CAPITOLO 1

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Ettari ed ettari di boschi furono rasi al suolo. Il legname fu trasportato in zone strategiche, ma nessuno sapeva a cosa sarebbe servito insieme alle pietre ordinate dall'esercito dell'imperatore.

Dalle Cronache di Barlaam


Dalla cima della collina glabra su cui si trovava, la ragazza poteva vedere il villaggio cadente che sopravviveva sul cucuzzolo di fronte a lei: il villaggio di Piillaer. Le era stato assicurato che fosse sotto la protezione del Gran Signore di [...], anche se dall'aspetto non pareva fosse il principale interesse del protettore.

La pioggia scrosciante da poco iniziata rendeva il suo aspetto ancora più tetro, oltre ad inzuppare i suoi abiti logori per il viaggio ed i lunghi capelli. Un brivido di freddo la colse con l'arrivo di un leggero venticello. Per diversi chilometri gli alberi erano stati abbattuti e nulla le poteva offrire un riparo sicuro da quell'aria gelida, tanto meno la misera camicia o i calzoni rubati all'unico cacciatore che aveva incontrato durante il percorso. Chissà se avrebbe trovato comoda la tunica che gli aveva lasciato.

La luce che filtrava attraverso le nubi cineree era scarsa e in alcun modo avrebbe potuto accendersi un fuoco per illuminare il proprio cammino. Solo raggiungendo i piedi dell'altra collina avrebbe potuto ripararsi.

Sovrappensiero, si scostò una ciocca dal volto e rivolse un ultimo sguardo nella direzione da cui era arrivata. Ora era sola, senza più alcun compagno. Cercando di non bagnare il contenuto del suo borsello, prese un laccio e si legò i capelli. Decisa, si rimise in marcia, prima che il pendio fosse del tutto impraticabile. La terra, unendosi all'acqua, si sarebbe tramutata in un torrente di melma che avrebbe potuto trascinarla a valle con ben poche possibilità di salvezza.

Le pietre che un tempo indicavano la via più sicura per la discesa erano state divelte e trasportate altrove. A fatica trovò un ramo abbandonato abbastanza robusto da sorreggerla. Mentre la pioggia allontanava lo sporco che aveva accumulato sul suo corpo, le cadute che si susseguirono la ricoprirono di fango misto a foglie. Non poteva vederle con chiarezza, ma sapeva che appartenevano alle querce che un tempo s'innalzavano maestose in quella zona. Come se non fossero stati sufficienti i capitomboli, nei punti in cui il terreno aveva maggiormente assorbito la pioggia, i suoi piedi e le sue gambe sprofondavano per diversi centimetri. Per avanzare fu costretta a togliersi gli stivali, indispensabili per attraversare il corso d'acqua che la separava dal villaggio.

Passo dopo passo, al di là del dolore, iniziò ad udire il rombo del fiume alimentato dall'acquazzone. Per quanto possibile cercò di affrettare la marcia, ansiosa di raggiungere la sponda opposta: mancava così poco alla sua meta. Le sembrò incredibile di essere arrivata fino a lì, senza alcun aiuto. Avevano avuto ragione a fidarsi di lei, almeno per ora.

"Forza" ordinò a sé stessa, alzandosi da terra. L'euforia del momento aveva messo a tacere la stanchezza corporea e schiarito i pensieri febbricitanti: doveva guadare il corso d'acqua quella notte stessa.

Giunta alla riva, immerse le mani. Il fluido, misto a fango, scorse attraverso le sue dita ferite e ne lenì il dolore. Dal cielo la falce della luna offriva un lieve chiarore solamente se le nuvole non la coprivano. Non era sufficiente per permetterle di trovare un passaggio sicuro. Utilizzando il bastone valutò la profondità in più punti: ad un metro di distanza l'acqua le sarebbe arrivata a metà coscia, se non ai fianchi, e non era certa di resistere alla forza della corrente.

Da quella posizione il villaggio era invisibile ai suoi occhi, celato dal bosco che ancora cresceva intoccato e dall'oscurità.

"Sono solo cinque o sei metri" pensò camminando avanti e indietro. "Se continua a piovere, domani potrebbe aumentare il livello... se mi fermo su questa riva e il fiume straripasse... non avrei scampo."

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