Le Bugie di Isaac

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Per tutto il giorno, Isaac, aveva parlato a sua madre del fantastico e colorato uomo-pagliaccio che era sbucato fuori da una scatola magica, che gli era apparsa in fondo al letto. Sua madre, d'altra parte, non credeva a una singola parola di quello che le aveva detto. Alla fine, però, riuscì a persuadere sua madre a seguirlo nella sua stanza, così che lei stessa potesse conoscere Laughing Jack.

Salirono le scale e Isaac aprì la porta della sua stanza.

«Visto mamma? Lui è proprio- ...» Isaac si fermò, quando si guardò intorno nella stanza e vide che non c'era nessun magico e colorato clown e neppure una misteriosa scatola di legno. La madre di Isaac non era affatto divertita. Gli aveva lanciato uno sguardo così minaccioso, da fargli sentire le ginocchia deboli e il voltastomaco.

«M-ma mamma... lui era-...»

-CLAP!-

La madre di Isaac gli diede un forte schiaffo alla guancia. I suoi occhi avevano iniziato a gonfiarsi di lacrime e le sue labbra avevano iniziato a tremare, quando aveva sentito che presto sarebbe crollato a piangere.

«TU STUPIDO BAMBINO INSOLENTE! Come ti PERMETTI di mentire a me con queste bambinate idiote! Chi mai vorrebbe essere amico di un verme come te? Rimarrai nella tua stanza per il resto della serata e non riceverai nulla per cena...ora cosa dici, ingrato?». Isaac riuscì a inghiottire il nodo alla gola e mormorare la risposta. «G – grazie mamma».

Sua madre lo guardò per un istante, prima di lasciare la stanza, disgustata.

Isaac si inginocchiò, nascondendo la testa nel fianco del suo letto. Fiumi di lacrime stavano scendendo dalle sue guance e allora, iniziò a piangere.

«C'è qualcosa che non va, bambino?». Lo chiamò una voce.

Isaac alzò lo sguardo e vide che seduto accanto a lui, sul ciglio del letto, c'era Laughing Jack.

«D-dove ti eri cacciato?». Mormorò Isaac.

Jack passò una mano tra i capelli di Isaac per confortarlo, poi dolcemente gli rispose: «Mi stavo nascondendo... non posso lasciare che i tuoi genitori mi vedano... altrimenti non ci lasceranno mai più giocare». Isaac si asciugò le lacrime dagli occhi.

«Guarda bambino, mi dispiace di dovermi nascondere, ma l'ho fatto per te! Perché stanotte possiamo giocare e divertirci all'infinito!». Disse Jack, sorridendo.

Isaac fissò il suo febbricitante amico e annuì silenziosamente, mentre la sua bocca aveva iniziato a piegarsi in un debole sorriso. Quella notte, Laughing Jack e Isaac, giocarono a diversi giochi divertenti. Con un cenno della sua mano, Jack aveva fatto muovere i soldatini di stagno di Isaac, facendogli prendere vita e facendoli marciare nella sua stanza. Isaac era rimasto sorpreso, mentre guardava I suoi giocattoli muoversi e spostarsi da soli. Poi, Laughing Jack e Isaac si raccontarono storie di fantasmi. Isaac chiese a Jack se lui era una fantasma, ma Jack spiegò che era più una sorta di entità cosmica. Alla fine di quella notte, Jack si mise una mano nella tasca e tirò fuori una manciata di deliziose caramelle assortite. Isaac era in estasi, quando stava masticando la sua prima caramella colorata, e quella, fu la prima volta che assaporò qualcosa di così dolce. Isaac si era divertito tanto e aveva riso per tutto il tempo, e finalmente le cose sembravo essersi accomodate per il piccolo Isaac e la vita era tornata a sorridergli... almeno, fino all'incidente che accadde tre mesi più tardi...



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