3 CAPITOLO

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Ero li sdraiata sul letto, era già suonata la sveglia da mezz'ora, ma non avevo voglia di alzarmi, volevo semplicemente rimanerci per tutta la giornata.
Ma purtroppo non si poteva così mi decisi è mi alzai, mi preparai per andare a scuola, dopo un pò uscii di casa, salutando mio padre che era nella solita poltrona, mio fratello era già uscito per andare a lavoro, mi misi a camminare nel solito viale per andare verso la scuola ed vidi esme, avevo un pó di ansia, anche non sapevo come si sentisse oggi, ma le andai incontro.

<<Hei Esme, Buongiorno>> gli dissi sorridendo.

<<Hei Ans, Giorno>> mi rispose sorridendo.

<<Come stai?>> Sapevo che era una domanda sciocca ma mi sembrava giusta farla.

<<Ehm, Bene dai >> Continuando ad guardami per poi guardare avanti.

Mi sorprese quel 'Bene dai' sapevo che non era così, ma non volevo portare avanti questa situazione, semplicemente per lei, in più dovevamo entrare a scuola.

<<Mi fa piacere>> gli risposi.

<<tu?>> Mi disse sorridendo.

<<Io bene, grazie>> Gli risposi ricambiando il sorriso.

<<Mi fa piacere, Ans devo proporti una cosa...>> Mi guardo un pò per poi guardare la strada.

<<Vuoi bruciare di nuovo?>> La guardai un pò curiosa.

Rise. << Nono. Volevo proporti di uscire questo pomeriggio verso il tardi, ehm per tutta sera, Tanto domani non c'è scuola..>>

La guardai sorridendo. <<Posso dirtelo questo pomeriggio? appena torno...dovrei chiederlo a mio padre...sai>> Anche se non sapevo nemmeno se lui si accorgesse della mia assenza ormai.

Lei mi guardò un pò dispiaciuta << Speriamo che accetti allora>>

<<Massi, solo per avvertirlo, stasera io e te ci divertiremo come non mai!!>>

Sorrise. <<Non saremo solo noi due...>>

La guardai << Chi ci sarà? >>

Ormai eravamo di fronte a scuola, lei andò di fretta non so nemmeno per quale motivo, urlando <<Vedrai. Tu vieni, a dopo Ans>>

Da una parte mi veniva voglia di strozzarla perché mi aveva lasciato nella curiosità, dall'altra però avevo un pò di paura perché non sapevo che avesse in mente. La salutai con la mano è andai a lezione anch'io.

Passarono le ore con estrema velocità, per fortuna, anche se quella di chimica ci mancava poco che mi interrogasse, cosi uscì da scuola, salutai tutti i miei compagni, ma non vidi esme, cosi tornai a casa, nell'entrai pensavo a come dirlo a mio padre, sperando che fosse anche un pò luicido.

<< Sono tornata>> Dissi un pò urlando facendomi sentire.

<<Ciao>> disse lui.

alzo solo la mano come segno di saluto ma non disse nient'altro oltre a quel "Ciao", guardando la tv, non rivolgendomi la parola, ma dopo un pò arrivo mio fratello.

<<Hei piccola>> Mi diede un bacio sulla fronte <<Che vuoi per pranzo?>>

Risposi, sorridendo per il gesto <<Mh, non saperei cosa hai fatto?>>

Si guardo in giro, poi di nuovo me <<Ci prendiamo una pizza? >> ridendo.

<<Mi sembra un ottima idea>> Risi anche io.

Prese le chiavi della moto, ed io lasciai lo zaino, vicino all'entrata. Adoravo andare in moto, soprattutto con mio fratello, anche se lui me l'aveva messo in chiaro, solo con lui potevo andare in moto. Così dopo poco usci di casa, misi il casco, ed dopo poco parti, mi tenevo stretta a lui, mi sentivo benissimo, stare attaccata a mio fratello era la miglior cosa, dopo poco accostò vicino ad una pizzeria. Entrai con lui, sedendomi ad un tavolo.

<<Allora, Allora, che prendiamo? >> Prese il manù guardandomi.

Lo presi anche io <<Mhh...pizza con le patatine>>

<<Io, pizza con il tonno>> Sorride, ordinando.

<<Perfetto, ehm com'è andato il lavoro?>>

<< Bene, molto bene, a te la scuola?>>

<<Bene, passata velocemente. >> gioca con i fazzoletti.

<<Tutto bene, sorellì?>> la guarda.

<<Si, devo chiederti una cosa...siccome non sono riuscita a dirlo a papà>>

<<Cosa?>> la continua guardare un pò preoccupato.

<<Stasera esco, posso? >> Lo guarda, ed intanto vengono le pizze.

<<Con chi? >> inizia a mangiare, tranquillizzandosi pensando a cosa fosse altro.

<<Ti ricordi di Esme? Ecco con lei...ne ha bisogno, pure io, ma dettagli>> lo guarda.

<<Se devi bere, bevi poco, non fare amicizia con estranei maschi, non andare in moto con altre persone, non farti dograre è non dograrti, mandami a volte dei messaggi che stai bene, a che ora torni>> Lo guarda seriamente, mangiando.

Rido, quanto poteva essere dolce. <<Quindi è un si? >> mangiando anche io la pizza.

<<Non farmene pentire, si>> Gli sorride, mangiando.

<< Grazie, grazie>> Sorrido.

Continuammo a mangiare, ridere, scherzarzare è parlare del più del mano, per poi tornare a casa, lui andò nella sua stanza dopo avermi abbracciato fortissimo, così io andai nella mia stanza felicissima, per poi prendere il cellulare per scrivere ad esme.

{Esme♡}

Vengo. A che ora? Dove
Fammi sapere tutto, baci.

Inviato.

Ricevuto.

{Esme♡}

Allora tesoro, alle 19.
Passo a prenderti io da casa
Tu basta che sei pronta. Baci:)

Li risposi che andava bene, guardai l'ora erano le 16 così andai a farmi una doccia molto rillasante, per poi sistemarmi bene i capelli, truccarmi, è trovare qualcosa da mettermi, il dilemma di ogni donna sulla faccia della terra, soprattutto quando non sai dove andrai, quindi ribaltai l'armadio che dopo poco diventò era come se ci fosse passato un tornado, ma dopo mezz'oretta optai per un vestito molto carino, color nero in pizzo a maniche lunghe sempre esse in pizzo, una gonna ampia che arrivava prima a sopra delle ginnocche è un decolte a cuore con una trasparenza in pizzo sulla schiena, poi misi dei tacchi comodi sempre neri. Ero pronta, ma mamcavano un paio d'ore per le 19. Così decisi di farmi i capelli mossi. Alla fine lasciai un trucco leggero, ma risaltai meglio le labbra mettendo un rossetto rosso sul bordo, con sfumature, mi piaceva un botto. Andai in salotto ed presi alcune cose da mettere in borsa, per poi guardare mio padre, che dormiva.

Mancavano pochi minuti alle 19. Così mi misi il giubotto è giardai dalla finestra, un pò ansiosa.

<<Dai su Anastacia, non farti prendere dall'ansia>> Mi dicevo, guardando l'orologio è controlandomi il tutto.

Poi suonò il campanello, così salutai mio padre, uscì di casa ma non era esme.

<<Ciao! Esme mi ha detto di venire, quindi andiamo.>>

<<Tu sei?>> gli dissi.

<<Te lo dirò dopo, siamo già in ritardo>>

<<No. Voglio saperlo.>>




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