Routine

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 8 anni dopo 

 Mi svegliai con la strana sensazione di essere schiacciata; mi divincolai, spingendo indietro una spalla. Zayn si spostò lievemente da sopra di me. Mi stringeva "a cucchiaio" da dietro, il suo respito lento e regolare mi sfiorava la nuca. Teneva un braccio poggiato pesantemente sopra di me, bloccandomi le braccia contro il petto, mentre con una sua gamba distesa sulla mia giacevamo con le dita di una mano intrecciate. E riuscivo a sentire la solita erezione mattutina premermi contro i reni.

Spensi con gesto rapido la sveglia del cellulare e gli mollai una gomitata nello stomaco. "Sono le sei" bofonchiai, assonnata, tornando a chiudere gli occhi. "Altri dieci minuti, Angel. Sono stanco", mormorò lui, stringendomi contro il petto. "No, niente dieci minuti. L'ultima volta si sono trasformati in un'ora, e Harry ti ha quasi scoperto", borbottai, centrandogli lo stomaco con un'altra gomitata. Spostò il braccio e mi premette le mani vicino al viso, giungendole come in preghiera. "Solo altri dieci minuti, Angel". Sospirai e chiusi gli occhi. Non c'era modo di discutere con lui, quando faceva così. Non avevo le energie, a quell'ora del mattino, per mettermi a litigare. Scivolammo di nuovo entrambi nel sonno, nel giro di un attimo.

"Amber, sarà meglio che tu sia già in piedi!" gridò mio fratello, bussando alla porta. Saltai sù, e così fece Zayn. Erano quasi le sette e mezza. "Ehm...sì, sono già sveglia, Harry", risposi, lanciando uno sguardo a Zayn, che si stava strofinando gli occhi, con aria un po' confusa. "Bene. Vado a fare colazione. Muoviti, oggi guida Zayn quindi vedi di essere pronta tra mezz'ora", mi avvertì Harry, dall'altra parte della porta, prima di allontanarsi lungo il corridoio.

"Cazzo, Angel, perchè non mi hai svegliato?", mi accusò Zayn, accigliandosi. Lo guardai con aria rissosa, rivolgendogli la mia occhiata più letale. "L'ho fatto, idiota! Ma tu hai detto <Altri dieci minuti> e mi hai bloccato sul letto per impedirmi di prenderti a gomitate!".Ringhiai sarcastica,imitando-male- la sua voce. Lui ridacchiò e mi spinse sul letto, bloccandomi le mani sopra la testa e scivolando su di me. "Ti ho bloccato sul letto? Per caso mi stavi sognando di nuovo, Angel? Potrei realizzare i tuoi sogni, se solo lo volessi." mi prese in giro, con il viso a pochi centimetri dal mio. "Sì, certo, ti piacerebbe! Ora togliti di mezzo, Zayn, e vatti a preparare. Sei te a guidare, stamattina, a quanto pare", sibilai, accennando alla finestra. Lui sospirò e si scostò, infilandosi i jeans e la T-shirt, per poi uscire dalla finestra, senza rumore, richiudendosela piano alle spalle. Andai a serrarla del tutto, prima di farmi la doccia più veloce del mondo.

Esattamente ventisei minuti più tardi, mi trascinai in cucina, e agrottai la fronte: Zayn era già lì, appoggiato con nonchalance al bancone, e stava mangiando i miei cereali. Dannazione, ogni mattina! Aveva i capelli mori alzati in un ciuffo, come sempre. Sembrava lo stesso di ogni mattina, come un dannato motomodello. Indossava jeans a vita bassa strappati in più punti, che lasciavano intravedere l'orlo dei boxer, cosa che faceva sempre girare la testa alle ragazze. In più, aveva una T-shirt bianca che metteva in risalto il suo torso scolpito e perfetto, e, sopra, una camicia a scacchi grigia e arancione, a maniche corte, completamente sbottonata. I suoi occhi cioccolato scintillavano di divertimento, quando mi guardò.

"Sei in ritardo, stamattina, Angel?", mi chiese, ammiccando. Lo fulminai con lo sguardo, facendolo ridacchiare. "Sta' zitto, Zayn! Perchè diavolo stai di nuovo mangiando i miei cereali? Non hai niente da mangiare a casa tua?", gli domandai, strappandolgi la scodella dalle mani e cominciando a mangiare. Lui si limitò a guardarmi con un sorrisetto divertito. Harry mi lanciò una confezione di succo di frutta. "Sembri un po' nervosa, stamattina, Ambs. Tutto okay?", mi chiese, un po' preoccupato. Lanciai un'altra occhiata a Zayn e lui scoppiò a ridere. Era ovvio che sembrassi nervosa, avevo avuto solo mezz'ora per lavarmi e vestirmi. "Mi sono svegliata tardi", borbottai, con un sospiro sconfitto.

Harry non aveva idea che Zayn dormisse con me ogni notte.Se l'avesse saputo si sarebbe infuriato. Era molto protettivo nei miei confronti, lo era sempre stato, ma era peggiorato da quando mio padre se n'era andato di casa, quando avevo tredici anni. Be', ho detto ~se n'era andato~, ma in realtà Harry e Zayn erano rientrati presto dall'allenamento di hockey, un giorno, e avevano trovato mio padre che, dopo avermi picchiato brutalmente, cercava di violentarmi. Harry era esploso, e lui e Zayn l'avevano riempito di botte, quasi ammazzandolo. L'avevano buttato fuori e gli avevano detto che se si fosse fatto rivedere l'avrebbero ucciso. Non era mai più tornato, comunque, ed erano passati tre anni.

Poco tempo dopo quell'episodio , mia madre aveva trovato lavoro in una grande compagnia di elettronica come assistente personale del direttore, e aveva iniziato a viaggiare parecchio. Era più il tempo che trascorreva fuori casa che altro, e la vedavamo appena una settimana al mese. Harry era l'unico che si prendeva cura di me, anche se talvolta ero più io che mi prendevo cura di lui.

Anche Zayn era molto protettivo nei miei confronti, ma ancora non andavamo molto d'accordo, sebbene avesse trascorso letteralmente ogni notte abbracciato a me nel mio letto, negli ultimi otto anni. Era tornato nella mia stanza, la notte dopo che mi aveva visto piangere, e avevamo finito per riaddormentarci. Dopo due settimane, era diventata una routine. Era una cosa di cui non parlavamo mai. Lasciavo socchiusa la finestra e lui mi raggiungeva dopo che i suoi controllavano che fosse addormentato. Non eravamo mai stati scoperti, in otto anni di quella storia. Ci eravamo andati vicini, un paio di volte, però. Due anni prima, la madre di Zayn aveva trovato il suo letto vuoto, ma lui aveva raccontato di essere andato ad una festa e di essere rimasto a dormire dal suo amico. Nessuno aveva sospettato che fosse con me, nella casa accanto alla sua. Mi prendeva ancora in giro e mi dava fastidio come quando eravamo piccoli, ma sapevo che ci sarebbe sempre stato, per me, se avessi avuto bisogno di lui. Era come se avesse due personalità distinte. Di giorno mi provocava, facendomi impazzire e arrabbiare tutto il tempo, e di notte diventava il ragazzo più dolce del mondo e mi coccolava, facendomi sentire tranquilla e al sicuro.

"Stai benissimo, oggi, Angel", commentò, con il solito sorrisetto sornione, studiandomi lentamente da capo a piedi, e facendomi strizzare gli occhi.

Sì, certo! I miei capelli castani erano ancora umidi perché non avevo avuto il tempo di asciugarli, grazie ai suoi stupidi ~dieci minuti~, quindi li avevo legati in un disordinato chignon. Mi ero infilata in tutta fretta i jeans stretti e scuri e la maglia rossa con lo scollo a V, aggiungendoci una felpa nera con il cappuccio sulle spalle e un paio di Convers nere. Avevo un filo di trucco, come a solito, soltanto qualche tocco di mascara per far risaltare i miei occhi verdi e un lucidalabbra trasparente. Non stavo benissimo. Stupido idiota! Gli mostrai il dito medio e uscii, dirigendomi verso la sua macchina. 

Appoggiandomi all'auto, infastidita, aspettai che quei due mi degnassero della loro presenza.


 


 




Angel || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora