A volte mi vengono in mente idee di descrizioni, riflessioni o semplici scene. Questa è una di quelle volte.
Lei guardò fuori dalla finestra. Pioggia e nuvole. Quel giorno Madre Natura rispecchiava l'umore della ragazza, che ammirava le nuvole con occhi vuoti. Quest'ultimi avevano perso la vita e la loro vivacità delle sfumature una volta appartenute ad una ragazza felice, rimpiazzati ora da una silenziosa attesa, dolore e tante, tante lacrime. Passava giorni e giorni a pensare. Le piaceva a volte, ma quando non voleva ascoltare i dibattiti che facevano i suoi pensieri alzava il volume nelle cuffiette e il dolore momentaneo passava, per qualche minuto almeno.
"Sarò lontano, ma mai sparito.", "ci addormenteremo sotto le stesse stelle". È questo ciò che le disse prima di andarsene. Ma ora non le restò nulla: solo ricordi, mille pensieri e lacrime cariche di rassegnazione dove prima regnava la speranza. I suoi occhi vagavano per il cielo in cerca di risposte. Alzava sempre lo sguardo verso il cielo quando aveva mille dubbi e domande. Loro erano lì, ad osservarla e darle consigli con la loro semplice presenza. Erano i suoi angeli. Dopo che lui l'ebbe lasciata sola per due anni, tutto quello che le rimaneva della sua famiglia era tra le nuvole, proprio dove due angeli riposavano. Lei credeva davvero che i suoi genitori la guardassero da lassù.
La pioggia cadeva pigramente da nuvole griogio-nero mentre la mente della ragazza nuotava nei ricordi. I ricordi pieni di luce, con una famiglia completa e un fratello al suo fianco, con una vita ricca di speranza, opportunità, un futuro luminoso. Questo fino a quando la morte strappò con gli artigli i suoi genitori e, a poco a poco, anche la sua vita, ma da dentro, in modo più lento e crudele. Perdeva il senso di quel monotono ciclo senza fine. Giorno e notte. Giorno e notte. Piano piano, anche nei momenti più soleggiati, lei vedeva solo nuvole. L'ultima volta fu la morte a strappare i suoi genitori, ma questa volta fu la vita stessa a prendergli suo fratello. Ed ora che non aveva più nessuno a cui aggrapparsi per i bei ricordi si sentiva senza scopo.
Voleva di nuovo vedere il sole attraverso i loro occhi profondi e pieni di venature. Voleva tornare in superficie. Aveva trattenuto il respiro per troppo tempo, e doveva combattere per tornare a respirare, se non voleva annegare negli abissi in un abbraccio fatale delle lunghe braccia della sua cara vecchia amica che le rubò fin troppo. Era decisa a combattere per riguadagnarsi suo fratello e vincere finalmente la guerra che l'aveva consumata per troppo tempo. Era una guerriera, e questa volta non aveva intenzione di arrendersi.
Un raggio di sole si fece spazio tra le grigie nuvole.
STAI LEGGENDO
My life as Dina
RandomIn cui una ragazza passa il suo noioso tempo blaterando su cose inutili, a se stessa devo aggiungere. Quella ragazza sono io.