23 Giugno 1937

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«Non voglio partire.» mormora sulla mia pelle.

Ha la fronte appoggiata alla mia spalla, gli occhi socchiusi.

Sento continui brividi percorrermi la schiena ogni volta che le sue labbra mi sfiorano il braccio.

«Sono solo due mesi.» mi sforzo di sorridere, anche se non mi può vedere «Passeranno in fretta.»

Faccio dondolare le gambe dal bordo del pontile di legno su cui siamo seduti, mentre le punte dei piedi sfiorano la superficie dell'acqua.

Sto cercando di rassicurarla, ma non mi è facile dato che anche il mio morale in questo momento è abbastanza sotto terra.

Sono solo due mesi, mi ripeto nella testa. Passeranno in fretta.

Mi sento come se stessi cercando di convincere me stesso, più che lei.

«Sono cinquecento chilometri.» sospira e scuote piano la testa.

«Quattrocentosettantasei.» la correggo «E, se mai ti capitasse qualcosa, il mio sesto senso lo saprebbe. Correrei da te, e in meno di cinque minuti sarei a Parigi.»

Sento la sua risatina arrivarmi fin sotto la pelle, per poi sfumare fino a lasciare un silenzio interrotto soltanto dal ronzio di alcune macchine in lontananza.

Il suono di un campanile arriva ovattato alle mie orecchie, ma ci fa sapere che sono le sei di sera e ci ricorda che tra meno di due ore il traghetto di Gwen salperà per la Francia, e me la porterà via per sessantadue giorni.

Quando lei riprende a parlare, una sensazione di sollievo mi riscalda lo stomaco.

«Potrebbe capitare qualcosa a te.»

La sua voce arriva strozzata quando pronuncia l'ultima sillaba.

«Me la caverò.» Faccio spallucce, simulando finta modestia «A meno che il paese non venga sommerso da un'alluvione. In tal caso mi toccherà nuotare, anziché correre, per raggiungerti.»

Farla ridere, scherzare, fingere di prendere questa situazione alla leggera.

Sono le uniche cose che mi permettono di distrarmi dal fatto che trascorrerò i prossimi due mesi da solo.

Cioè, senza di lei.

Bè, Noah e Nancy non contano, perché loro ormai vivono in un mondo a parte.
Quindi sì, è come se rimanessi solo.

«Oppure potresti innamorarti di un'altra ragazza.» la voce le si è ridotta ad un flebile sussurro.

Riesco soltanto a dischiudere più volte la bocca.

Mi ha preso così in contropiede che non so nemmeno come rispondere.

E allora rido.

Rido perché è assurdo, perché mi sembra ridicolo che lei abbia pensato anche per un solo secondo ad una cosa simile.

Solleva la testa dalla mia spalla e finalmente la riesco a guardare in volto, e, anche se sto continuando a ridere, una fitta allo stomaco mi ricorda che non rivedrò le sue labbra rosse per un tempo che ora come ora mi sembra infinito.

Intanto Gwen mi guarda, con un sorriso incerto ad incurvarle le labbra e con gli occhi di chi è stato rassicurato, ma non del tutto.

Allora le prendo il volto tra le mani, e lascio scorrere le dita ad unire quelle poche lentiggini che le cospargono le guance, e faccio l'unica cosa che in questo momento mi sembra sensata.

La bacio.

La bacio perché non saprei come farle capire in altro modo che non potrei mai innamorarmi di un'altra, neanche se fosse l'unica rimasta al mondo, neanche se questa sera lei partisse e non tornasse più.

Perché non mi basterebbe una vita per amare un'altra ragazza tanto quanto ho amato lei in un solo anno.

Sento il sapore salato delle lacrime che le stanno scendendo silenziose lungo la pelle, la sento ridere sulle mie labbra quando le sussurro che, se lei si innamorasse di un qualche francese smorfioso di nome Lèon, o François, o Jacques, non esiterei un attimo a prendere il primo traghetto per la Francia e venire a Parigi a spaccargli il muso.

Poi le sue mani sottili cercano di spingermi verso l'acqua, e io all'inizio mi oppongo, ma la pancia mi fa così male dal ridere che alla fine mi arrendo e mi lascio cadere dal pontile.

Una volta in acqua la schizzo, e lei urla, e la sua risata è così bella che mi arriva alle ossa.

E quando anche lei si è buttata, nonostante entrambi siamo ormai del tutto fradici, iniziamo a bagnarci a vicenda, e io mi sto divertendo così tanto che mi è difficile rimanere a galla.

Che poi è questo il nostro strano modo per dirci che ci amiamo.

Due mesi. Sono solo due mesi.

23rd JuneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora