Harry
La timida luce dell'alba illuminava la stanza. Aprii gli occhi e subito un feroce mal di testa mi attanagliò le tempie. Mi misi a sedere sul letto, massaggiandomi la fronte e sbadigliando. Poi mi guardai intorno e ci misi qualche minuto a realizzare ciò che era successo la sera prima. Ebbi un tuffo al cuore al ricordo del fantasma, e la prima cosa che feci fu quella di cercarlo, nella stanza.
La poltrona su cui ricordavo di averlo lasciato, era vuota.
Il cuore mi batteva forte, e avevo un po' paura. Timidamente lo chiamai.
"Louis..?" La mia voce era bassa e incredibilmente roca, tipica di chi si è appena svegliato.
Nella camera nessun movimento. C'ero solo io e la mia stupida voce che riecheggiava.
Mi sentii improvvisamente un coglione, pensando che mi fossi sognato tutto la scorsa notte. Mi misi le mani sulla faccia e mi uscii uno strano verso, mentre mi vergognavo di me stesso.
D'un tratto, però, sentii un leggero lamento dal fondo della stanza. Sbarrai gli occhi e alzai la testa.
Quello che vidi mi lasciò senza parole: sulla poltrona, comparve dapprima un alone evanescente, poi distintamente presero forma delle gambe rannicchiate, una larga felpa verde ed un dolce viso ancora addormentato.
Ed eccolo, quindi. Il piccolo Louis era raggomitolato lì, proprio dove l'avevo lasciato, e mi si era praticamente materializzato davanti agli occhi.
Con la bocca aperta per lo stupore, lo osservavo. Si stava svegliando, ed era così dolce che avrei voluto coccolarlo tra le mie braccia e magari lasciarlo dormire ancora un po' come fanno le mamme con i propri bambini. Si strofinò gli occhi e gli uscii un tenero "Harry?" dalla bocca, mentre aveva ancora gli occhi chiusi.
Mi stava cercando.
Sorrisi come un ebete, seduto sul letto con la faccia assonnata.
"Sono qui Louis." Gli risposi piano.
Lui spalancò gli occhi, e subito me li puntò addosso. Quegli occhietti blu, ancora stropicciati dal sonno, erano ancora più belli.
Il ciuffo di capelli era ribelle sulla sua testa, ma questo lo rendeva solo un po' più tenero e buffo. Un sorrisone gli comparve sulla bocca.
"Ciao.." mi disse solo. Ma notai quanto fosse felice di rivedermi. Ed effettivamente anche io lo ero.
"Mi fa piacere rivederti." Ridacchiai imbarazzato.
Lui annui e si sistemò sulla poltrona, guardandosi attorno.
"Tu.. Tu quindi riesci a vedermi di nuovo? Distintamente come ieri?" Era trepidante.
"Distintamente come ieri." Ripetei annuendo, con un sorriso rassicurante.
Era contento, ma scosse la testa e si nascose le mani nelle maniche della felpa. Poi sembrò illuminarsi.
"Ma certo.." disse pensieroso.
Lo guardai, non capendo.
"Sei tu Harry!" Si mise in piedi, gesticolando. Io quasi sobbalzai.
"Io cosa?"
"E' grazie a te se riesco a farmi vedere. Stamattina è stata la tua voce a rendermi visibile, così come la tua presenza ieri sera.." fece una piccola pausa. "E' grazie a te se mi sento.. vivo."
A quelle parole rimasi a bocca aperta. Non sapevo che rispondere. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, guardandoci confusi.
"Ma.. Ma allora perché non è mai successo prima?" gli chiesi infine.
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SUONA ANCORA PER ME ~ Larry Stylinson
FanfictionUn giovane spirito, Louis, vive malinconico nella sua casa abbandonata. Ma cosa succede quando Harry, un ragazzo di 22 anni, decide di andarci ad abitare? Una dolce melodia li accompagna.. - Ogni diritto riservato