Isaac Grossman

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Nelle settimane successive, Isaac aveva fatto molti progressi nella sua piccola bottega degli orrori. Tolse il materasso dal letto e mise una fila di grosse assi di legno al suo posto, e poi applicò delle contenzioni per immobilizzare polsi e caviglie. In questo modo, sarebbe stato in grado di intrattenere i suoi ospiti più a lungo, così le sue vittime non avrebbero tentato più la fuga. Isaac, aveva bisogno di un ultima cosa per completare i preparativi prima di pianificare un altro omicidio. Ci lavorò per più di una settimana di fila, intagliando a mano il legno.

Dopo che ebbe applicato una mano di vernice bianca, la sua creazione era finalmente completa. Era una maschera di legno, simile a quelle che è solito indossare ai balli in maschera veneziani. Aveva una fronte pronunciata e un naso lungo come quello di un troll, che gli avrebbe permesso di spaventare ancora meglio i suoi amati ospiti. Con la sua nuova faccia completa e la stanza trasformata in un sanguinolento nido degli orrori, era giunto finalmente il momento per, Isaac Lee Grossman, di portare a casa un nuovo compagno di giochi.

La notte seguente, Laughing Jack, vide come il mascherato Isaac Grossman salì le scale, portando con sé un grande sacco di iuta, con la sua nuova preda all'interno. Scaricò il contenuto sul letto di tortura e lasciò un bambino legato, imbavagliato e terrorizzato, che probabilmente, aveva solo 5 o 6 anni. Rapidamente, Isaac applicò le contenzioni al bambino, costringendolo in una posizione obbligata. Le lacrime senza fine avevano iniziato a sgorgare a fiumi dal piccolo e inerme viso del bambino, mentre Isaac stava disponendo i suoi attrezzi sul piano di lavoro. 

Isaac tornò dal bambino, dopo aver preso un paio di pinze arrugginite e senza perdere altro tempo, fece scivolare la mascella inferiore della pinza sotto l'unghia del suo indice e stringerla saldamente. Gli occhi del bambino tremarono e iniziò a borbottare attraverso il bavaglio, implorando Isaac di lasciarlo andare. Isaac sorrise, mentre iniziava a far leva sulla prima unghia.

Il bambino urlò attraverso il suo bavaglio, mentre si contorceva in agonia sulle assi di legno. Dal dito iniziarono a zampillare fiotti di sangue. Isaac spostò la pinza sul terzo dito, impugnandole saldamente. Ancora una volta, la morsa si chiuse sull'unghia e con uno strattone, la strappò via e questa volta, strappando anche brandelli di tessuto. Il bambino gridò di dolore, mentre le sue dita si contorcevano. Anche Isaac era un po' riluttante a guardare la scena, a differenza di Laughing Jack, che stava schiamazzando di gioia mentre osservava la scena da dentro la sua vecchia scatola polverosa.

Isaac tornò al piano di lavoro e scambiò le pinze con un grande martello di ferro. Si era poi avvicinato ai piedi del letto di tortura, dove con una mano stava tenendo premuta la gamba sinistra del bambino. Sollevò in alto, sopra la sua testa, il grosso martello, mentre il ragazzo piangeva e supplicava pietà attraverso i bavaglio sporco, poi con tutte le forze Isaac sbatté il martello contro il ginocchio nudo del bambino, mandando in frantumi la rotula con una forte – CRACK! - . Il bambino sconvolto dal dolore, emetteva dei versi striduli e smorzati, attraverso il bavaglio di stoffa legato stretto alla sua faccia.

Come il bambino iniziò a lottare contro il dolore intenso, Isaac ripose il grosso martello di legno e tornò di nuovo al banco di lavoro, dove afferrò un lungo coltello affilato. Poi, senza indugiare, cominciò a intagliare le parole "inutile verme" sul petto del bambino. Quando aveva terminato la scritta, il bambino era appena cosciente. Isaac si inginocchiò e con una voce sottile, sussurrò vicino al suo orecchio: «Questo è quello che succede ai bambini che fanno le brutte facce alle persone».

Gli occhi del bambino si riempirono di lacrime, per l'ultima volta, prima che Isaac cominciasse a tagliare la pelle del viso del bambino, e con sorpresa, Isaac, notò che lui era ancora saldamente aggrappato alla sua vita. Il bambino, ora scorticato, stava fissando Isaac coi suoi grandi occhi rotondi, che riempivano il suo cuore nero come la pece, di odio e rancore.

«ANCHE SENZA UNA FACCIA RIMANI SEMPRE BRUTTO, PICCOLO STRONZO!». Urlò Isaac, prendendo il martello che aveva posato per terra e iniziando a colpire il cranio del povero bambino.

Lo aveva fracassato più e più volte, fino a che non era divenuta una massa informe di carne, e il sangue rosso vivo si mescolava alla materia cerebrale che ne fuoriusciva. Dall'altra parte della stanza, Laughing Jack aveva allegramente osservato il gran finale, che aveva vissuto con trepidante emozione fino alla fine e le sue aspettative si erano realizzate meravigliosamente.





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