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Mi appoggia sul pavimento della sua camera e mantengo lo sguardo basso perchè so che quando lo faccio arrabbiare non posso ribellarmi al suo volere altrimenti da arrabbiato diventa super arrabbiato .Chiude la porta a chiave e torna di fronte a me, con una mano mi sfila l elastico dei capelli lasciandolo andare a terra "cosa ti dico sempre sofy? Ora ti farò sentire bene ma mi fermerò giusto prima che finisca tutto nel tuo piacere e a quel punto ricomincerò finchè non ce l ha farai più e poi continuerò ancora e ancora con te o senza di te" un brivido di terrore con un pizzico di piacere mi scuote la schiena ma non lo do a vedere.
Mi spoglia di tutto per poi spogliarsi da solo fino ad essere nudo , mi spinge sul letto e si posiziona sopra me mentre io tengo le mani poggiate contro il suo petto, con le mani mi divarica le gambe infilandosi tra esse. "Per cosa sei punita oggi?" "PER ESSERE USCITA DI SERA SENZA IL TUO CONSENSO " "lo rifarai?" Muovo la testa in segno negativo "brava" si avvicina e mi morde la spalla mentre mi penetra duramente e io cerco di non urlare per non dargli soddisfazione, Spinge in me duramente facendomi gemere dal dolore e piacere anche se non lo ammetterei mai e poi se lui lo sapesse non so cosa mi farebbe, forse direbbe che lo sa oppure che mi farà ancora più male.
Sono completamente persa sto pensando solo a quell aria fresca non riesco a togliermi l immagine di casa dalla testa, mia madre, mio padre, mio fratello , i cani , la città ed elisa,.... erano anni che non ci pensavo ma ora torna tutto a galla insieme alle emozioni che avevo represso. Non mi accorgo che lui si è fermato che mi sta accarezzando il viso raccogliendo le mie lacrime che cadono a fiumi, ho la vista annebbiata, quasi non respiro e un ansia ceca insieme al dolore dell allontanamento si fa largo dentro di me. Inizio ad ansimare fortemente e mi porto una mano alla gola cercando un modo per prendere ossigeno. Mi era capitata una sola volta il primo anno una cosa del genere e non si era più riproposta.
Micheal scende velocemente da me e si veste in fretta e furia, prende una maglia e me la infila.
Mi solleva agitato e comincia a correre verso l infermeria " Non capisco cos hai! Ho fatto come faccio sempre e ti piace so che in fondo ti piace un po" parla a voce bassa a se stesso cercando la causa di tutto questo.
Ormai non capisco più nulla, vedo puntini neri ovunque, non respiro,la mano mi trema e i polmoni mi bruciano così tanto
"Martinez!" Chiama il dottore di guardia urlando "dalle qualcosa!" Tutto è confuso anche le voci "le do un sedativo" qualcuno mi tira il braccio e mi inietta qualcosa "è un sedativo non un sonnifero tra qualche minuto si riprenderà e potrai parlarle"dice matinez "ah micheal, sai che devo chiamare il capo vero" non sento risposta ma non mi interessa.

Dopo poco la porta si apre ed entrano due persone una coi tacchi, sarà di sicuro la stronza calcolatrice della psicologa e l altro il capo che ovviamente si preoccupa della sua agente più fruttifera.
"Cosa è successo?" Il capo
"La stavo punendo come faccio sempre ed ha avuto un attacco di panico come quello della prima settimana"
"Perche la punivi?" Stronza
"Era fuori a quest ora senza permesso"
"Hai notato qualcosa di diverso in lei quando l hai trovata?" Stronza
"Ora che ci penso... sembrava felice quasi, no decisamente felice"
"Strano, aspettiamo che si riprendi" capo

Si siedono nelle sedie penso e aspettano...e

Devo trovare una scusa a cui credano e ne ho una, spero solo che ci credano. Mi sposto un po sul lettino e tossisco per far finta di svegliarmi lentamente socchiudo gli occhi sbattendo un paio di volte le ciglia per abituarmi alla luce forte. Solo ora mi accorgo di essere nuda con una maglia di micheal probabilmente sono arrossita un po.
"Uscite" ordina la stronza
"Allora dimmi cosa è successo"
"Ecco-abbasso lo sguardo cercando di essere credibile- micheal mi stava punendo e mi è tornata in mente la prima volta che l ha fatto circa 4 anni fa" mi osserva stranamente come solo lei sa fare
"E perchè proprio oggi e le altre volte no?" Cercava qualcosa su cui fregarmi
"Perchè è questo il giorno" cerco di far scendere qualche lacrima "ed è stato rude come allora" fa che ci creda ti prego!
"Ok" mi lancia un occhiata e fa segno agli altri di entrare, con loro ci sono due guardie
"Voi due portatela in camera" dice alle guardie
"Va a riposare cara, ci parlo io con loro" annuisco alzandomi ma quando lo faccio rischio di cadere ma maicheal mi prende giusto in tempo lo respingo un po per dimostrare ciò che ho detto e dopo le due guardie mi riaccompagnano in camera.

Circa dopo un ora micheal è venuto a controllare che stessi bene e io ho fatto finta di dormire poi mi sono alzata e vestita pronta per iniziare il mio piano di fuga, l unica volta che ci ho provato mi hanno ripreso e micheal mi ha tolto la verginità per cui non l ho più fatto ma ora ho grandi possibilità. Tempo fa mi sono procurata l impronta dell indice di micheal e la conservo da allora per ogni evenienza visto che con quella posso accedere alla maggior parte delle stanze.
Mi dirigo silenziosamente in armeria con l impronta nello scoch entro e recupero una pistola e un cacciavite.
Ho già ucciso, molte e molte persone, ne ho torturate altrettante ma non sono sicura che riuscirei ad uccidere micheal. Si chiama sindrome di stoccolma, l hanno definita così se tu crei un certo rapporto con il tuo aguzzino.

Mi dirigo ansiosa alla grata ma con molta attenzione, inizio a togliere le due viti che servono solo per sicurezza. Con un po' di agilità mi infilo e richiudo la grata dietro di me.seguo l aria ormai fredda e svolto alcuni angoli, ormai ho deciso che se la strada sarà semplice me ne andrò subito senza dire nulla ma proprio quando ho preso la mia decisione il mondo mi crolla addosso. Il microchip. Ci penserò dopo ,ci metteranno un po ad accorgersi che manco probabilmente 8 ore, noto che il tubo d aerazione si apre in una piattaforma così ci arrivoe mi alzo in piedi, alla mia sinistra c è una scaletta che sale per una trentina di metri e poi c è una piccola grata da cui riesco a vedere blu, penso sia il cielonotturno ma non ne sono sicura mi affretto a salire le scale. Quando ormai sono a due scalini dalla grata, qualcuno mi afferra la caviglia. Micheal. Non servono parole . La strattono cercodi sfilarmi ma lui mi tira a se continua e continua. C è un unico modo. Sfilo la pistola e senza pensarci gli sparo, lui cade nell inferno della mia gabbia. Salgo ancora e sbatto furiosamente le mani sulla sottile grata sperando si spacchi e così é.
Le giunture si spezzano donandomi la libertà privatami per 4 anni.
Mi sollevo uscendo veramente libera all aperto
"Grazie signore" sussurro mentre inizio a correre verso delle luci in lontananza, sempre più grandi, sono dei lampioni di una strada dove stanno passando molte macchine, quella é la salvezza.
Arrivo con il fiatone sul ciglio della strada e osservo una dodge che sta quasi per arrivare, comincio a muovere come una pazza le braccia ormai con troppa adrenalina in corpo, l auto rossa accosta ed una signora sulla cinquantina scende è formosa ma con un viso delicato e dolce.
"Cara ti serve aiuto?"
"Io emm-perdo un po le parole perchè sono emozionatissima- grazie" non so che altro dire mentre l abbraccio di slancio stringendola e immaginando sia mia madre
"Ti serve un passaggio cara? Io sti andando a Seattle verso casa" cosa?
"Siamo vicino seattle?" Lei annuisce osservandomi bene
"C è mio figlio in macchina ma se vuoi ti possiamo acconpagnare in centro"
"Si, la ringrazio. Sa per caso dove è la centrale di polizia?" Mi fa strada alla macchina
"Certo ti porto li" annuisco mentre salgo
"Chi sei tu?" Chiede un bambino biondo dai sedili posteriori
"Io sono sofia tu?"
Io mike

DOLORE e AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora