La mia nuova vita a Los Angeles.

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"Mamma ... sì ho capito .... Ma cosa c'entra questo, non ti sto dicendo nulla di tutto ciò, sei tu che stai dicendo cose a vanvera. Okay, okay va bene! Ho capito ... no non sto facendo la strafottente in questo momento! Oddio d'accordo ci sentiamo dopo che ora sto per entrare in negozio a dopo!" e senza aspettare risposta, chiusi la chiamata stizzita e mi diressi verso la pizzeria Da Mario, dove ormai lavoravo da quattro mesi interrotti, con uno stipendio fisso di 300 dollari alla settimana e un'assicurazione sanitaria quasi inesistente. In pratica dovevo solo pregare che la mia unica malattia si limitasse al mal di pancia post-mangiata da intera scatola di baci perugina. 


Per quanto riguardava invece la pizzeria ITALIANA da Mario, ecco ... diciamo che la cosa più italiana lì dentro ero proprio io, visto che il pizzaiolo si chiamava Chang ed era nato a Pechino e il cartellone pubblicitario della pizzeria sponsorizzava una pizza ai pepperoni e ananas, cosa non molto italiana, ma non appena glielo avevo fatto notare a Sam, seccamente mi aveva risposto che qualunque cosa che vendeva e attirava la clientela per lui poteva essere italiana, fino a quando gli dava un profitto. Da allora ho dovuto dire a tutti i nostri clienti che ce lo chiedevano che la nostra pizza all'anans e peperoni era ancora più buona di quella che c'era in Piazza Duomo a Milano. Penso che se mai tornerò a casa, la Madonnina del Duomo di Milano prenderà vita e si scaglierà brutalmente contro di me! "Baby tieni il nuovo grembiule, Sam ha deciso di cambiare le divise!", non appena varcai l'ingresso nel retro del negozi mi ritrovai a dover lottare con i miei pessimi riflessi, ma stranamente questa volta riuscì a bloccare il grembiule senza farlo cadere a terra, "carino questo verde pisello! Si intona proprio con la mia maglietta. Casualità? Io non credo", "sei di buon umore oggi?" chiese Chang che nel frattempo stava impastando la pasta per la pizza. "Per nulla. Ho appena finito di discutere con mia madre che riesce a stressami anche da oltreoceano. Ti pare che mi possa chiamare per dirmi che ho rotto la sua cipria dopo mesi e mesi che vivo qui?!". Allibita ancora di quanto era successo poco prima finì di allacciarmi il grembiule; "poi stamattina il mio vicino di casa, mi ha svegliato urlandomi di uscire con la scopa perché dovevo sterminare un ragno nel suo bagno. Io seriamente sto iniziando a chiedermi che cazzo sta succedendo in questi giorni!". " Se ti può rasserenare, oggi non ci sarà molta gente, tutti saranno andati alla maratona della città", "ah si ne ho entito palale" cercai di dire con l'elastico in bocca mentre cercavo di legarmi i capelli in una coda decente "io ci avrei lasciato un polmone se ci fossi andata, o addirittura sarei morta di infarto". "Una volta quando non lavoravo ancora qui, ero andato a fare la maratona di Los Angeles. Dopo due minuti avevo mollato tutto e mi ero andato a bere una birra in un pub", "beh io dopo due minuti sarei già distesa a terra a chiamare i soccorsi!". "Scusate!". Una voce femminile richiamò la nostra l'attenzione dal bancone. "Oh buon giorno e benvenuta da pizza Mario, la posso aiutare?" (ormai ripetevo quella frase ogni fottuto giorno) "si volevo una pizza ham e pinapple e una pepsi", "la porta via o la mangia qui?" chiesi, battendo i tasti sullo schermo "la porto via, grazie". "Alfredooo una pizza ananas e prosciutto cotto" gridai in italiano sapendo che Chang non avrebbe capito una sola parola di quello che stavo dicendo, ma era copione che mettessi in scena questa manfrina per fregare i clienti e fargli credere che questa era una pizzeria 100 % italiana. Ma in realtà Chang sapeva cosa fare solo perché l'ordine gli appariva direttamente sul suo display, e nessuno comprendeva l'inganno perché la cucina dall'esterno non si vedeva e il cinese che faceva le pizze neppure. "Non è andata alla maratona oggi?" chiesi cercando di fare public relation (sempre su costrizione del capo, che aveva stressato l'anima dicendo che tutto ciò faceva molto italiano, stupidi stereotipi!) "no lavoro purtroppo, infatti ho fatto una scappata qui da voi a prendere da mangiare e poi torno di nuovo in ufficio", "e noi ne siamo felici" facendo un sorriso, falsissimo, diedi il resto e iniziai a servire un altro cliente che era appena entrato, inscenando la stessa fottuta manfrina, e iniziando a lavorare senza sosta. Con ordini su ordini. 

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