Capitolo 2

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"Oh scusa non volevo, ti sei fatta male?" mi ero scontrata con un tipo, ed i miei libri erano tutti a terra mezzi inzuppati d'acqua e di fanghiglia.

Perfetto.

"No, non preoccuparti, ci siamo solo scontrati, non mi sono fatta nulla" ed intanto raccolsi i miei libri insieme a lui, mentre la sua compagnia ci fissava. Erano in cinque in totale, lui, un suo amico che gli stava di fianco, un ragazzo con le cuffie nelle orecchie, uno che in quel momento si era messo a guardare il telefono ed uno con la macchina fotografica al collo; tutti molto carini.

"Ma io non intendevo ora, intendevo quando sei caduta dal paradiso"Rispose il ragazzo con il quale mi ero scontrata.

Oh no cavoli. Un altro di quei ragazzi che si credono tanto fighi a dire frasi fatte ed a fare gli spacconi.

Ti prego, no.

"Ah-ah-ah. In questo momento dovrei dire "oooh, che dolce" ma hai idea di quante volte abbia già sentito questa frase? Mi dispiace, ma le frasi fatte con me non attaccano, comunque grazie del complimento, se era un complimento"

"Scusa stai tranquilla, volevo solo attaccare bottone, nulla di male" stavo per rispondergli con una battuta pungente, ma il ragazzo che prima stava guardando il telefono diede delle chiavi al ragazzo con il quale mi ero scontrata e gli disse: "vado a casa, ci vediamo dopo, ecco le tue chiavi, ancora una volta le avevi dimenticate" lui gli rispose: "grazie fratellino" e dopo gli scompigliò i capelli, tutti risero, compreso lui, ma quando si voltò verso di me e si ricordò della mia esistenza smise subito di ridere, tolse bruscamente la mano del fratello dalla sua testa e se ne andò con il ragazzo con la macchina fotografica (che intanto aveva fotografato un albero tipo diecimila volte) e quello con la musica nelle orecchie.

Capii subito perché, appena mi aveva vista, aveva avuto quell'atteggiamento. I ragazzi sono così a quest'età, non vogliono mai farsi vedere deboli o sottomessi, ed il gesto che suo fratello aveva fatto scompigliandogli i capelli l'aveva fatto sembrare il "fratellino piccolino ed indifeso" secondo lui, e questo, soprattutto davanti ad una ragazza sconosciuta e davanti ai suoi (credo) amici, non andava bene.

Almeno questo secondo il mio punto di vista.

"Ah non ci siamo ancora presentati, io sono Jack" disse il ragazzo con il quale mi ero scontrata.

"Ed io sono Blake" disse il suo amico che gli stava di fianco.

"E tu saresti...?" dissero in coro.

Oh cavoli non mi ero presentata! Ero riamsta imbambolata dagli occhi azzurri di Jack.

"Ah sì, io sono *******, piacere" Dissi io dopo qualche secondo.

In quel momento il cellulare di Blake vibrò due volte, lui lesse il messaggio e poi disse a Jack: "scusa, devo andare. È stato un piacere conoscerti *******, magari ci rivedremo. Ciao!"

"E così rimasero in due..." disse Jack, ed io abbozzai un mezzo sorriso.

Oggi mia mamma era in ritardo (non posso biasimarla però, ha un sacco di commissioni e cose da fare), ed almeno avevo qualcuno con cui parlare, visto che Theo, il mio migliore amico, non si era fatto ancora vivo oggi.


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