Capitolo bonus III

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CALUM'S POV:

Sempre la solita routine: musica, letto, lacrime, cimitero, casa di Luke e musica.

Da quanto Mike se ne é andato la mia vita non é più la stessa.

Prima avevo una cosa diversa da fare per ogni giorno, adesso non ho da fare nulla. 

Credo di aver pianto più in questi 3 anni che in tutta la mia vita.

Mi ha fatto sentire pure in colpa quel bastardo, perché la sera dell'incidente ha guidato con la mia macchina e non con la sua.

Ma aspetta, Michael aveva una macchina?

Questa domanda me la sto facendo dalla notte dei tempi; Michael non ci raccontava spesso degli oggetti che possedeva, preferiva farcelo scoprire da soli, una specie di caccia al tesoro, solo che noi non sapevamo di star partecipando.

Ora sto facendo nello stesso momento due cose che sono nella lista della mia routine: letto, musica.

Già, sto ascoltando la musica sdraiato sul mio letto da circa un'ora, e credo che adesso andró a svolgere un'altro punto della lista: andare a casa di Luke.

Tolsi gli auricolari dalle orecchie, e indossai le mie vans nere.

Uscii di casa e mi incamminai.

Come al solito, entreró in casa, abbraccieró Luke, e poi rimarremmo abbracciati sul divano mentre piangiamo e vediamo un film strappa lacrime; tipico di noi.

Alcune volte si aggiunge anche Ashton, ma lui preferisce vedere i film horror; ama vedere il sangue, é sempre stata la sua fissa.

Alzai il capo e vidi con grande sollievo che mancavano pochi metri dalla casa di Luke, odiavo dover camminare per arrivarci, ma purtroppo Mike con l'incidente mi ha distrutto la macchina.

Un capo giro mi travolse, e subito mi ressi appoggiando le mani sul muro posto alla mia sinistra.

Vidi tutto girare, le macchine che passavano per strada sembravano stessero per venirmi addosso.

In un'attimo mi ritrovai steso a terra e chiusi gli occhi svenendo, non capendone il motivo.

____________

LUKE'S POV:

Di solito a quest'ora Calum veniva a trovarmi per vederci un film insieme, ma é già in ritardo di un'ora;

Gli ho inviato anche parecchi messaggi, ma niente, non risponde.
Decisi di andare a casa sua per vedere se é tutto apposto.

Dopo pochi minuti che camminavo, vidi una sagoma che giaceva a terra.

Corsi verso di essa e scoprii che la persona in questione era Calum.

Rimasi con gli occhi spalancati per qualche secondo, poi appoggiai l'orecchio sul suo addome, per sentire se il suo battito cardiaco c'era ancora.

Tirai un sospiro di sollievo nel sentire i leggeri battiti del suo cuore.

Non sapendo cosa fare, gli tirai un paio di schiaffi, come ho visto in parecchi film;

Vedendo che non accennava a svegliarsi, lo presi a mo' di sposa e una volta giunto nel garage di casa, lo caricai nella mia macchina, per portarlo in ospedale.

Stavo bagliando tutto il voltante a causa delle mie mani sudate, neanche stessi facendo la maratona.

Per tutto il tragitto continuavo a spostare i miei occhi dalla strada allo specchietto per osservare Calum.

DM || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora