Capitolo sei

21 2 0
                                    

Cerco di tranquilizzarmi anche se le lacrime continuano a scendere dal mio viso. Il dottore si avvicina a me.
-Signorina se vuole può andare a trovarlo,ma la avviso può restare massimo cinque minuti-
Ringrazio il dottore e corro nella sua stanza rischiando più volte di scivolare. Arrivo là, davanti a quella porta. Provo ad aprirla con le mani tremanti. Le mie guance diventano di nuovo umide a causa delle lacrime e le gambe cedono alla vista di Jack,sdraiato sul letto. Il suo viso è ricoperto da varie ferite causate dal quel pezzo di merda. È colpa di mio padre se Jack è in quelle condizioni e questo non glielo perdonerò mai. Mi sento in colpa,se non mi avesse conosciuto, adesso non sarebbe qui,in questo letto,senza poter reagire o parlare. Cerco di rialzarmi e con le ginocchia tremanti mi avvicino a lui. Una volta accanto a lui mi fermo qualche secondo a guardarlo meglio. Vorrei rivedere di nuovo i suoi occhi verdi che mi fissano,vorrei rivedere la libertà che gli si leggeva dentro,vorrei rivedere di nuovo la sua bocca parlare,chiamare il mio nome. Chissà quante volte ho immaginato le mie labbra sulle sue,quante volte ho immaginato il suo tocco sul mio corpo. Ho voglia di un suo abbraccio,ora più che mai. Ho bisogno di sentire le sue parole sussurrate all'orecchio per consolarmi. Senza pensare mi sdraio accanto a lui facendo attenzione a non strappare nessun filo a cui e collegato. Il suo corpo è freddo quindi decido di abbracciarlo sperando di riuscire a riscaldarlo,cosa che faceva sempre lui quando sentivo freddo. Chiudo gli occhi e vengo invasa dai pensieri. Nella mia testa continuano a rimbombare le parole della nostra canzone "sono un perdente e tu sei tutto quello che ho. Comunque vada,non aver paura,io ci sarò."
Le lacrime ricominciano a rigare le mie guance,anzi non me ne ero neanche accorta di aver smesso. Apro gli occhi e mi accorgo che indossa la mia maglietta preferita. A lui non piace tantissimo ma io la adoro. Inizio a sentire gli occhi pesanti e gonfi quindi decido di richiudere gli occhi. Inizio a ripensare tutti i momenti felici passati insieme. Mi sembra si sentire la sua risata,il suono più bello esistente in questo mondo schifoso e mi faccio coccolare da questo suono finché non mi addormento.

Sento qualcuno che mi chiama. Riapro gli occhi cercando di adattarmi alla luce. Giro lo sguardo e mi accorgo che è stato il dottore a chiamarmi. -Signorina,sono passati ormai dieci minuti,non sarebbe il caso di tornare nella sua stanza?-
-La prego,altri tre minuti. Voglio salutarlo- chiedo con aria supplichevole a....QuelSignoreDalCamiceBianco. Sarà l'unico dottore al mondo che non porta il cartellino con il suo nome. Il dottore mi fa cenno con la testa -solo tre minuti- dice uscendo. Mi alzo dal letto delicatamente, come se facessi attenzione a non svegliarlo. Mi avvicino al suo viso. -Ti prometto che domani sarò di nuovo qui,accanto a te. Vorrei rimanere ma quel rompi palle non vuole. Jack...tu mi manchi- dico scoppiando in lacrime. -Mi mancano i tuoi cazzo di abbracci,le tue carezze per asciugarmi le lacrime. Jack..ti amo,ti amo con tutto il cuore. Forse non mi sentirai. Sinceramente spero di no,non voglio che tu sappia questa cosa durante il coma-
-Signorina, deve uscire- mi avvisa il Dottor RompiPalle facendomi salire l'istinto omicida. Riguardo l'ultima volta le sue labbra e decido di lasciargli un bacio delicato . Mi dirigo fuori lentamente, cercando il più possibile di respirare la sua stessa aria. Una volta varcata la porta mi rigiro a guardarlo per altri pochi secondi per poi richiuderla alle mie spalle.

I'm ClareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora