sullo stregone.
Jace sentì una fitta di gelosia anche se sapeva di non aver motivo di essere geloso: Magnus stava con Alec, il suo Parabatai.

Appena tutti se ne furono andati dal locale, Jace e Clary rimasero da soli e, visto che ormai era ora di cena, andarono a mangiare ad un ristorante Italiano nel centro di Manhattan. Il locale era piccolo ma accogliente e all'entrata li raggiunse un cameriere che li accompagnò ad un tavolo in un angolino appartato. Presero le ordinazioni e poco dopo arrivò il cibo.

La cena fu squisita e il personale molto gentile. I due ragazzi decisero di fare una passeggiata e, mano nella mano, si diressero verso Central Park. Le luci della città, il suono dei clacson e i tanti passanti frettolosi rendevano l'atmosfera tipica di New York.
Clary non riusciva a pensare ad altro che alla serata normale che stava trascorrendo insieme al suo ragazzo, senza demoni nè vampiri da catturare o uccidere. La stretta rassicurante di Jace faceva in modo che i suoi pensieri non divagassero in idee per risolvere i problemi all'Istituto.
Il percorso a piedi non l'affaticò perché non poteva stancarsi quando era con lui, il suo amore.

Alcune persone non credono nell'amore a prima vista, nel vero amore o nell'amore in generale, ma per loro era diverso. Appena lo aveva visto, Clary aveva pensato che Jace fosse un ragazzo egoista e egocentrico ma poi, conoscendolo meglio, aveva capito che quella era solo una corazza, un'armatura per proteggersi dal mondo esterno, e lei era l'unica che l'aveva oltrepassata, l'aveva sgretolata e aveva fatto breccia in quel cuore di ghiaccio, sciogliendolo e plasmandolo in un cuore in grado di amare ed essere amato.

Dopo 10 minuti arrivarono a destinazione e si sedettero su una panchina in un vicolo deserto. Jace lasciò la mano di Clary per posarla sul suo fianco e l'attirò a sé per baciarla. Il loro fu un bacio a fior di labbra, uno di quei baci delicati che ti comunicano tutto l'amore che ti può essere donato. Quando il contatto tra le loro bocche si interruppe Jace sorrise e pronunciò solo due parole, due semplici parole che lei non potè far altro che ricambiare.
-Ti amo- le disse e poi ricolmò la piccola distanza che si era formata tra i loro volti.

//Angolo autrice
Rieccomi, dopo un altro capitolo.
Devo dire che sono molto soddisfatta di questo capitolo. La Clace è la mia OTP ed è stato facile scrivere una storia su questa fantastica coppia.
Spero che il capitolo sia piaciuto anche a voi.❤❤

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