Prologo: Secret place

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Un petalo per la mia famiglia,un petalo per la gioia,un petalo per il dolore,un petalo per l'amicizia,un petalo per la felicità,un petalo per il mare,non so per quale motivo,ma mi piace il mare tanto da dedicargli un petalo,un petalo per l'amore perduto e per quello appena scoperto,un petalo per quel posto che ormai sembrava tanto spoglio senza lui.
Buttai a terra la margherita ormai nuda.Bastava così poco,piccoli strappi dolorosi e rapidi,per rovinare un fiore.Perchè è sempre il fiore piú bello del campo a rimetterci?
Mi sistemai meglio sulla roccia che avevo sempre condiviso con lui in quegl'ultimi 3 mesi.Che ore erano? Le 10? O forse mezzanotte? In fondo che importa,la città sotto di me rimane illuminata ad ogni ora.
Come può una cosa così artificiale essere così bella? Le luci colorate che illuminano l'oscurità della notte,le macchine che fuggono veloci sull'autostrada come treni in corsa e quella brezza d'estate che ti fa venire i brividi nonostante faccia caldo.
Anche l'amore è qualcosa di artificiale,l'uomo se lo crea,lo coltiva,se ne prende cura.Buffo come una cosa che ti faccia stare cosí bene,alla quale tieni così tanto,possa distruggerti in 2 secondi.
Non sono mai stata una persona molto poetica e forse è meglio se passo ai fatti,incominciamo dal principio.

***

«No Alex,non ci penso nemmeno»mi rifiutai facendomi sfuggire un sorriso
«Dai ti prego,daglielo da parte mia»pregò porgendomi il bigliettino rosa

«Ma Alex io lo dico per il tuo bene,sei troppo banale,trova qualcosa di più originale per chiederle di venire al ballo con te!»ridacchiai leggermente

Lui sbuffò e si passò una mano tra i capelli.

«Quanto siete complicate voi donne»borbottò
«Tu non ne hai idea caro amico,proprio nessuna»sospirai mettendogli una mano sulla spalla

«Tu ci verrai invece?»scoppiai a ridere
«Ti sembro una da ballo scolastico? Neanche per sogno»lui sorrise e scosse la testa
«Cos'è,te ne starai tutta la sera in quel tuo posto speciale?»mi prese in giro
«Possibile,probabile,sicuro»sorrisi orgogliosa
«Ah,sei così strana...vado,ci sentiamo»mi baciò sulla guancia e volò in classe dalla sua Selene

Tirai un sospiro e mi avviai verso l'aula di chimica.Quel pomeriggio non avevo molto da studiare e avevo intenzione di andare a finire i compiti nel mio posticino segreto.Non era niente di speciale,una semplice e erbosa collinetta affacciata alla città che però io amavo.Era un posto rilassante,ci voleva un po' per arrivare,giusto un po' di salita,ma ne valeva la pena.Il panorama era mozzafiato e di notte le stelle erano uno spettacolo senza eguali.
Ci dividemmo in coppie e iniziammo l'esperimento sulle reazioni dei vari elementi della tavola periodica con composti semplici.A me era capitata una delle ragazze più impacciate della classe,così mi ritrovai a fare tutto da sola.
Notai un ragazzo solo,i suoi capelli biondi erano arruffati e spettinati e i suoi occhi erano di un bellissimo azzurro cielo.Sembrava non dormisse da giorni viste le profonde occhiaie che aveva,ma io non ero esattamente la persona piú adatta a criticare le occhiaie altrui viste le mie.Frequentavo da poco quel corso e a stento ricordavo il nome della mia vicina di banco,quindi la sua identità mi era del tutto sconosciuta.Il ragazzo stava giocando con la fiamma di un accendino,accendendola e spegnendola ripetutamente.Era strano,forse era per questo che veniva isolato,eppure io sentivo una strana voglia di andare a parlargli,perché diciamocelo,neanche io ero particolarmente normale.
Mossi qualche passo verso di lui,ma venni interrotta dal prof che si mise a gridare infuriato contro il biondino.

«Butch,cosa diamine sta facendo? Sta manovrando sostanze infiammabili,esca immediatamente dalla classe!»sbraitò il prof rosso come non mai

Il ragazzo ritornò alla realtà immediatamente e guardò il prof con espressione annoiata.Si tolse il camice dandomi l'opportunità di studiare il suo abbigliamento.Portava una felpa di quasi 2 taglie più grande di lui e dei jeans neri con abbinate vans del medesimo colore.Afferrò il suo cappellino,(vi sfido ad indovinare il colore) e la sua cartella stranamente grigia e non nera e uscì dalla classe,senza neanche guardarsi intorno,come se non avesse nemmeno notato gli sguardi curiosi e sorpresi di tutti.
Il rumore di vetro andato in pezzi mi fece tornare alla realtà,mi girai verso la mia compagna di laboratorio e alzai gli occhi al cielo,era la terza provetta in 2 settimane.Sospirai e recuperai paletta e scopa per pulire quel disastro.

***

Ancora 6 passi e la salita è finita.
Mi incoraggiai mentalmente,non facevo alcun tipo di sport e la cosa diventava evidente quando dovevo scalare la collinetta ogni pomeriggio,in più trascinandomi dietro la borsa piena di libri.Ne avevo portati alcuni di scuola e altri miei,ero sempre indecisa su quale libro leggere,così me ne portavo appresso 2 o 3 e poi leggevo quello che più mi andava a seconda della giornata.Probabilmente mi sarei ridotta a studiare il mattino seguente perchè mi ero persa nell'osservare qualche nuovo dettaglio o nel leggere intensamente un libro.Arrivata in cima mi avviai verso il grande masso che usavo come appoggio per la schiena,poteva sembrare scomodo,ma era di grande utilità.Frugai nella borsa alla ricerca dei miei occhiali da lettura e per sbaglio mi cadde una lettera,quella lettera che avevo tanto gelosamente custodito per anni.Mi affrettai a recuperarla e alzai gli occhi davanti a me.Restai scioccata nel notare che quel pomeriggio non ero sola.Sulla roccia,seduto un po' curvo se ne stava un ragazzo.Fumava una sigaretta con nonchalance e guardava la città davanti a sé.Nessuno era mai venuto in questo posto e la cosa mi lasciò piuttosto perplessa.La figura non mi era del tutto sconosciuta ma neanche del tutto famigliare.Mi avvicinai un po' incerta e poi notai la cartella grigia abbandonata sul prato.

«Ehi,ehm,ciao»il ragazzo sobbalzò e si voltò verso di me

Era il tipo strano ma non così strano del corso di chimica.Mi fissò per qualche secondo,probabilmente sorpreso quanto me.

«Ciao»salutò tornando a rivolgere lo sguardo verso il panorama
«Sai,questo è il mio posto segreto»puntualizzai abbastanza incerta
«Beh,mi dispiace deluderti,ma non è poi così segreto»rispose con indifferenza

Senza preoccuparmi di come avrebbe reagito mi sedetti vicino a lui sul masso,osservando il panorama.Avevo sempre amato osservare la monotona routine delle città,luoghi così vasti e allo stesso tempo così piccoli di originalità.

«Ti piace il panorama?»spezzai il silenzio
«Si e no allo stesso tempo»buttò a terra il mozzicone e lo calpestò
«Cosa intendi?»domandai incuriosita
«Non so,a volte mi chiedo come può una cosa così artificiale essere così bella.Le luci,le macchine,le strade,tutto artificiale,tutte invenzioni dell'uomo,niente o poco naturale,eppure è tutto così attraente»per la prima volta mi guardò negli occhi

Erano due pozze di acqua cristallina.Solitamente non vengo attratta dall'aspetto fisico di una persona,ma quello sguardo così magnetico e profondo quasi mi spaventa,sembra che ti possa leggere nella mente da un momento all'altro.
Annuii alla sua più che soddisfacente risposta è mi persi ad osservare il cielo,in silenzio.

«Mi chiamo Genn,Genn Butch»si presentò interrompendo quella quiete sonora
«Christine Jones,ma puoi chiamarmi Chris»sorrisi e lui ricambiò

Ed è qui che la nostra storia ha inizio.

#spaziome

Ciao a tutti,questa storia è un po' un "esperimento",adoro gli urban e volevo provare a scrivere una ff su Genn Aw.
Ho scritto questo prologo alle 2.30,apprezzate il mio sforzo gn :')
Per favore fatemi sapere se per voi vale la pena di continuarla e magari lasciate una stellina,se mi dite che vorreste che continuasse allora scriverò e posterò il capitolo entro 2 giorni...
Fatemi sapere please
Un bacio❤

Secret Place || Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora