Capitolo 6 - A domani

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Harry

Non so spiegare bene cosa provai nel risentire quella canzone. Quella melodia e quelle parole così dolci, sentite ora attraverso la voce di Louis, mi commossero. Lo guardavo; con la testa china sui tasti bianchi e neri, muoveva le dita in modo aggraziato e veloce sul pianoforte, mentre la sua voce lievemente roca riempiva la stanza. Riuscivo a percepire un leggero imbarazzo e credo anche emozione, perché ogni tanto, in alcuni punti, gli tremava appena la voce.

Conosceva quella canzone meglio di se stesso probabilmente, si capiva dalla sicurezza con cui la suonava, a volte anche ad occhi chiusi.

Una lacrima mi scivolò sulla guancia, e svelto la asciugai via, ringraziando che non mi stesse guardando.

Mi commosse lui, il testo così dolce di quella canzone, e come se la sentisse dentro. Glie lo si leggeva in faccia.

Lo guardavo e decine di domande mi affollavano la testa. Mi tornò in mente la sua triste storia, e forse anche per quello mi venne da piangere. Potevo scorgere sempre quel leggero alone luminoso ed evanescente che circondava il suo corpo minuto, e l'unica cosa che pensai in quel momento, fu che mi sarebbe piaciuto stringerlo tra le mie braccia, confortarlo e regalargli un po' del mio calore, così da scaldargli di nuovo la pelle e il cuore.

Delicatamente lo vidi finire di suonare gli ultimi accordi. Esitò un istante, poi si voltò a guardarmi, sfregandosi le mani sui pantaloni.

Ero rimasto incantato, così a quel gesto mi ricomposi, schiarendomi la voce e tirando su col naso, che sentivo colare per via delle lacrime che mi erano scese. Sperai non se ne accorgesse.

"Wow, Louis.." riuscii solo a dire.

Imbarazzato, nascose le mani nelle maniche della felpa.

"E-era la prima volta che la cantavo a dirla tutta e.." balbettò.

"..Ed è stato bellissimo Lou." Terminai la sua frase. "Grazie." Dissi sincero.

Mi fissava negli occhi ora, forse stupito che gli avessi affibbiato quel nomignolo, come se ci fosse stata già tutta quella confidenza. E infatti subito dopo mi odiai per averlo fatto, ma le parole mi uscirono dalla bocca senza che potessi controllarle.

Stavo per dire qualcosa, quando le sue labbra si allargarono in un dolcissimo sorriso. "Grazie a te per avermi chiesto di fare quello che più amo al mondo, Haz."

Haz.

Nessuno mi aveva mai chiamato così prima di allora. E capii subito che quel soprannome avrebbe potuto inventarlo solo lui, perché era come lui: un po' buffo e un po' tenero.

E me ne innamorai subito.


Louis

Credo si fosse commosso, e mi si strinse il cuore per questo. Aveva gli occhi leggermente arrossati e di tanto in tanto tirava su col naso, facendo finta di niente.

Io tremavo come una foglia per essermi esposto così tanto davanti a lui; mi sembrava di essermi dichiarato in modo così evidente.. Quasi mi fossi strappato il cuore dal petto e glie lo avessi servito su un piatto d'argento, dicendogli: "Tieni, ora è tuo. Fanne ciò che vuoi", e aspettando solo che lui ci pacioccasse a suo piacimento.

Ma non mi sbagliavo sul suo conto. Harry era stato così delicato da accarezzarlo appena, il mio cuore; con dolcezza prenderlo tra le sue mani, ma per poi rimettermelo nel petto, perché continuasse a battere.

Mi chiamò Lou, e io di rimando lo chiamai Haz, e da come mi guardò fiero capii che quelli sarebbero rimasti i nostri soprannomi da lì in avanti.

SUONA ANCORA PER ME ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora