Capitolo 1

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Gabriella's P.O.V

Mi portai una mano di fronte alla bocca mentre guardavo Sara in preda a un attacco di panico a malapena trattenuto.
"Non ci credo" balbettò la mia amica. "Voi... tu... dove stai andando? Oddio, sono un pochino agitata" ammise con un mezzo sbuffo sorridente, poi riprese a parlare a macchinetta. "Noi stiamo andando a Venezia e... per il compleanno di Gabriella . Già. Gabriella fa il compleanno a marzo. E abbiamo deciso di andare a Venezia perché i diciannove anni sono importanti... ma non mi sono presentata. Io sono Sara!"
Il suo sorriso a trentadue denti probabilmente stava a significare e ora puoi baciare la sposa.
Stefano sembrava un po' confuso, ma sorrise in quel suo modo adorabile.
"Ciao. Sì, anche noi stiamo andando a Venezia..."
"Glielo stavo per dire quando vi ho visti" dissi sorridendogli. "Io sono Gabriella".
"Ciao" disse pure a me, sempre con quel suo sorriso storto.
Sara, a quel punto, incapace di trattenersi oltre, esclamò: "Ste, posso abbracciarti?"
Lui allargò le braccia e la strinse a sè, facendomi ridacchiare.
"Sara, mollalo" le feci notare che era rimasta aggrappata a lui per troppo e lei, malvolentieri, si staccò.
"... i gentili passeggeri sono pregati di andarsi a sedere ai posti assegnati..."
"Io vado" disse Stefano. "C'è papà Vegas che mi aspetta di là nel vagone 3..."
Attacco di panico parte due, Sara spalancò la bocca e inalò grandi quantità di ossigeno e anidride carbonica per rimettere in sesto il suo organismo...
"Posso salutarlo?" pregò disperatamente.
"Ehm, sì, credo di sì" rispose Stefano con l'aria di chi non sapeva bene cosa rispondere.
"Sara lascialo respirare! Stefano, scusaci, ti accompagnamo al posto e non ti disturbiamo più" giurai e ovviamente mi alzai anche io per far parte della carovana diretta al vagone tre.
Vegas stava seduto tranquillamente al suo posto con il portatile poggiato sul tavolino.
Alzò lo sguardo e ci sorrise simpaticamente.
"Stefanino, ciao. Ciao ragazze".
"Ciao papà. Loro sono Sara e Gabriella... ti volevano salutare".
Sara fu capace solo di un largo sorriso e quello che entrambe conoscevamo come Giuseppe Greco si alzò in piedi e la abbracciò. Io aspettai a braccia incrociate il mio turno.
"Sono contentissima di avervi incontrato" esalò Sara.
Probabilmente avrebbe continuato a parlare per un bel po', ma glielo impedii dicendo: "Noi andiamo a sederci! È stato un piacere".
La tirai dietro di me e abbracciai anche Stefano.
"Gabriella, quand'è il tuo compleanno?" Mi chiese questo.
"Il 14" risposi. "Tra cinque giorni"
"Allora non ti possiamo ancora fare gli auguri" mi sorrise e ridacchiai.
"No, infatti".
"Ciao Sara" Stefano salutò anche la bionda, poi sollevò il suo bagaglio e si sedette.
"Ma andate anche voi a Venezia?" Chiese Vegas con un'aria simpatica e veramente interessata.
Svengo.
"Già, forse ci rincontreremo" abbozzai un sorriso.
"Ma certo che ci rincontreremo, il mondo è piccolo!" Esclamò Sara e capii subito che stava escogitando il miglior modo di stalkerarli senza sembrare una stalker.
"Andiamo" ripetei. "Ciao!"
Tornammo ai nostri posti.
"Gabri!" Esclamò Sara spazientita. "Perché non mi hai lasciato parlarci? Potevo scoprire cosa avevano in programma di fare e intercettarli in giro per la città!"

Sara's P.O.V

Una mano conosciuta era posata sulla mia spalla e mi stava scuotendo ripetutamente, i miei occhi ancora serrati si decisero finalmente ad aprirsi dopo la 20^ scossa.
La mia amica stava sbuffando quando decisi di levarmi le cuffie con ancora la musica che suonava al loro interno.
"Svegliati Bella Addormentata, siamo arrivati a Venezia da almeno 10 minuti!"
Non mi piaceva quando Gabriella urlava, così di malavoglia mi alzai sulle mie gambe ancora incerte sul reggere il mio peso e presi la valigia riponendo il telefono nella tasca destra della NorthFace.
Le immagini di St3pny e Vegas vagavano ancora nella mia testa quando mi voltai verso Gabriella.
"Stefano e Giuseppe! Dove sono?! Sono già scesi? Come faccio a seguirli ? Merda."
Esclamai tutto d'un fiato puntando il dito verso la mia amica che alzò istintivamente le braccia in segno di resa.
Poi parlò con un tono calmo e controllato.
"Sono scesi almeno 5 minuti fa, ci hanno salutate, ma tu non ti svegliavi, Vegas ti ha dato anche buffetto sulla guancia"
Mi toccai la parte incriminata e promisi a me stessa che non l'avrei mai più lavata.
"Come facciamo a seguirli ora Gabriella?! Mio Dio dovrò fare trecento ricerche! Ora corri fuori magari sono ancora qui!"
Sbraitai prendendo il trolley e schizzando via dal vagone mentre sentii in lontananza la voce della mia amica sbuffare.
Pochi secondi dopo me la ritrovai accanto sulla banchina, le vidi chiudere gli occhi, sorridere e prendere un bel respiro dell'aria Veneziana.
Poco dopo cominciò a tossire.
"Mi immaginavo un'ambiente con molto meno smog"
Asserì tra un cof e l'altro.
"Ma che pretendi!? Siamo ancora nella stazione"
La guardai confusa e esasperata per poi dirigermi verso l'uscita trascinandomela dietro.
Nello stesso momento in cui uscimmo dalla stazione, entrambe spalancammo gli occhi alla vista della chiesa di Santa Lucia.
Era bellissima, e il canale davanti ad essa le
dava un'aria ancora più elegante.
Gabriella aveva un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia, ed io ero davvero contenta di essere lì con lei.
Venezia era il suo sogno, e finalmente dopo quasi 19 anni della sua vita era finalmente riuscita a realizzarlo, e aveva deciso di viverlo con me.
Appoggiai il mio gomito sulla sua spalla nonostante lei fosse più alta di me di una decina di centimetri.
"Ora puoi prendere un bel respiro Gabri"
Le dissi sorridendo e i suoi occhi marroni si illuminarono, fece quello che le avevo detto e finalmente riuscì a respirare aria pulita.
Quando i suoi occhi si riaprirono vidi che stava guardando il traghetto che avrebbe dovuto portarci alla nostra meta.
Improvvisamente la realtà mi colpì come una svecchiata di acqua gelata.
Io soffro di mal di mare, non posso andare su quel coso galleggiante.
Fece un passo verso di quello, ma io la fermai subito.
"Ehi amica!"
Le dissi con un sorriso dolce.
"Si?!"
Mi chiese sei fermandosi.
"Non vorrai mica dirmi che vuoi andare su quel coso?! Ma no! Insomma sei venuta a Venezia e non vuoi camminare nelle sue fantastiche strade!"
Esclamai prendendola per mano e trascinandola lontano da quel mezzo infernale.
"Ma...ma..."
La sentii balbettare alle mie spalle.
"Dai che è bello"
Continuai a dire imitando la voce di SurrealPower mentre me la trascinavo dietro.
Passarono 20 minuti di inferno, con Elena che continuava a lamentarsi dicendo frasi tipo.
"Dai facciamo una pausa"
"Mi fanno male i piedi"
"Tra quanto arriviamo?"
"Io volevo andare con il traghetto"
Dopo l'ennesima domanda che chiedeva tra quanto tempo saremo arrivate, finalmente la scritta Hotel Cana Reggio ci si presentò davanti.
"Insomma Sa tra quanto arriviamo !!"
Urlò buttando per terra la sua valigia e facendo un urlo di liberazione che manco Hulk.
"Smettila siamo arrivate"
Dissi tirandola avanti e spingendola contro la porta. Quasi inciampò entrando e si appoggiò al banco della reception mentre prendevo le valige e le portavo accanto a lei.
"Salve ragazze posso aiutarvi?"

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