«Come sarebbe a dire che vuole ucciderci?!» chiesi esterrefatto io. La ragazza si alzò dal seggiolino brandendo un arco e mi stupii di non averlo notato prima!
«Da dove diavolo l'hai tirato fuori quell'arco?!» chiese in tono un po' brusco Daw; capii che era stupito quanto me!
La ragazza sbuffò, si spostò una ciocca di capelli dal viso, doveva avere più o meno la nostra età, e guardandoci entrambi commentò «Avete intenzione di continuare a fare domande oppure pensate di combattere?!». Mi diede l'arco in mano e si sedette al posto del conducente; prima di farlo alzò però il cappello dal sedile e notai che sotto c'era della polvere. Lei non parve farci caso e la spazzolò via con noncuranza, borbottando qualcosa sulle stelle. Una volta seduta mise in moto il tram e guardò con aria di sfida Norman, il quale iniziò a correre verso di noi; prima che io e Daw avessimo modo di commentare la scena, la ragazza lanciò il mezzo alla massima potenza contro il bidello; noi ci reggemmo a stento in piedi.
Il mio geniale cervello si pose un'unica e legittima domanda, date le condizioni della situazione
«Ma tu chi sei?!».
«Lara Roseblood, molto piacere, ma bando ai convenevoli, abbiamo un inserviente da "spazzare" via!».
Avrei avuto da ridire sul pessimo gioco di parole, ma prima che ciò avvenisse impattammo contro Norman.
"Oh mio Dio!" pensai, "abbiamo appena investito con un tram il bidello della mia scuola!". Scesi per controllare che non si fosse fatto male ma quello che vidi mi lasciò sconcertato: il davanti del mezzo era tutto accartocciato su se stesso e dalle lamiere uscì un uomo color bronzo, si girò con stampato in faccia un ghigno diabolico e non il sorriso con cui mi accoglieva tutte le mattine quando arrivavo in ritardo in classe. «Tanti auguri a me!» disse ma proprio non capii il senso di quella frase. Cercò di colpirmi con un pugno che schivai per miracolo! Dove prima c'ero io, adesso c'era un enorme solco nel terreno dovuto al devastante colpo. Trassi una conclusione, non era umano, qualunque cosa fosse.
Tornai sul tram il più in fretta possibile.
«Si può sapere cosa hai fatto per farlo arrabbiare così?!» mi urlò Daw.
«Cosa ne so io?!» ribattei, del resto se era il suo compleanno e non lo sapevo che colpa potevo avere?!
«Ehi quattrocchi!» gridò la ragazza. Mi girai d'istinto: avevo quello stupido nomignolo da quando due anni prima avevo messo gli occhiali e sinceramente lo detestavo!
«Lanciami l'arco o vuoi che ci uccida?!». Nemmeno mi ricordavo più d'averlo in mano; lo lanciai e lei, prendendolo al volo, incoccò una freccia.
«Anche la freccia? Ma com'è possibile?!». Eh si, Daw era sconvolto quanto me.
La ragazza fece un cenno con la testa per spostarsi un ricciolo da davanti all'occhio.
«Faretre costruite dai discendenti di Mercurio, ne hai mai sentito parlare, genio?».
«Chiedo scusa se non sono un esperto dei "porta-frecce" che costruiscono discendenti di elementi della tavola chimica!».
«Tavola periodica», corressi Daw.
«Quello che è!» urlò. Non serviva un cervellone per capire che era scosso.
Norman tirò un pugno alla fiancata, infrangendo buona parte dei finestrini. Lara si ricordò che una sottospecie di uomo-bronzo ci stava attaccando, allora scagliò la freccia attraverso uno dei tanti finestrini, mirando al bidello. La freccia si spezzo sul braccio dell'uomo.
«E' il mio compleanno Lara, non puoi farmi niente, sono fortissimo».
«Ah si?!» la freccia che incoccò in quel momento assunse un colorito sul rosso acceso, finche non prese fuoco. Tutto accadde in una frazione di secondo, lasciata partire la freccia si diresse verso lo stesso punto di prima ma, anziché spezzarsi, stavolta entrò fondendo metà del braccio come se fosse fatto effettivamente di Bronzo. Norman lanciò un verso disumano e si strappò la freccia dal braccio. «Non puoi battermi Roseblood, sono più forte dell'altra volta!». Fece un mezzo sorriso «E poi conosco dei trucchetti nuovi». Detto questo il braccio fuso iniziò a rimodellarsi fino a tornare normale. Colpì di nuovo la fiancata, stavolta più violentemente, come se con il braccio nuovo fosse diventato molto più forte di prima!
«Cavolo! Come diavolo è possibile?!» Lara imprecò.
«Magari, poiché continua a parlare del suo compleanno, vuole un regalo!» osservò Daw. Non capivo come facesse a non perdere il suo umorismo in una situazione così disastrosa. Stavolta il pugno del bidello sfondò la fiancata penetrando al suo interno; afferrando il suo braccio la ragazza fece una capriola e lo colpì con un pugnale che, proprio come la freccia, prese fuoco e si conficcò nella carne. Prima di recidere l'arto di netto venne però afferrata e scaraventata via. Mi chiesi che potenza dovesse avere un uomo per far tutto ciò con un solo braccio. Lara atterrò su un sedile malandato e, con molta probabilità, perse conoscenza. "Perfetto! " mi dissi, io e il mio migliore amico a fronteggiare un bidello mezzo nudo e abbronzato, "come potrebbe andare peggio?!".
Norman, senza avere più nessuno che gli intralciava la strada, divelse la parte del tram che fino a quel momento aveva usato come punching ball e salì.
Io e Daw ci mettemmo vicini, spalla a spalla, in modo da essere tra la bella addormentata e quel pazzo scatenato. Quest'ultimo scoppiò a ridere appena ci vide, probabilmente perché sapeva che non ce l'avremmo mai fatta.
«Poveri illusi, sperate davvero di battermi?!»... "appunto" mi dissi.
«Lasciatemi uccidere prima lei e poi forse voi vi ...».
«Risparmierò?» tirai ad indovinare.
«No!» sogghignò. «Vi ucciderò rapidamente, dandovi una morte indolore!».
«Ah, tanto non avevo voglia di lasciare una ragazza svenuta qui con te» sbottai cercando di darmi un tono sicuro. Non riuscii nell'intento.
Norman avanzò.
«Ma quello che non mi spiego è il perché lo stai facendo?!» cercai di guadagnare tempo.
«Per la gloria e la fama.» rispose lui.
«Credevo fossimo amici!».
«Stupido! Ho cercato di guadagnare la tua fiducia in questi tre anni e ci sono riuscito! Dovevo solo aspettare il momento giusto per colpirti, eliminare la minaccia principale era la mia missione!».
Devo ammettere che queste parole mi ferirono, pensavo di essere qualcosa di più di una "fantomatica" missione. Non avevo avuto molto a che fare con Norman, ma mi credevo suo amico!
«Non potevo certo immaginare che s'intromettessero anche questi due piccoli impiccioni!» disse con disprezzo, riferendosi chiaramente a Lara e Daw.
«Almeno io non cerco di uccidere i miei amici!» disse Daw, come per difendersi dall'insinuazione appena fatta. Ringraziai il cielo di avercelo vicino.
«Ma allora perché non l'hai fatto stamattina quando ci siamo incontrati?!»
«dovevo aspettare che il mio Universo fosse al massimo, al pieno della sua Energia Natale, cioè in quest'ora».
Universo? Energia Natale? Una cosa era certa, non capivo più niente!
All'improvviso mi ricordai di avere del nastro isolante nello zaino, sfortuna vuole che quest'ultimo si trovasse appoggiato a qualche sedile di distanza da Daw. Norman tirò un pugno, io mi spostai di lato e Daw face lo stesso. Mancò di poco Lara, infatti mandò in frantumi il sedile in parte. Mi rialzai da terra e vidi Norman che, pulendosi il pugno dai resti del sedile, guardava Lara, come se volesse godersi il momento del suo trionfo.
«Daw! Il mio zaino! Il nastro!». Si girò a vedere dove fosse lo zaino, mi fece cenno che l'aveva visto e si precipitò a prenderlo. Questo voleva dire che a me toccava il compito più divertente, distrarre il bidello per evitare di ritrovarci uno spezzatino al posto di una ragazza che incendiava frecce.
«Pensavo fossi più veloce e più forte!». Norman si girò verso di me «Vuoi vedere quanto sono forte? Posso ridurre in polvere la tua amichetta!».
«Bel coraggio! Lei è svenuta, non potrebbe schivarti!». Corrugò la fronte, poi digrignò i denti «Vuoi forse insinuare che non sono abbastanza rapido?!». L'avevo punto sul vivo. Caricò verso di me come un animale, lo schivai di un soffio appendendomi a una sbarra che usavano i pendolari per non cadere.
Attirare la sua attenzione, fatto!
Aver messo in salvo i ragazzi, fatto!
Sconfiggere bronzo-man ... su quello ci stavo lavorando.
Voltandomi vidi che si era schiantato sulla centralina dei comandi, sentii Daw che mi urlava che aveva trovato il nastro. Bene! Ora dovevo attirare Norman vicino a un palo per legarcelo, dubitavo che potesse funzionare visto che di solito non erano nastri testati su uomini che aprivano tram come se fossero scatolette di tonno!
«Daw, lancia!» mi arrivò tra le mani quello che era un enorme rotolo nero di plastica isolante. Mi avvicinai alle spalle di Norman il più silenziosamente possibile, mi acquattai dietro al sedile più vicino. Appena si liberò dalle macerie si voltò cercandomi con lo sguardo, sorprendendosi di non vedermi. Mi lanciai contro di lui sfruttando l'effetto sorpresa, buttandolo contro un palo iniziai a girargli intorno in modo da immobilizzarlo. Sperai con tutto me stesso che il nastro avrebbe retto il tempo di fuggire lontano da li.
Con mia sorpresa Norman si divincolava, ma non riusciva a liberarsi.
«Corri fuori!». Non ci fu bisogno di precisare il perché, Daw si tuffò fuori dal varco che l'inserviente aveva aperto salendo sul mezzo. Faci per andarmene anch'io, ma nel voltarmi vidi Lara priva di conoscenza, la presi in braccio e la trasportai fuori, cercando di stare attento a non farle male. Non saprei dire il perché, forse volevo ricambiare il fatto che avesse affrontato Norman e fatto di tutto per proteggerci. O semplicemente non avrei mai girato le spalle a qualcuno in difficoltà!
«E ora che facciamo?!» disse il mio amico.
C'era un boschetto sul limitare della strada.
«Infiliamoci li dentro, magari con un po' di fortuna non ci troverà».
Uno schianto fece presagire che Norman si fosse liberato... vatti a fidare dei nastri isolanti d'oggigiorno.
Seguii Daw nel bosco sperando che quello che avevo detto fosse vero.
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John Blizzard: l'ora degli astrali
Fantasy«E quello chi è?!» Mi urlò Daw praticamente nell’orecchio; non l’avevo nemmeno sentito avvicinarsi, quando voleva era dannatamente silenzioso! Però aveva ragione, in mezzo alle rotaie del tram, a una trentina di metri di fronte a noi si stagliava un...