Caro diario,
Buon anno. È quasi divertente, sai? Il fatto di fare gli auguri quando so che ho passato il mio ultimo capodanno. Si dice che bisogni creare dei buoni propositi per l'anno che viene, e a me ne sono venuti cinque:
- passa l'anno con buoni voti
- fare una mini festa di compleanno (solo familiari e Niall)
- vedere il film "Il Diavolo Veste Prada", che non ho mai visto
- essere felice
- quando sarà il momento, scrivere la lettera di addio
Mi stai chiedendo se sono triste? No, non lo sono. Sono arrabbiata, questo te l'ho detto, ma non mi interessa neanche più. Ho solo bisogno di distrarmi, fare quello che avrei fatto solitamente.
Mamma mi ha portato al circo qualche giorno fa. Okay, ho diciassette anni, lo so. Ma stare un paio d'ore lì, insieme ad altre persone, a ridere per lo spettacolo, è stato un ottimo modo per pensare ad altro. Ho apprezzato moltissimo quello che lei ha fatto, ero felice.
Papà sempre più spesso mi fa delle domande sulla mia vita. Mi chiede cose del tipo "hai mai mangiato un kebab?" o "come va la scuola? Sicuramente bene, tu vai sempre bene..." e, sinceramente, non mi dispiace. Le domande a volte possono essere strane o senza senso, ma mi fanno divertire, anche solo per due minuti.
Dio, quanto mi mancheranno.
Per quanto riguarda Niall, il primo giorno di scuola si è presentato alla lezione in pigiama, sostenendo di non aver sentito la sveglia. Può sembrare banale, ma sono scoppiata a ridere davanti a tutti. Lui, con sguardo fiero, si è andato a sedere davanti a me, e girandosi mi ha fatto l'occhiolino.
So che la storia della sveglia era una balla, ma lui lo ha fatto per ME.
Io voglio bene a tutti coloro che hanno fatto parte della mia vita in maniera rilevante, ma, in modo particolare, a Niall, che ha sempre reso tutto perfetto.
Parlando di famiglia, qualche giorno fa, Dave, mio cugino, ha voluto passare del tempo con me. Mi ha chiesto se stessi bene, se avessi dei problemi di tipo fisici. Gli ho risposto che per il momento sto bene e che non sento nessuno tipo di "disturbo".
Poi sono stata io a fargli una domanda. Riporto più o meno la conversazione di quel pomeriggio.
"Perché tutto questo interesse per me?"
"Come perché? Sei mia cugina."
"Il punto è: mi stai così vicino perché sto per morire?"
"Non dire quella parola."
"Quale? Morire?"
"Sì, esatto."
E lì, mi sono infuriata.
"Devo usarla questa parola, ti è chiaro? Ormai fa parte della mia vita. MORIRE fa parte della mia vita, in questo momento. Non posso più pensare a cosa farò al prossimo capodanno, non posso più pensare al problema se iscrivermi all'università o no, non posso più pensare a come sarà la mia vita a diciannove anni, perché non ci arriverò. Dave, non posso non usare questa parola..." e ho lasciato cadere lì il discorso.
Stavolta, però, voglio concludere con una frase di un cantante britannico:
And it seems to me, you lived your life
Like a candle in the wind.
Never fading with the sunset
When the rain set in,
And your footsteps will always fall you
Along England's greenest hills.
Your candle's burned out long before
Your legend never will.
STAI LEGGENDO
12 Mesi.
Short StoryCaro diario, Il medico ha detto che ho non più di 12 mesi di vita. Così, ho deciso che d'ora in avanti scriverò quello che mi accade in questo breve anno. Non posso controllare la mia morte? Allora controllerò la mia vita.