23 Giugno 1936, ore 23:14

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«Suvvia Harry, il film non era poi così male.» mi dice Noah.

«Tu che ne sai?» inarco le sopracciglia, cercando di simulare un'espressione di rimprovero «Non ti sei staccato da Nancy neanche un secondo.»

«Colpevole.» ammette lui, con un sospiro.

Noto che non riesce a trattenere un sorriso mentre osserva la ragazza che trotterella felice al suo fianco.

So che Noah e Nancy litigano spesso, anche per le cose più stupide.

Eppure, guardandoli, ho come l'impressione che non si lasceranno mai. Ma forse è una consapevolezza, più che un'impressione.

Fin da quando eravamo bambini, non c'è mai stato Noah senza Nancy, o viceversa. Sempre inseparabili, anche dopo che lui la ricopriva di terra da capo a piedi e lei scappava da sua madre, piangendo e urlando insulti innocenti rivolti a Noah.

Non so se abbiano mai pensato all'idea di lasciarsi, ma credo che se provassi anche solo ad accennare ad una cosa simile mi guarderebbero entrambi come se fossi pazzo.

Ma a me sta bene così, e poi da quando Isaac si è trasferito mi sono abbastanza abituato a fare il terzo incomodo.

Quasi ogni settimana Nancy cerca di rifilarmi una qualche sua amica. Credo di farle pena.

Anche se al termine di ogni appuntamento a quattro finisce sempre con l'arrabbiarsi con me e darmi dell'insensibile. Ma non è colpa mia se le sue amichette sono così sciocche e insignificanti. Sembra che abbiano tutte questa ossessione di trovarsi il principe azzurro, sposarsi il prima possibile, sistemarsi e avere tanti bei bambini.

Diamine, non potete farmi discorsi simili al primo appuntamento, ho solo diciotto anni.

Respiro a pieni polmoni la tiepida aria estiva che mi investe non appena usciamo dal cinema.

Finalmente, era quello che ci voleva dopo essere stato soffocato da quel calore insopportabile per quasi due ore.

Oltre le porte dell'edificio la folla si disperde silenziosa, ad eccezione di qualche bambino che protesta contrariato perché non vuole tornare a casa a dormire.

Io, Nancy e Noah imbocchiamo invece il solito ponte illuminato che ci porta verso il centro del paese.

Mentre cammino mi metto a canticchiare un motivetto che ascolto solo io, dal momento che gli altri due sembrano troppo presi a discutere su cosa fare in occasione del loro quarto anniversario, tra tre settimane.

Vengo distratto dalle voci concitate provenienti dall'altra parte della strada.

Un gruppetto di ragazzi attende in fila di fronte alla gelateria e, all'improvviso, mi balena in testa un'idea.

«Ehi, un momento.» rallento il passo, strizzando gli occhi per vederci meglio.

«Ci fermiamo a prendere qualcosa?» Nancy mi guarda interrogativa.

«No, è che..» distinguo la gonna azzurra e sbiadita, finché il mio sguardo non si solleva su quelle labbra rosse «Quella ragazza.»

Ormai sono praticamente fermo e, con le mani in tasca, tengo gli occhi fissi verso l'altro lato del ponte.

«La conosci?» Noah inarca un sopracciglio, rivolgendo lo sguardo nella stessa direzione.

«Diciamo che vorrei conoscerla meglio.» sento un sorriso incresparmi le labbra mentre, quasi senza pensarci, attraverso la strada e mi dirigo verso quella camicetta bianca.

23rd JuneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora