Capitolo 4 - Io non ho paura

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Louis

Pazzesco. Riuscii a vedere distintamente il mio riflesso nello specchio del bagno. Ero proprio lì cazzo, immobile, con la bocca aperta e la mano sul petto. Mi vedevo sul serio. E dopo un sacco di tempo.

Ero sbalordito, e passati i primi istanti di stupore, subito incrociai lo sguardo del povero Harry nel vetro.

Il moretto, effettivamente, era il più sbalordito dei due. Anzi, credo stesse letteralmente trattenendo il respiro e sudando freddo. Come dargli torto..

Lo vidi sfilarsi lo spazzolino dalla bocca e, con quest'ultima impastata dal dentifricio, tentare di emettere almeno un suono, che però non gli uscì.

Si voltò di scatto verso di me, puntando nella mia direzione lo spazzolino che impugnava ancora con forza, quasi fosse un'arma con cui difendersi.

"C-cosa.. C-che.." balbettò solo. Aveva i suoi occhioni verdi sbarrati e il dentifricio ai lati della bocca che cominciava a colargli lungo il mento.

Quando iniziò a indietreggiare per uscire di corsa dal bagno, finalmente mi ripresi anche io dallo shock, e capii che avrei dovuto fare qualcosa per non farlo scappare, al più presto.

"Oh, Harry.. Harry non avere paura di me ti prego!" sussurrai all'inizio per poi quasi urlare alla fine.

"Ti prego, non voglio farti del male.. Ti prego" continuai implorandolo.

Lui sentendosi chiamare per nome, rimase un attimo interdetto, e cambiò impercettibilmente espressione. Girò appena la testa da un lato e mi squadrò dalla testa ai piedi. Chissà che stava pensando.


Harry

Non credevo ai miei occhi. Era tutto così.. vero. E poi, cazzo, sapeva pure il mio nome.

Mi sentii improvvisamente spiato, come se qualcuno avesse violato la mia intimità per chissà quanto tempo, a mia insaputa.

Davanti a me, immerso in un leggero alone evanescente, avevo un ragazzo magrolino, minuto, poco più basso di me e incredibilmente bello. Portava una felpa verde un po' sbiadita e dei semplici pantaloni neri attillati. Ma la cosa che mi lasciò ancor di più senza parole, fu il suo viso, perfetto nella sua pelle spaventosamente candida.

Credo di non aver mai visto un viso più bello del suo. Lineamenti dolci facevano da sfondo a due occhi azzurri intensi ma piccoli, incorniciati da lunghe ciglia. Bocca sottile e rosea, ora aperta in un'espressione di stupore. Un ciuffo di capelli castani, poi, gli cadeva sulla fronte e quasi davanti agli occhi, ma lui sembrò non preoccuparsene, intento a cercare di attirare la mia attenzione.

Tendeva un braccio verso di me, delicatamente però, con uno sguardo implorante da star male. Nonostante la bellezza eterea, aveva un'espressione stanca, quasi rassegnata.

Continuava a chiamarmi con voce tremolante ed io ero come rapito da lui, impossibilitato a scappare nonostante tutto. C'era qualcosa in lui che mi tratteneva, forse quello sguardo così vero e puro, che trapelava sofferenza e che avrebbe intenerito chiunque. In più, anni di studi in psicologia mi aiutarono a leggere meglio nei suoi gesti e nei suoi occhi. E capii che non mentiva, non mi avrebbe fatto del male.

Mi accorsi di brandire lo spazzolino come un ridicolo spadaccino, così abbassai il braccio bruscamente, senza staccargli gli occhi di dosso però.

"M-mi chiamo Louis.. " Disse lo spirito davanti a me. Aveva abbandonato ora le braccia lungo i fianchi, e guardava il pavimento.

"..Questa era casa mia."

A quelle parole, mi si strinse il cuore.


SUONA ANCORA PER ME ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora