Capitolo 5

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Mika's pov

«Fedéz... are you okay?»
«Si, si.» rispose il ragazzo, guardando davanti a lui.
Non era okay, Michael lo sapeva, e aveva intenzione di scoprire il motivo.
Federico si fermò improvvisamente, davanti ad un vecchio palazzo. Aveva la vernice rosa consumata e scrostata, le veneziane di legno laccato verde e un grosso portone in ferro battuto nero. A dir poco inquietante, pensò Michael.
«Devo prendere i soldi, torno subito.» senza neanche aspettare una risposta, il ragazzo uscì dalla macchina ed entrò nel palazzo.
Michael si chiese se poteva accendere la radio, rispondendosi poco dopo parlando al alta voce.
«Non può arrabbiarsi solo per questo, no?» rimase in silenzio, pensando allo sguardo vuoto del ragazzo che poco prima scrutava attentamente il volante. «No?...» l'uomo non ne era più così convinto.
Federico tornò prima che il professore potesse darsi una giusta risposta.
«Fedéz? Can I turn on the radio?»
Il ragazzo sospirò «Cosa?»
«Scusa. Mmh. Posso accendere la radio?»
«Si, certo.»

So open your eyes and see
The way our horizons meet,
And all of the lights will lead
Into the night with me.
And all of these scars will bleed,
But both of our hearts believe
All of these stars will guide us home.*

Michael si guardò le dita, che si erano sporcate di un leggero velo di cenere, dopo aver toccato l'apparecchio.
«Tu fumi?»
«Perché questa domanda?»
«Primo, non si risponde ad una domanda con un'altra domanda. Secondo, rispondimi. Tu fumi?»
«Si.»
«Devi smetterla!»
«Non farmi la predica...»
«Ti fa male...»
«Ti prego lascia stare!» urlò il ragazzo, mentre i suoi occhi si inumidivano.
«Fede...»
«Andiamo a mangiare.»
Non si rivolsero parola fino a quando, dopo un'espressione di puro stupore da parte del professore, i due arrivarono davanti al fast food.
«Com'è grande...»
«Non te lo aspettavi?» rispose il ragazzo, quasi polemico.
«No.»
Entrarono nel locale e si sedettero ad un tavolino in un angolo.
Poco dopo arrivò il cameriere a prendere le ordinazioni.
«Fede! Il solito?» Federico sfoderò il suo miglior sorriso falso, annuendo.
«Portamene due.»
Il cameriere andò un secondo nella cucina, portò due birre al tavolo, per poi sparire di nuovo.
Solo in quel momento, Michael si fermò ad osservare meglio il ragazzo che era seduto davanti a lui.
Capelli castani, corti. Occhi scuri, profondi, a prima vista freddi ma che se erano osservati meglio, potevano trasmettere un miscuglio indefinito di emozioni che scaldavano il cuore come una cioccolata calda in inverno.
Tanti tatuaggi. L'insieme era all'apparenza duro, quasi cattivo. Chissà cosa si sarebbe scoperto scavando più a fondo.
«Michael mi stai fissando?» Federico sembrava ancora infastidito dalla precedente discussione.
«Ho solo fame.» il suo lato "psicologo" stava prendendo il sopravvento troppo in fretta con quel ragazzo.
Il cameriere portò i panini, strappando un sorriso ai due seduti al tavolo.
Mangiarono in fretta, silenziosamente, ognuno con i propri pensieri in testa.
Si alzarono, Federico pagò e uscirono.
Si sedettero in macchina.
«Michael?»
«What?»
«Scusa per prima, non so cosa mi sia preso...»
«Non preoccuparti, oh e, please, call me Mika.»
«Miká?»
«Fuck» la risposta scatenò una violenta risata da parte di Fedez, che finalmente sembrava aver recuperato il buon umore.
Michael aveva due domande che però non poteva porre al ragazzo.
La prima "È davvero così?" E la seconda, più importante. Che creava quasi un brivido al professore.
"Perché me ne importa tanto?"

* All of the stars - Ed Sheeran

**angolo autrice**
I'M BACK, MUHAHAHHAHA
No okay
Seriamente
Finalmente sono tornata, mi sono sentita immensamente in colpa per avervi fatto aspettare così tanto, ma non ce la facevo proprio T.T
Ho avuto diversi problemi con questo capitolo, ma è uscito.
Spero vi piaccia, e giuro
D'ora in poi sarò puntuale!
Kisses,
M.

Billy Brown - MidezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora