❁3❁La guardiana.

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Brano consigliato durante la lettura: ‘Cemeteries Of London’ - Coldplay.

Chiusi bene a chiave la porta del mio cottage e sistemai l'involucro di stoffa che conteneva i biscotti per German, nell'altra mano, tenevo i crisantemi bianchi.
Il vialetto di casa mia era timidamente coperto dalla neve, cupamente silenzioso ma attraversava con gentilezza il bosco che mi circondava; quel vialetto era me, timido, silenzioso e gentile.
Gli stivali di pelliccia bianchi che avevo affondavano nel terreno freddo, poco più in là dopo la collina s'intravedeva il villaggio ancora addormentato e immerso nel torpore invernale, due o tre pescatori facevano capolino dall'orizzonte con le loro barche, di ritorno dalla pesca. Potevo sentire perfino l'odore degli stoccafissi in salamoia appesi a seccare ed esposti al vento tagliente che li avrebbe resi prelibati e richiesti in tutto il mondo.
Arrivai al cimitero circa mezz'ora più tardi, avevo le mani completamente congelate ed io ero intirizzita dal freddo. Adoravo quella sensazione, mi piaceva sentirmi parte del paesaggio invernale, amavo considerarmi un pezzo di marmo, percepire il freddo pungente penetrarmi nelle ossa fino a farmi male e ritenevo estremamente bello il contatto che si creava quando un fiocco di neve cadeva sul mio viso e in pochi secondi si scoglieva, assorbito e diventato parte di me e della mia pelle.
Da piccola scappavo di casa mentre nevicava, uscivo e correvo fino a sentirmi svenire: mi sentivo speciale perchè io, in mezzo al totale freddo, ero calda, andavo a fuoco. Correvo, svenivo e poi mi rialzavo più felice di prima, seguivo le tracce che le volpi lasciavano sulla neve e trovavo le loro tane. Mi ci infilavo –quando le dimensioni permettevano– e stavo lì ore ed ore, con solo una vestaglia di cotone addosso, abbracciata alle volpi o ai loro cuccioli con lo scopo di riscardarli. Rannicchiata nelle loro tane, tra la terra, avevo guadagnato la loro piena fiducia: le madri andavano via per cacciare e portare del cibo e mi lasciavano in custodia dei loro cuccioli, sicure che io li avrei riparati dal freddo e dai predatori. Non pochi morsi e ferite mi sono procurata dai lupi affamati, ma avevo un compito, una tra le specie più belle, furtive, furbe e rare confidava profondamente in me e io non avrei mai deluso una famiglia di volpi bianche. Era il mio lavoro. Nel villaggio ero ufficialmente riconosciuta come 'La guardiana delle volpi'.
Quando venivo aggredita dagli altri animali, la volpe madre e i suoi cuccioli si accovacciavano sul mio corpo tremante e leccavano le ferite, andavano a cercare quale foglia di salvia e poi ce la strofinavano su. Non serviva a niente, ma per loro era un rito. Dopo che l'avevano fasciata e ricoperta di foglie pulite, si addormentavano lasciando che il loro pelo spesso e soffice mi avvolgesse come una coperta, e aspettavano che la ferita guarisse o perlomeno migliorasse.
Così immersa tra i ricordi della mia infanzia com'ero, il tragitto apparve brevissimo per cui fu davvero piacevole ritrovarsi davanti il cancello del cimitero.
Notai che era già aperto, anzi, che era stato lasciato addirittura socchiuso. Questo voleva dire soltanto una cosa: il mio rifugio era stato violato, di nuovo.
Osservai come su un punto particolare delle sbarre del cancello la continuità piatta della neve fosse interrotta dalla sagoma di una mano.
Entrai tenendo gli occhi ben aperti e le orecchie tese verso ogni minimo rumore o movimento. Camminavo lentamente perlustrando ogni centimetro del mio cimitero.
Vagai tra le tombe in cerca dell'estraneo ma sembrava essere tutto al suo posto, sembrava essere come ogni mattina.
Andai subito da German, presi l'involucro dalla tasca del cappotto.

“Ecco, oggi non li ho dimenticati. Spero ti piacciano, ho anche comprato una nuova marca di cioccolato, dovrebbe essere più buono”— aprii la stoffa e cacciai i biscotti, poi scavai una piccola buca proprio sulla sua fossa e ve li seppellii — “Buona colazione.”
Poi mi recai più in là, alla tomba di Anita, impaziente di parlarle e di cambiarle i fiori.
Con mia grande sorpresa notai che i crisantemi di ieri erano spariti, volatilizzati. Il portafiori nero era vuoto. Il cuore mi si gonfiò di rabbia ed io fui accesa d'ira, quale persona così irrispettosa avrebbe potuto fare una cosa del genere? Girai intorno la tomba, forse erano stati spostati dal vento che di notte soffiava con prepotenza e violenza. Niente.
“Buongiorno.”

Poppy:
n. a herbaceous plant with showy flowers, milky sap, and rounded seed capsules. Many poppies contain alkaloids and are a sourch of drugs such as morphine and codeine. ORIGIN: Old English poping, papoeg, from a medieval Latin alteration of Latin PAPAVER.

Chrysanthemum; zmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora