Delle potenti braccia mi tenevano le mie dietro la schiena, un fazzoletto intorno alla bocca.
La persona dietro di me puzzava di alcool e fumo.
Doveva essere un uomo sulla quarantina.
Cercai di urlare, ma il fazzoletto mi chiudeva la bocca e mi ferivo provando ad urlare.
Cercai di divincolarmi, ma la presa era troppo forte.
L'uomo mi buttò a terra violentemente e prese dalla tasca una corda.
Mi legò con le braccia al termosifone dietro la mia testa, e per quanto cercavo di divincolarmi, non facevo altro che ferirmi ancor peggio i polsi.
L'uomo venne deciso verso di me, si chinò sulla mia faccia e sputò parole acide come il veleno: "ora piccola farai esattamente quello che ti dirò, passo dopo passo, o potresti non arrivare a domani.
Mi prenderò la parte più intima e pura di te, mi ricorderai per sempre, puoi starne certa."
un brivido mi persone la colonna vertebrale.
Un brivido di paura.
"Togli i pantaloni."
Feci di no con la testa, e mi arrivò un calcio dritto al fianco.
"Mi hai sentito? Via i pantaloni."
Mi chiesi come avrei potuto farlo avendo le mani legate, e dovette accorgersene anche l'uomo, perché scoppiò in una risata che mi fece venire i brividi.
"Beh.. significa che ci penserò io."
Aveva le mani sporche, dita tozze.
Venne verso di me e iniziò a sbottonare i pantaloni.
"Ecco, così... un bottone per volta"
Iniziò a tirarli giù, lentamente, toccando le mie gambe a mano a mano che scendeva.
Mi diede qualcosa, lo infilò nella mia gola e mi costrinse ad ingoiarlo.
Sapevo solo che la testa girava e tutto si faceva confuso.
Potevo sentire e percepire tutto, ma la mia mente non aveva controllo sul mio corpo.
Non riuscivo a muovermi, ero una pasta malleabile nelle mani di quello sporco individuo, che prese una telecamera da non so dove e la mise di fronte a me.
Avevo paura, ero terrorizzata all'idea di quello che stava per succedere.
Speravo solo che Tom si sbrigasse ad arrivare, sapevo che mi avrebbe cercata presto, si sarebbe accorto della mia assenza.
L'uomo prese delle forbici dalla sua tasca e venne verso di me.
Ero spaventata, ma non potevo muovermi, né urlare, ma la mia mente era cosciente.
L'uomo iniziò a tagliare la mia maglietta per togliermela.
Fece tutto lentamente, forse per il divertimento o forse per rendere il tutto più angosciante.
Tagliata la maglietta la strappò via con prepotenza.
Mi sentivo sconfitta, umiliata.
Il pavimento era freddo, lo percepivo.
Iniziai a contorcermi involontariamente a terra, forse dal freddo o forse per l'effetto di quello che quell'uomo mi aveva fatto ingerire.
L'uomo era in piedi sopra di me, sorrideva con sguardo da folle alla telecamera, orgoglioso di quello che stava facendo.
Si accorse delle mie strane contorsioni e si girò verso di me, pieno di rabbia in volto, forse perché stavo rovinando il filmato.
Lo guardai terrorizzata, e lui iniziò a prendermi a calci per farmi fermare, ma io non avevo controllo del mio corpo.
Più mi muovevo e più i colpi diventavano forti.
Sentii un osso rompersi, poi due, poi tre.
Le mie costole cedevano, si rompevano e facevano un male cane.
Percepivo il dolore.
L'uomo era furioso, si chinò su di me e iniziò a prendermi a schiaffi e sentivo il sangue colare dal naso e dal labbro.
Poi l'uomo afferrò la mia testa, e la sbatté con violenza contro il termosifone bollente.
La botta mi confuse ulteriormente, sentivo di star per svenire ma non svenivo.
Era come se la mia mente volesse rimanere sveglia per sorvegliare quello che l'uomo mi avrebbe fatto senza comunque poter fare qualcosa.
Smisi di botto di contorcermi.
Mi abbandonai al suolo come un corpo morto, e l'uomo sembrava soddisfatto, perché tornò a guardare la telecamera con lo sguardo di un folle orgoglioso di un atto tremendo.
Le costole mi ferivano contro la pelle, sentivo l'emorragia interna, forse le costole avevano bucato qualche organo, non lo sapevo.
Il sangue continuava a colare dalla bocca e dal naso e si seccava sul mio collo.
La testa scoppiava, martellava incessamente.
Doveva esserci del sangue, perché i capelli rimanevano attaccati al termosifone che bruciava la mia pelle già ferita.
A quel punto sentii la porta aprirsi violentemente e vidi l'immagine di Tom.
Quando realizzò quello che vedeva, il suo volto cambiò e diventò pieno di rabbia e odio.
Urlò con una forza che non credevo possibile e si scaraventò contro l'uomo che non si era accorto di nulla.
Ero sicura che Tom lo avrebbe messo subito a terra, ma l'uomo reagì di prontezza, e aveva una forza che mai mi sarei immaginata.
Forse era l'effetto dell'alcool che aveva sicuramente ingerito in grande quantità, forse aveva preso qualche droga, non lo so, ma era fortissimo.
Diede un pugno potente alla mascella di mio fratello che rimase stupito anche lui di tutta quella forza.
A quel punto, svenni.
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Ti Aspettavo E Non Tornavi
RomanceJake e Lexie sono innamorati, innamorati persi. Ma di chi? L'amore fa male, ferisce e distrugge. Ma loro sanno curarsi.