Prologo

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Sono totalmente assorta nel libro che ho tra le mani per accorgermi solo minimamente che mio padre mi sta chiamando avvertendomi della cena pronta in tavola. Per non farlo innervosire, cosa che succede ogni qualvolta non gli rispondo subito, decido di raggiungerlo in fretta non prima di aver accuratamente appoggiato il libro sul comodino di fianco al mio letto con all'interno il segnalibro. A quanto pare continuerò dopo..

"Quante volte devo dirti di smettere di leggere quegli stupidi libri? La lettura non porta a niente, se proprio vuoi fare qualcosa alza il culo e vai a trovarti un lavoro. Sai benissimo che da solo non posso farcela a portare avanti la casa." dice con la solita voce grave; ormai ogni giorno se ne esce con frasi del genere. E ogni volta non posso fare altro che abbassare lo sguardo senza proferire parola. Il problema è che con mio padre non ci si può proprio discutere. In passato, quando mia madre era ancora viva, continuava a dire sia a me che a mio fratello che lui non voleva essere solo un padre per noi ma anche un amico; diceva che semmai avremmo avuto qualche problema ne dovevamo parlare con lui cosicché l'avremmo risolto insieme proprio come una famiglia unita. Io personalmente non ho mai creduto a queste stronzate perché eravamo tutto fuorché una vera e proprio famiglia felice e unita. Forse dall'esterno sarebbe potuto sembrare così ma chi frequentava casa nostra, ovvero solo amici di famiglia, sapeva benissimo che non rispecchiavamo affatto quell'immagine. Chiunque, e intendo proprio chiunque del paese, aveva chiara l'idea di ciò che non eravamo; credevano che fossimo la famiglia perfetta, marito e moglie che si amano e che mostrano affetto in pubblico con un primogenito maschio e con una seconda figlia femmina. Mancava solo il cane e poi avremmo potuto girare qualche stupida pubblicità...

Comunque sia annuisco e comincio a mangiare quel che c'è nel piatto; carne e insalata: semplice ma appetitoso. Mio padre non è mai stato un asso in cucina e lo si può dimostrare dai fantastici piatti che ci prepara ogni volta che ne ha la possibilità. Ma per quel che può valere io non mi lamento, anzi, proprio come dice lui ho intenzione di trovarmi un lavoro e sistemarmi economicamente per non gravare più del necessario sulle sue spalle. Mio fratello è all'università, studia legge, è l'orgoglio di mio padre. Ha 24 anni ed è all'ultimo anno. Ogni esame svolto l'ha passato con i massimi dei voti, quest'anno ha la laurea e non mi sorprenderei nello scoprire che lo passerà con un altrettanto voto strepitoso.
Non sono affatto gelosa di quello che ha intrapreso, io mi vado bene così e l'unica cosa che voglio è trovare un lavoro che mi soddisfi a pieno. Ma sfortunatamente questa è la realtà, non uno di quei film in cui la protagonista trova un lavoro, un fidanzato super sexy da togliere il fiato e una macchina tutta sua. E la realtà è che io ancora non ho un lavoro, mi sto impegnando sul serio per trovarne uno ma ovunque vada mi ripetono sempre le stesse cose e cioè che non servono altre persone, che il personale è al completo e bla bla bla.
Il fidanzato super sexy da togliere il fiato neanche ce l'ho, mio padre è super geloso; quando ero più piccola, si intende dai 15 anni ai 18, non mi lasciava uscire facilmente e quella volta che succedeva dovevo tornare a casa entro le 22:30 altrimenti ogni minuto di ritardo sarebbe stata una settimana chiusa in casa. Ammetto che come ragionamento fa molto schifo, ma forse dipende dal fatto che lui per sette anni non ha fatto parte della nostra vita e di conseguenza mi vede ancora come la bambina che ha abbandonato per andare a farne altre due con un'altra donna; a quanto pare ha pensato che lasciare mia madre con due figli piccoli fosse la cosa più trasgressiva che potesse permettersi. Non l'ho mai perdonato per questo, e credo che mai lo farò.
La sua mentalità chiusa e il suo carattere di merda mi fanno pensare che anche lui da giovane non abbia avuto chissà quale libertà. In fin dei conti la sua era tutt'altra epoca e se solo un ragazzo si azzardava ad appoggiare il braccio sulla spalla della propria ragazza si ritrovava un occhio nero, e non parlo di pugni, ma di pantofole che partivano dal "suocero" per poi piazzarsi da qualunque parte sul suo corpo, qualunque andava bene pur di farlo allontanare da sua figlia. Protettivi, molto.
Beh per quanto riguarda la macchina... Non ho neanche quella ma da circa un mese sono passata all'esame di guida quindi ho la patente. Mio padre ha ben pensato di non comprarmi una macchina perché, da neo-patentata quale sono, distruggerei qualunque macchina; parole sue. Beh almeno qualche volta, quando capita e ne ha la voglia, mi lascia guidare la sua auto.

N.B.
Ok, so che è abbastanza corto come inizio ma volevo solo darvi delle anticipazioni su come scrivo, magari potete darmi qualche consiglio su come continuare o che personaggi introdurre volta per volta. Sarò molto felice di ascoltarvi e leggere i vostri commenti. Non dimenticate la stellina, quella si che è fondamentale!

Illusion |H.S.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora