Be my friend

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Era ancora seduto sulla brandina che era sempre stato il suo letto e il suo pezzo di stanza, al caldo, sotto le coperte, quando il suo sguardo scorse l'orologio attaccato alla parete di fronte a lui. Era tardi.
Nella stanza non c'era nessuno a parte lui, tutti erano sicuramente a cena. Tutti tranne lui e, ovviamente, lui.
Quando il suoi pensieri si intrecciarono alla realtà, in un inganno astuto e ben soffisticato che lo riportò nel mondo reale bruscamente, Newt sobbalzò.
Era tardi e lui era ancora lì?
Se lui era ancora lì voleva dire che anche lui era ancora lì.
E questo, in un dubbio troppo nitido per essere tale invase la testa di Newt, nuovamente. Cercò di scacciare il pensiero, come precedentemente aveva fatto, ma questa volta non poteva sedersi sul letto e infilare la testa in un libro per distrarsi.

Si alzò, spostando le coperte da un lato e scivolando via dal guscio che si era creato e dalle parole di un libro che tutto sommato non aveva letto così volentieri. Sospirò e si passò una mano tra i capelli, indeciso sul dafarsi. Era in piedi in mezzo a quella stanza, cosa avrebbe dovuto fare?
Poteva anche ignorare tutto, ignorare lui, e andare a mangiare tranquillamente, anche se tranquillo non era e non lo sarebbe stato.
Ma se fosse entrato lì, cosa avrebbe dovuto dire? Era la persona adatta? E se chiamava Teresa e dava a lei il compito?
Era sbagliato?
Certo che lo era. Tra tanta gente che un'ora fa dominava lo spazio di queste quattro mura bianche e accecanti, lui si era avvicinato solo a lui, a Newt. E solo a Newt aveva detto di aspettarlo, che sarebbe tornato presto.
E anche se presto non era tornato, se gli aveva mentito, lui doveva aspettare. Doveva farlo per lui.
Quindi bocciò l'idea di andarsene da lì.

Ora toccava decidere se entrare nell'altra stanza o meno.
Ma se fosse rimasto lì dov'era, cosa avrebbe dovuto fare per tutto il tempo? Lui non sarebbe tornato subito, già lo sapeva.
Anche se lo aveva detto.
Anche se lo aveva detto un'ora fa.
Ma l'aveva detto a voce spezzata.
E frettolosa.
E agitata.
Quindi doveva aspettarselo... no?

Camminò in cerchio, non seppe dire quante volte, con le mani tra i capelli. Lo fermò solo un rumore.
No, non quello di qualcuno che stava arrivando di soppiatto, o un urlo raggelante. Era quasi incomprensibile, udibile solo se in quel momento, come infatti successe, Newt non stesse varcando il tratto del suo solito cerchio dinanzi alla parete che lo divideva dall'amico. Era qualcosa che gli fece raggelare il sangue nelle vene.
Un gemito strozzato, o forse un singhiozzo, o forse un lamento soffocato.

Che cacchio stava facendo Tommy lì!?

Dopo quel rumore Newt si convinse che doveva per forza entrare, nonostante adesso aveva anche più paura. E lo si poteva benissimo capire: le mani gli tremavano, le gambe quasi quasi gli cedevano, il battito e il respiro sincronizzati nella stessa nervosa sintonia.
Non voleva restare solo, ora: si sarebbe immaginato sempre più cose probabilmente impossibili, e la sua mente da masochista lo avrebbe ferito per nulla, ma aveva pauta di ciò che Tommy stesse facendo e con cui avrebbe potuto ferirlo maggiormente. Perché sarebbe stata realtà, se apriva quella porta. Sarebbe rimasta la speranza della menzogna nel caso contrario.
Ma Newt odiava il caso contrario.

Così, uscì dal cerchio dei suoi passi e si avvicinò di soppiatto alla porta.
Se avesse sentito un altro suono avrebbe potuto urlare, ne era sicuro.
Respirò a fatica, poi trattenne il fiato.
Doveva bussare? Era il caso?
No, ovvio che no. Cosa l'avrebbe aspettato? Un Thomas sorridente che lo salutava con la manina, che lo abbraccia e rideva come se nulla fosse? Perché qualcosa era successa, ne era più che sicuro.
Così, le dita investite da continui tremolii, strinse il manico, e lentamente lo pigiò verso il basso.
Quanto gli era costato quel gesto. Non l'avesse mai fatto.

Quel suono, quel gemito o singhiozzo o qualunque cosa essa fosse li perforò le orecchie nonostante la scarsa intensità con cui era stato emesso, e Newt fremette. Doveva andare avanti, per quanti gli sembrasse una cosa impossibile. Perché a meno che Tommy non fosse lì dentro a pominciare con qualcuno, quello era lui. Era probabile che stesse facendo... emh, altro, anche da solo, ma Newt lo escluse subito.

Breathe Me, Newt ||NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora