Ricominciamo?

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"Ora sto tenendo duro per la vita cara
Non c'è modo che si possa tornare indietro
Forse non c'è niente dopo la mezzanotte
Che potrebbe farti restare
Ma ora che sono rotto
Ora che lo sai
Preso nel momento
Riesci a vedere dentro?"

WESTON'S POV
"TESS!"
Mi svegliai di colpo ed immediatamente mi assalì un grande mal di testa.
Non ricordavo granché del giorno prima, ma sicuramente avevo bevuto molto, dato che ho un'aspirina sul comodino accompagnata da un bigliettino con su scritto 'Prendila coglione!'
Qualcosa mi dice che so chi lo ha scritto... 
Non sprecai altro tempo e la presi.
10 minuti dopo decisi che era arrivata l'ora di alzarsi.
Era mezzogiorno dopo tutto.
Mi feci una doccia veloce e mi vestii con altrettanta fretta.
Avevo fame, che posso farci.
Pensavo che il mal di testa se ne fosse andato...ma tornò appena la voce di Dylan mi tuonò alle spalle, facendomi venire anche un infarto.
"Testa di cazzo! Ma che credevi di fare!?"
Volume troppo alto, volume troppo alto.
"Non urlare ti prego..." Lo supplicai.
"Io urlo quanto mi pare!"
"Va bene mamma"
"Non sei nella posizione di fare lo spiritoso. Rispondi alla mia domanda"
Che cosa potevo rispondergli?
La verità...si la verità.
"Volevo dimenticarla"
"Ci sei riuscito?"
"No"
"Sapevi che non ci saresti riuscito?"
"Si...ma ci speravo comunque"   
In quel momento la sua faccia passò dall'arrabiato al furioso in pochi secondi. Le sue narici si dilatarono...bene ora esplode.
"Ma perché cazzo ci hai provato, testa di minchia?! Dio! Potessi picchiarti lo farei!"
"Fallo allora" Mi sentivo coraggioso. Ed ero pieno di rabbia anche io. Consapevole di aver sbagliato.
"No, c'è Abigai. E poi sei vivo, e sai cosa succede se perdo il controllo..."
Si lo sapevo bene.
"Che succede se perdi il controllo?"
Chiese Abigail. Spero non risponda.
"Niente"
"Ma io voglio sapere"
"NIENTE ABI!"
Lei in risposta indietreggiò di un passo, come spaventata.
"Scusalo, e in corso una crisi di nervi e attaccherebbe anche un bicchiere"
"Va bene" Le scappò anche un risolino. Almeno l'ho tranquillizzata.
In quel momento mi venne in mente una cosa. Questa mattina mi sono svegliato gridando il nome di Tess.
"Per caso mi avete sentito urlare?"
"No, perché?" Fu Abi a rispondere, dato che Dylan era impegnato a cercare di non spaccarmi la faccia.
"Niente..."
Ricordo che la stavano portando via da me ed io ero impotente. Non ricordo altro.
Mi manca cazzo! Ed ora lei è incazzata con me, ovviamente.
Forse Dylan ha ragione: sono un coglione.
Dopotutto loro mi hanno appoggiato...
In quel momento presi una decisione.
Sarei andato da lei, almeno per provare a parlargli, dato che non risponde al telefono.
Senza dire una parola presi le chiavi della macchina e uscii di casa.
Entrai in macchina accendendo il motore pronto a partire
Portai con me anche un pallone da calcio. Non so perché, ma è stato soprattutto grazie al calcio che ci siamo conosciuti. Quindi credo che il mio subconscio ha pensato che avrebbe portato fortuna.
In effetti mi dava molta sicurezza.
E in quel momento ne avevo bisogno.
Che cosa le avrei detto? Che reazione avrà alla mia vista?
Meglio che non comincio a farmi queste domande, seguirò l'istinto.
Qualche ora e 30 telefonate da parte di un Dylan incazzato dopo (alle quali non risposi) arrivai davanti casa della madre dove si trovava anche lei.
Scesi dalla macchina con in mano il pallone. Decisi di andare sul retro dove l'avevo vista la prima volta che ero venuto qui, mentre dormiva nel giardino.
Infatti, era proprio li. Intenta a leggere un libro.
Mi bloccai all'improvviso 'che cazzo sto facendo' pensai.
Poi però presi coraggio e parlai...più o meno.
"Tess..."
Lei alzò la testa di scatto e mi osservò per qualche secondo, per elaborare la mia presenza probabilmente.
"Che ci fai tu qui? E perché hai un pallone?"
Dopo aver preso un respiro profondo, risposi.
"So che forse mi odi, non posso biasimarti, mi odio anche io. Ti ricordi quando giocavamo a calcio? Quando ti davo fastidio e ci provavo con te facendoti solo innervosire? Ecco, mi mancano quei tempi.
Quando mi ero impostato di conquistarti, di conoscerti.
Quindi se tu me lo permetti, vorrei conquistarti e conoscerti nuovamente. Voglio te, e solo te, nello stesso modo in cui ti ho avuta per la prima volta.
Poi magari puoi prendermi a parolacce quanto vuoi."
Probabilmente stava elaborando i pro e i contro...Sarò egoista, ma spero siano di più i pro.
"Non lo so Wes..."
"Ti prego..." Non riuscii a cacciare via quelle lacrime solitarie che scesero dai miei occhi.
E forse fu quello che la fece cedere.
"Va bene, una partita..."
"Grazie, Tess"
"Magari si, ti odio. Ma non ti odierò mai più di quanto ti amo"
Ok lo aveva detto, o me lo ero sognato?
Non sono così disperato... No, forse lo sono... Molto bene.
Quindi...
Che gli dico ora? "Come va?"
"Dove andiamo?"
"Iniziamo?"
Mio dio Weston, sembri un ragazzino alle prime armi...
'Bene Weston, calma e sangue freddo'
Avrò avuto un'espressione più che stupida, sarò rimasto in silenzio perso nei miei pensieri per almeno un minuto, infatti...
"Allora? Mi stanno uscendo le rughe"
Sempre la solita...
"B-Bhe si... Preparati ad essere stracciata" che idiota Weston!
"Pff... Dai facciamo una cosa veloce, tre gol e tutti a casa"
"Sette"
"Sette che?"
"Chi arriva prima a sette gol"
"Ma andiamo, cinque e non farmi perdere tempo" era così dura e fredda nonostante tutto... Non so se sarei riuscito a reggere.
"Andata per cinque"
"Tanto era l'ultima proposta, o così o niente"
"Tess..."
"CHE VUOI"
"Perché tutto questo astio tra noi?"
"Vuoi che ti mando a fanculo ancora prima di iniziare!? Smettila di fare il cane bastonato Dio Santo"
"Hai ragione... Senti facciamo così, come all'inizio"
"Inizio di cosa?"
"Come quando non ci conoscevamo ancora"
"Non mi sembra che mi stia comportando diversamente"
Non seppi cosa dire... Mi limitai a stare zitto e aspettare una sua prossima mossa, che arrivò presto.
"Andiamo al parco, così se arriva mia madre non succederà un'altra volta un casino"
"Giusto"
"Ovvio io dico sempre le cose giuste" non stava rispettando il "patto" mi stuzzicava e appena conosciuti questo non lo faceva, non so se lo sognai o cosa... Ma io vidi quel sorrisetto che tanto mi mancava.
Il tragitto verso il parco fu silenzioso, lei intenta a guardare avanti o i propri piedi e io che la seguivo facendomi guidare da lei per il parco. Ogni tanto la guardavo, in tutta la sua semplicità era così bella, non so come feci a trattenermi dal saltarle addosso e baciarla... 'Via questi pensieri!'
Aveva quella semplicissima tuta che la rendeva bellissima, metteva in risalto QUEI punti giusti e io stavo per impazzire.
"Bene, siamo arrivati, facciamo in fretta"
Nemmeno fossimo al patibolo...
"Bene, che mettiamo in ballo?" Dissi io, per la prima volta pronto.
"Che?"
"Bhe come i vecchi tempi, se faccio gol io che succederà? Se lo fai tu invece?"
"Domande" era ferma sulle proprie idee.
"Domande?"
"Già come i vecchi tempi... Ci facevamo domande a vicenda"
Merda mi aveva messo all'angolo, ormai sapevo tutto di lei cosa avrei potuto chiederle e come avrei potuto giocare queste carte a mio favore?
"Bene... Allora saranno domande..."
"Cosa c'è hai paura?" Oh madonna di nuovo quel sorriso...
"Io? Mai..." La sfida mi intrigava sempre di più.
"Cominciamo allora"
"Bene. Palla alle signore" che gentlement.
"Tanto lo sai che ti straccerò"
Non appena disse quello iniziò a correre verso di me, con tutta la forza che aveva e con tutta la competizione che fino a quel momento le era mancata. Bene iniziai ad andare contro di lei e i ricordi mi si affioravano in mente, non avevo nemmeno più tutto il fiato di una volta, avevo interrotto gli allenamenti e il fumo non aiutava.
Riuscii a smarcarla e a prendere palla, mi ricordavo le sue mosse e non mi trovò impreparato, non sempre almeno.
Il primo scambio durò un po' ma alla fine riuscii a prendere palla e a segnare.
"1-0 per il mitico Weston!!!" Urlai per sfotterla.
"Il punto della bandiera... Dai spara"
Ah cazzo che domanda le avrei fatto? Merda merda merda!
"Iniziamo con leggerezza..."
"Potrebbe essere l'ultimo che fai"
"Nha... Bene... Come stai?" Ma sei stupido!? Un idiota!? Ma che ho detto!
"Ma davvero dici? Questa è la tua domanda?"
"Bhe si... Iniziamo con leggerezza infatti..."
"Bene sarà anche una domanda stupida... Ma non lo è così tanto sai... Ora ti dico come sto...
UNA MERDA! Una completa merda... Sto solo la maggior parte del tempo, ho sempre più gli incubi e nessuno che mi aiuti a superarli, quanto sto da sola bevo, affogo i miei pensieri che NON VOGLIONO ANDARSENE e quando sono esausta sai che faccio? Me ne vado in camera mia, vedo le foto che ho al muro di noi 4 e Sbrocco! Butto tutto all'aria per la rabbia che non fa altro che aumentare! Quindi mi butto sul letto, guardò il soffitto e piango! Piango! Piango! Ormai non faccio altro!
Come sto!? Una merda! Ecco." Che domanda di merda... Ero riuscito a fare un errore alla prima domanda... Bella merda... Mi limitai ad abbassare lo sguardo dispiaciuto.
"NON FARE LA FACCIA DA CANE BASTONATO!" Ok... Era furiosa...
"G-giusto... Continuiamo."
Stavolta la palla stava a me ma ero troppo distratto da quello che aveva detto lei prima per concentrarmi sul gioco, infatti in poco tempo mi prese palla e segnò.
"Bene tocca a me." Aveva un tono duro come la pietra. Era ferma, impassibile.
"Bene, ti faccio la stessa domanda anche se vorrei picchiarti in questo momento... Come stai?"
"Bene... E come te prima... Risponderò sinceramente...
Non sto affatto bene, i sensi di colpa mi affliggono, passo sempre di più le mie sere al bar a bere o al parco a bere o fumare... Sembro un barbone, sono sempre più convinto che qui quella forte sei tu, cerco sempre un motivo per cui me ne sono andato ma non lo trovo e mi sento sempre più un vigliacco... Non mi sto più allenando e il fumo mi sta danneggiando, non riesco ad avere più la resistenza di prima. Non sono solo, Abigail e Dylan cercano di aiutarmi ma li mando sempre a fanculo e mi ritrovo da solo a voler eliminare i pensieri... Quindi bevo e cerco un rimedio che di questo passo non arriverà mai."
Ci guardavamo entrambi negli occhi... Si vedeva e percepiva la mancanza che avevamo entrambi... Ci mancavano ma non volevamo risoffrire, io almeno non volevo che lei soffrisse ancora.
"B-bene continuiamo" disse lei con voce spezzata.
La partita continuò, era tesa come sempre e io ero distratto, da tutto ciò che stavamo dicendo e che stavamo facendo. Stavamo avendo molto contatto fisico, inevitabile e i miei pensieri di offuscavano.
Il punto andò a lei, era imbarazzata alla domanda che stava per farmi... Mi preoccupai.
"Tu... Farai di tutto per me?"
"Bella domanda... Si... Farò di tutto per te, cercherò di farmi perdonare anche se so che questo potrebbe essere impossibile, essere qui comporterà una ramanzina da parte di Dylan, sto mettendo a dura prova il mio autocontrollo, sarò disposto a farmi urlare contro, farmi odiare, farmi prendere a parolacce da te se servirà a distendere le cose tra di noi."
Era immobile...
"Ti manco?" Non aspettai un altro punto... Avevo bisogno di chiederglielo.
"Da morire... Già stare qui è un'agonia, sapere anche di questa situazione è straziante, non riesco a non pensarti anche se vorrei, ho paura che tu possa stufarti e farti un'altra vita, che ti dimentichi di me, che vuoi sbarazzarti di me. Ho troppi pensieri per la mente e tu sei il principale." Guardava a terra... Era stremata e la colpa era solo mia.
"Non potrò mai fare tutto questo... Sono stato un coglione ma lo ammetto l'ho fatto per paura, non avevo una soluzione concreta e sono scappato"
"Sei stato un gran coglione" disse tra un singhiozzo e l'altro ma con un accenno di risata.
Non stavamo più giocando, stavamo immobili aspettando che qualcuno facesse qualcosa.
"Sei disposta a perdonarmi e a darmi un'altra possibilità?"
"Wes... Ho tanti dubbi... Cosa mi fa pensare che tutto questo possa risuccedere? Io sarei disposta SUBITO a darti un'altra opportunità, perché mi manchi da morire e sto morendo dentro perché non riesco più a sopportare di stare qui senza te e la nostra quotidianità"
"Lo dici a me... Tess hai più che ragione, sono stati un coglione ma sono pronto a rimediare"
"Wes... Così non mi fai riuscire nel mio intento... Io devo essere ferma sulle mie idee invece tu mi fai crollare ogni muro che vorrei creare... Però non voglio muri.. Oddio non so nemmeno io... È colpa tua" per la prima volta la vidi ridere quel giorno.
"Ti aspetterò."
Non disse nulla mi guardava, in quel momento avrei voluto baciarla... Ma avrei aspettato lei.
"È il minimo che posso fare" dissi ancora.
A quel punto lasciammo la partita in sospeso e andammo via. Le misi un braccio sulle spalle senza pretendere nulla, lei appoggiò la sua testa sul mio petto e mi fece capire che quella possibilità che tanto avrei voluto me l'avrebbe concessa.

La ragazza dal sorriso spezzato 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora