the city thinks that it's still night
lights on for the road
but no longer is the dawn(Urban Stranger - Urban Strangers)
"Dai Alex, impegnati un po' di più!"
Erano ormai due ore che i due ragazzi si stavano scervellando per trovare un nome da dare alla loro band. Erano stanchi di presentarsi solo come Alex e Genn quando andavano a suonare nei locali. Volevano un nome, un qualcosa che li unisse artisticamente parlando. Genn in particolare era quello che ci teneva di più.
"Mi sta venendo il mal di testa a furia di pensare. Possiamo quantomeno fare una pausa?"
Gennaro acconsentì e si avviarono verso la cucina di casa Raia. Mentre Alex preparava qualcosa da mangiare comportandosi come se fosse a casa sua, il biondo prese in mano il foglio in cui avevano fatto un elenco dei possibili nomi e lo rilesse. Ne avevano trovati circa una ventina. Black Mamba*, Two Crazy Boys e Nargil erano sicuramente i più stupidi. Li cancellò con il pennarello e si focalizzò su quelli rimasti.
Due o tre non erano malvagi, ma non lo convincevano abbastanza. Il nome avrebbe dovuto avere un significato, un qualcosa riferito a loro. Sapeva che non sarebbe stato facile, ma dovevano assolutamente spremersi la mente.
"Guinness o Heineken?" chiese Alex risvegliando l'amico dai suoi pensieri.
"Mh, boh, facciamo Heineken?"
Alex annuì, prese le due lattine di birra dal frigo e le appoggiò sul tavolo. Poi prese i panini che aveva preparato, li mise su un piatto e li servì. Genn lo ringraziò e riprese a parlare.
"Dobbiamo assolutamente trovare un nome degno di noi, degno di quello che siamo. Un nome che ci rappresenti appieno, anche nella nostra interiorità."
Alex concordò con l'amico: "Sì, sono d'accordo con te, ma è difficile. Calcola che mi risulta più facile scrivere una canzone che ideare un nome che durerà probabilmente fino alla fine della nostra carriera artistica."
"Lo so Alex, lo so. Ma in qualche modo ce la dobbiamo fare."
Si guardarono negli occhi e si sorrisero: era un sorriso sincero. Finirono di mangiare e decisero che forse sarebbe stato meglio continuare il giorno seguente. Ormai si era fatto tardi e Alex era atteso a casa per la cena. Genn invece sarebbe rimasto da solo perché le sorelle erano via ed entrambi i genitori avevano del lavoro da finire. I due ragazzi si salutarono sulla soglia di casa e si diedero appuntamento per il giorno successivo, stesso posto, stessa ora.
Gennaro sentì l'improvviso bisogno di fumare e salì in casa per prendere le sigarette. Si accorse con dispiacere che il pacchetto era vuoto e decise che forse non gli avrebbe fatto male fare due passi. Si mise le sue amate Vans nere e il suo giaccone color senape, prese le chiavi di casa, il portafoglio e di diresse verso l'uscita della sua abitazione.
*20 MINUTI DOPO*
Erano passati ormai 20 minuti da quando era uscito di casa. Aveva già preso un pacchetto di Chesterfield e se ne era già accesa una. Il fumo. Gennaro amava fumare. Era una delle poche cose che riusciva a rilassarlo, oltre alla musica ovviamente, e lui era sempre ansioso e nervoso. Decise di fare il giro lungo per tornare a casa e quindi si avviò nella direzione del parco. Si fermò ad osservare tutte le luci che riempivano la ormai buia Somma Vesuviana. Si ritrovò a pensare che il paese era cambiato davvero tanto da quando lui era piccolo. Tutte quelle case, tutti quei negozi, tutti quegli uffici una volta non c'erano. Quando andava al parco a giocare a pallone con gli amici non c'era tutto quello e il verde era l'unico colore contemplato.
Era una sensazione assurda. Si sentiva come se fosse uno straniero. Uno straniero nello stesso paese in cui era cresciuto. Uno straniero in mezzo a tutto quel caos urbano.
Straniero. Urbano. Straniero. Urbano. Continuava a ripetersi quelle due parole nella mente. Urbano e Straniero. In inglese si potevano tradurre come Urban e Stranger. Erano questo lui e l'amico. Due stranieri in quel mondo così urbano. Urban Strangers. Si, suonava davvero bene. Doveva assolutamente dirlo al suo compagno. Prese il telefono e cercò il numero di Alex sulla rubrica. Preso dalla troppa foga sbagliò due o tre volte.
Squillava.
"Pronto?" rispose una voce svogliata dall'altra parte del telefono.
Gennaro era davvero eccitato per aver avuto quell'idea brillante.
"ALÈ HO UNA NOTIZIA FANTASTICA. HO TROVATO IL NOME PER LA BAND E NON PUOI CAPIRE, È FOTTUTAMENTE PERFETTO. CI DESCRIVE APPIENO."
Alessio, dal canto suo, non aveva capito una parola di ciò che l'amico gli aveva urlato tutto d'un fiato.
"Gennà, calmati. Fai un respiro profondo e ripeti lentamente ciò che hai detto."
Il biondo mugugnò scazzato e ricominciò tutto da capo. Alex era riuscito a fargli calare l'hype.
"Ho detto che finalmente ho trovato il nome per la nostra band. Stavo camminando e mi è venuta questa ispirazione improvvisa. È bastato guardarmi intorno per il nostro bel paese per farmi accendere la lampadina delle idee."
"Ok, ma basta girarci intorno. Dimmelo e basta." Ora anche Alex era diventato impaziente.
Gennaro prese un respiro e poi glielo comunicò: "Urban Strangers. Che te ne pare Alè?"
Alessio era stupito. Cazzo se gli piaceva. Era bellissimo.
"È fantastico Genn. Stranieri urbani. Poi mi spiegherai meglio come hai fatto a tirarlo fuori guardandoti in giro per il paese." Iniziò a ridere il moro.
Gennaro, dall'altra parte del telefono, sorrise.
"Va bene, te lo spiegherò meglio domani. A proposito, porta un manettino della play che l'altro che avevo io l'ho rotto."
Alessio, pur non potendo essere visto, annuì. "Va bene, lo porto io. Posso farti un'ultima domanda sul nome? Le parole Urban e Strangers sono in qualche modo legate a noi?"
Gennaro rispose nel modo più sincero possibile: "Sì, rappresentano la nostra unione artistica. Tu sarai il mio Urban e io sarò il tuo Stranger." E, mentre lo diceva, nel buio vicoletto in cui stava camminando si potevano notare i suoi occhi illuminarsi.
*Precisazione su Black Mamba. Questo capitolo l'ho scritto interamente durante le ore di informatica. Non sapevo che idee inventarmi per i nomi e ho chiesto un consiglio a quell'idiota del mio compagno di banco. Ovviamente Black Mamba è un'allusione ad un qualcosa, ma non dirò a cosa per non urtare la sensibilità di alcune di voi ahahahahahaha
Parliamo ora di questo capitolo.
Sicuramente è più lungo dei precedenti, ma come lo definirei io? Imbarazzante. Sì, non mi convince nemmeno un po'. Eppure l'ho postato e voi vi starete probabilmente chiedendo il perché. Beh, volevo scrivere un capitolo sulla scelta del nome e questa è l'unica idea che sono riuscita a partorire. Tra l'altro, manco a farlo apposta, sono riuscita ad inserire anche il titolo della mia storia.
In ogni caso, sta a voi giudicare questo capitolo. A tal proposito, vi chiedo di votarlo e, magari, di lasciare qualche commento sia positivo, sia con critiche costruttive e/o consigli.
Vi ringrazio per le 657 visualizzazioni e i 56 voti in meno di una settimana. So che non è molto, ma per me è un traguardo.
P.S. il disegno che vedete in foto non mi appartiene in alcun modo. Ho trovato la foto su twitter e non ho potuto fare a meno di inserirla. Qualora la creatrice si sentisse infastidita, provvederò a toglierlo.
Alla prossima :)
||Flox
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You'll Be My Urban, I'll Be Your Stranger || GENNEX
FanfictionQuesta è una serie di piccoli racconti sulla vita di Gennaro e Alessio. Scene di quotidianità e dimostrazioni di quella che è più di una semplice amicizia.