Capitolo bonus IV

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ALEX'S POV:

*prima del suicidio*

"Alex? Tesoro sveglia"

Fui svegliata dalla dolce voce di mia madre, che mi guardava con occhi pieni di compassione, l'unica cosa che non voglio avere e che non vorró mai.

"Devi prepararti" annuii e lei uscì dalla stanza con il sorriso più finto che io le abbia mai visto.

Mi sono addormentata sul mio letto dopo aver finito di riempire le valigie, non sarei rimasta un secondo di più a Sydney, sarei partita dopo il suo funerale.

Mi vestii tutta di nero, legai i miei capelli in un crocchia ordinata e mi misi un po di correttore per coprire le mie evidenti occhiaie; riuscii a dormire a malapena un'ora stanotte.

Avevo in mente di partire già da una settimana, poi quando ho sentito che lui era morto, sono subito andata online per prendere i biglietti di solo andata per San Francisco; non posso assolutamente rimanere qui, la tristezza avrebbe preso il sopravvento rovinandomi l'intera vita.

Parto con Amelia, una mia amica di vecchia data con cui voglio riallacciare i rapporti; e poi, é maggiorenne, quindi posso andare con lei tranquillamente.

Pensare al luogo a cui sto andando adesso mi fa salire le lacrime agli occhi, ma non scenderebbero, perché in questa settimana le ho esaurite tutte.

Uscii dalla mia camera e scesi giù in cucina, trovando mia madre intenta a leggere un libro di cui sinceramente, non mi interessa sapere il nome.

"Sei pronta?" mi chiese quando si accorse di me; non mi sprecai nemmeno a chiamarla, era una settimana che parlavo a monosillabi.

"Sì, accompagnami e basta, resto lì da sola" sussurrai, e lei fece quasi fatica a capirmi.

"Okay tesoro"

Mi scaricó davanti alla chiesa, e feci un piccolo sospiro prima di chiudere la portiera dell'auto e salutarla con un gesto quasi invisibile della mano.

Ci sono almeno 2.000 persone fuori dalla struttura, non oso immaginare quante ce ne siano dentro.

La chiesa é al dir poco enorme, é la più grande di Sydney, non ci sono mai entrata.

Avanzai e mi immersi nella folla, non capendo più se la direzione che sto prendendo sia quella giusta per arrivare all'entrata.

Il mio avanzare fu un continuo 'permesso' 'scusi' 'posso passare? Grazie'

Con grande sollievo raggiunsi il portone centrale, e lì fu un'altra battaglia per avanzare il più possibile.

Mi fermai su un punto abbastanza buono: nell'angolo in fondo.

Da qui si vede tutto; fans che piangono, fans che cercano solo Ash, Cal e Luke, familiari, amici, mamme delle fans che adesso stanno provando pena nel vedere le proprie figlie piangere, e mamme che hanno un'espressione da 'é stupido essere qui, perché ho dato retta a mia figlia/o?'

Tutto nella norma.

Il prete entró e tutti si zittirono; finalmente la mia testa si sarebbe riposata un po.

Cominció a parlare, e io mi scollegai del tutto, solo il senso visivo era rimasto attivo, per il resto non sentivo né odori né la voce del prete o i mormorii delle persone.

Vedevo a destra e a manca fans che piangevano a dirotto; e pensare che io sono stata nelle loro stesse condizioni per una settimana.

Tirai su con il naso e gli occhi mi si fecero lucidi, ma non devo piangere.

D'improvviso si sentirono dei passi che riecheggiarono per tutta la chiesa e dedicai il mio sguardo alla ragazza che stava facendo tutto quel baccano;

Dovrebbe avere si e no 15 anni, ed é scoppiata a piangere tutto d'un colpo correndo verso l'uscita e facendosi l'argo tra tutte quelle persone.

La gente riportó gli occhi sul prete che aveva fatto finta di niente e continuava la messa indifferente.

Guizzavo gli occhi per tutta la chiesa, osservandone i minimi particolari; nel farlo, adocchiai tre teste a me familiari in prima fila: erano Ash, Cal e Luke.

Stanno piangendo silenziosamente e in tutti gli anni in cui li ho seguiti, non li ho mai visti versare una lacrima.

__________

Finita la messa, li vidi andare dietro a gli uomini che portavano la bara fuori di lì, per poi condurla al cimitero e seppellirla.

Io rimasi seduta su una panchina lì fuori, mentre osservavo mettere la bara dentro il carro funebre.

Vidi una Fan correre ad abbracciare Luke con una finta espressione di tristezza e dispiacere.

Giuro che se non fosse andata ad abbracciare uno dei miei idoli, sarei andata lì e gli avrei sputato addosso, perché lei non ha la minima idea di come si possa sentire adesso il biondo, dovrei andare io ad abbracciarlo, insieme agli altri due, ma non ho il fegato per farlo, e quindi mi tocca osservare la disgustosa scena in silenzio.

____________

Tornai a casa a piedi dopo essere stata per almeno un'ora lì fuori dalla chiesa; non volevo credere che Michael é fottutamente morto.

"Com'é andata?" Mi chiese mamma una volta varcata la soglia di casa.

Domanda stupida e sbagliata.

"Come dovrebbe essere andata secondo te?! É ovvio che é andata tutto una merda, é fottutamente ovvio cazzo, la persona che amo se ne é andata, e per sempre! Avresti voluto che ti rispondessi un 'tutto bene'? Come al solito? Bé, stavolta non é andato tutto bene, affatto, perché una parte di me se ne é andata, e già mi manca, anche se lui non sa nemmeno che esisto, e che li spiavo sempre quando facevano le prove a casa di Luke"

Scoppiai in lacrime e mamma mi abbracció consolandomi.

"Voglio andarmene mamma, e non voglio che il mio volo sia tra qualche ora, voglio che sia adesso cazzo, io non voglio più stare qui" singhiozzai più forte e lei mi tenne più stretta che poté.

"Calmati amore, stasera partirai, e finalmente potrai respirare quando sarai a San Francisco" annuì e mi staccai da lei, correndo in camera mia con scarsi risultati nel riuscire a far smettere il mio pianto isterico.

Mi buttai sul letto e mi addormentai nel frattempo che aspettatavo l'ora della partenza.

*ANGOLO AUTRICE*

BENEEEEE. QUESTO ERA L'ULTIMO CAPITOLO BONUS, SPERO VI SIA PIACIUTO.

TRA UN PO DI GIORNI POSTERÓ IL SEQUEL, SPERO VI PIACCIA ANCHE QUELLO.




DM || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora