Beyond the border

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Tutto sta tornando al proprio posto nel corpo di Clint: udito, olfatto ed infine anche la vista.

E' steso lì dove ricorda ma senza Natasha.

 Dov'era finita? L'avevano rapita? 

Sapeva che non si sarebbero dovuto fidare di Spadaccino ancora una volta ma anche solo il pensiero di poter cominciare una nuova vita insieme a lei aveva azzerato tutti i dubbi e le incertezze.

"Dove l'avevano portata" , si ripete il giovane ragazzo, " Perché devo perdere anche lei? "

E  più va avanti più sente crescere  quel misto di impulsività e paura che lo domina dall'infanzia. 

Clint riesce finalmente ad alzarsi e a guardarsi intorno cercando qualche indizio su dove andare ma non vede nessuna traccia o indizio su dove possano essere andati. 

Quanto tempo è passato? Un'ora? Due?  Il cielo è ancora pieno di stelle e la luna è alta nel cielo di una Budapest completamente ignara e non curante dei tormenti di due giovani uniti dal destino ma divisi dall'oscuro.

Saranno le due, forse le tre di notte ma a Clint  non importa, deve trovarla a tutti i costi non ci sono alternative, così si dirige verso il Circo, sperando di non incontrare il capo e sperando che la notizia del furto non si sia sparsa; un giorno avrebbe pagato per i suoi errori, anche più del dovuto se necessario ma prima deve assicurarsi di avere Nat accanto a se. 





Prima il nero più assoluto poi una luce quasi accecante.

<< Ben svegliata, bambolina >> dice un uomo togliendole il cappuccio, riportandola nel mondo reale.  Ha un forte accento russo e sembra ne vada fiero da come pronuncia ogni singola parola; accanto a lui ci sono le due donne che l'hanno catturata. Tutti e tre la guardano con un'aria che suggerisce sfida, arroganza ma anche interesse e, stranamente, soddisfazione. Sensazioni molto diverse tra loro, talmente diverse che è una rarità vederle impresse sullo stesso viso nelle stesso momento, ma i visi che stanno studiano Natasha non sono visi comuni.

Legata ad una sedia al centro di una stanza poco illuminata, umida e fredda, Natasha, cerca di controllare il respiro e di capire come scappare per raggiungere Clint: non è lui che vogliono ma è sicuramente in pericolo per il semplice fatto di essere suo amico ed è  questa la tortura più grande che le possano infliggere.

La stanza non ha altre porte oltre quella principale, c'è una singola finestra in alto alla destra di Natasha ma è bassa e larga e nessuno potrebbe entrare o uscire. Non si sentono rumori dall'esterno e anche lì la luce è scarsa ma si sente l'odore del fiume e della sporcizia che ci svuotano dentro, questo indica che non si sono allontanati molto dal luogo dell'incontro con Spadaccino ma, sfortunatamente, questo significa anche che si trovano nella zona deserta della città dove le sue urla sarebbero più che vane.

L'unica possibilità, pensa Natasha, è cavarsela da sola, non è più tempo di aspettare...

Per la gente comune la fuga sarebbe quasi oltre l'impossibile ma lei non si è mai definita "comune" e in casi come questo è felice di non esserlo. 

Chi sono queste persone? Vogliono riportarla in orfanotrofio? NO, mai e poi mai tornerebbe nel luogo dove hanno sede le sue peggiori paure ed insicurezze, piuttosto il Danubio! L'orfanotrofio è un posto orrendo, più simile ad una prigione che ad un posto dove si accolgono bambini che stanno già soffrendo per conto loro.

I tre continuano a parlare tra loro sottovoce, mandandole spesso occhiatine e indicandola di tanto in tanto: è il momento per agire!

Natasha cerca di slegarsi i polsi senza dare nell'occhio, è un operazione complicata ma con sua grande sorpresa le riesce fin troppo bene: nel giro di qualche minuto ha le mani libere, facendo però attenzione a non far cadere la corda.

I tre smettono di confabulare e una delle due donne esce dalla stanza fulminando Natasha con lo sguardo; l'uomo si avvicina ad una tavolo nell'ombra alla destra della stanza mentre la seconda donna perlustra in lungo la piccola stanza mantenendo sempre il suo portamento da guerriera. 

" Etciù! "  Natasha finge di starnutire e piega la testa più che può per attirare l'attenzione dei due rapitori. Passa un po' prima di ripetere la scena: "Etciù!" , un altro finto starnuto questa volta più forte e deciso del primo, piega ancora di più la testa senza però rialzarla e rimanendo immobile.



Nel circo dormono quasi tutti, e quelli che non stanno dormendo sono troppo brilli per accorgersi di qualcosa. Clint cerca di essere più naturale possibile ma la preoccupazione e il senso di colpa sono troppo "ingombranti" per poterli evitare.

Arrivato al suo alloggio, accompagnato ora anche dalla nostalgia, prese arco e frecce che aveva deciso di non portare con se nella fuga perché erano il simbolo della sua vecchia vita; non voleva rinnegarla voleva solo lasciarsela alle spalle, voleva che quell'arco e quelle frecce restassero il confine tra la sua vita prima e dopo Natasha ed ora deve lottare per oltrepassare il confine.

Esce dall'alloggio e si allontana per l'ultima volta dal circo, prima però lancia uno sguardo di malinconia, pensando a quel gruppo di persone che lo hanno accolto e salvato.

Non c'è posto per la malinconia però, c'è posto solo per la determinazione, la forza e l'amore.

Si sta dirigendo verso il luogo dove Spadaccino svolge quelli che lui chiama orgogliosamente "affari". La strada è buia e il silenzio è intervallato dai battiti del suo cuore furioso ed impaziente di rivedere quella ragazza che ha cambiato la sua vita con un semplice sguardo; avrebbe fatto di tutto per salvarla, non gli importa più di diventare un supereroe acclamato da una nazione, ora vuole solo diventare il suo eroe.

Il silenzio è passato in secondo piano: la strada è silenziosa ma la mente dell'arciere non lo è affatto, la voce della ragazza con i capelli del fuoco risuona nella mente e nel cuore come un coro angelico.

Clint non ha mai provato l'Amore, quello sei suoi genitori a malapena lo ricordava e quello per se stesso, beh quello gli è completamente estraneo! Lei le da tanto amore da compensare tutte le mancanze e le paranoie.

Un rumore di passi in lontananza riporta il ragazzo sull'attenti, si volta per  vedere chi lo sta seguendo ma la strada sembra deserta. Fa una ventina di passi quando quel rumore di passi raggiunge nuovamente le sue orecchie, cerca di essere più veloce ne voltarsi e questa volta, con l'aiuto di un lampione solitario in lontananza, riesce a scorgere una sagoma allontanarsi velocemente.

"Forse era un truffante" pensa Clint per rassicurarsi stringendo però l'arco più saldamente.

Dà un'occhiata veloce alla zona: oltre al lampione in lontananza, a pochi metri da lui c'è una piccola casa vicino al fiume, sembra incompiuta e disabitata, ha più l'aspetto di un grande blocco di cemento, con una porta sola e con una sola finestra molto sottile; li sarebbe utile per nascondersi una volta trovata Nat.

Si guarda di nuovo intorno, la presenza sembra scomparsa; ora che si sente al sicuro la mente di Clint torna a concentrarsi su Natasha,  un sorriso compare sulle sue labbra mentre comincia di nuovo a camminare sulle note dei battiti del suo cuore innamorato.





Ebbene sì, ho finalmente continuato la storia sui miei bellissimi Clintasha! Originariamente questo doveva essere l'ultimo capitolo ma ho seguito un consiglio è ho deciso di allungarla ancora n po'.

So che non è il massimo ma spero vi piaccia almeno un po' :3 fatemi sapere cosa ne pensate e se avete scritto anche voi una storia su di loro (o anche su altre coppie Marvel) non esitate a mandarmele! 

Grazie per la pazienza e alla prossima! 

My favourite nightmare- clintasha storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora