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Quando mi svegliai notai che Tom non era a fianco a me.
Dopo essermi sgranchita mi diressi in cucina dove sapevo di poter trovare il mio grande fratellone.
Ma non c'era.
Forse era già andato a scuola, non me ne preoccupai.
Dopo essermi lavata e vestita andai anch'io a scuola.
Odiavo dover andare con i mezzi, ma a breve avrei compiuto 16 anni, e avrei potuto prendere la patente.
Arrivata a scuola (al ritardo, come sempre) corsi in aula dove la Vedova Nera aveva già iniziato la tortura settimanale.
Era una professoressa raggrinzita e perennemente accigliata.
Da quando aveva perso il marito, molti anni prima, aveva deciso di passare dalla spassosa prof di musica, alla vecchia e acida Vedova Nera, come tutti la chiamavano.
"È in ritardo di ben 7 minuti, signorina Nox. Bhe? Che aspetta sulla porta? Si sieda se non vuole un due sul registro." 
La sua voce gracchiante mi dava alla testa.
Scorse il registro con il suo dito nodoso finché disse: "bene...Morrinton e Nox. Interrogati." 
"'Fanculo " Pensai.
Non avevo studiato bene, ma per fortuna me la cavai con la sufficienza.
Dopo altre cinque ore la tortura finì, e mentre aspettavo Tom all'uscita, si avvicinò a me Max, il mio ragazzo.
Mi afferrò dal fianco e mi tirò a sé, baciandomi violentemente e infilando prepotentemente la sua lingua nella mia bocca.
Lo respinsi, infastidita dal fatto che l'avesse fatto davanti a tutti.
Max era al quarto anno.
Aveva gli occhi marroni, i capelli pure.
Le mascelle erano ben squadrate, e aveva un bel fisico.
Era popolare, e si era messo con me per conoscere i miei fratelli ed entrare nella squadra di football di cui facevano parte.
Ma i miei fratelli l'avevano subito odiato, e io avevo deciso di non lasciarlo perché, insomma, "tieni i tuoi amici vicini e i tuoi nemici ancor più vicini."
E così avevo fatto.
Ma ultimamente Max era davvero insopportabile. 
Pretendeva da me quello che avrebbe potuto dargli una ragazza con meno principi e dignità di me.
Cominciò ad urlarmi contro.
"Che cazzo ti prende? Se sei troppo bambina per me, puoi andare a 'fanculo!" 
Decisi che non volevo fargli male né umiliarlo, così me ne andai, anche se Tom non mi avrebbe trovato. 
Mi allontanai di tutta fretta, con passo rapido, finché il mio telefono vibrò.
Qualcuno mi aveva mandato un messaggio.
Decisi di leggerlo, al massimo lo avrei ignorato.
Ma quando vidi quello che era scritto sullo schermo, quasi caddi a terra, stordita e confusa.

Ti Aspettavo E Non TornaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora