07. Before it goes South.

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«L'allarme è suonato, ripeto, l'allarme è suonato» comunicò la Vedova Nera, mentre lei e il Capitano tornavano agli ascensori. «Attivo sistema di localizzazione. Evacuare le premesse ORA» aggiunse.

Lyssa passò la comunicazione negli auricolari del resto del team, che vennero interrotti nel bel mezzo dei loro compiti.

Bibiana fece quasi cadere il vassoio dalla sorpresa: non si aspettava i due Vendicatori fallissero la missione.

Lanciò uno sguardo nella direzione di Stephen, anche lui alla ricerca della collega. Fece un breve cenno con la testa, come a confermare gli ordini ricevuti, e l'agente Abascal si fiondò alle cucine.

Si tolse il grembiule nero mentre percorreva il corridoio che portava ad una delle uscite e lo gettò in un angolo, insieme al tesserino di riconoscimento e al corsage che tutto lo staff indossava.

«Qua Abascal, mi sto dirigendo all'uscita» avvisò. Saskia rispose pochi secondi dopo.

«Stiamo venendo a prendervi» disse. In sottofondo, Bibiana poté sentire chiaramente i rumori del jet decollare.

Se l'Agente 31 e Tarlov si erano prese la briga di pilotare fino alla prossimità della villa, significava che la situazione era peggio di quella che pensasse.

Nel frattempo, Boomslang e Arisaka erano ancora bloccati con Jae Won, che aveva ricevuto da poco la chiamata d'allarme. Parlò in coreano con il mittente della telefonata e dal tono non sembrava essere felice.

Jenny guardò Stephen, visibilmente nervoso. Non potevano semplicemente scappare come niente fosse.

Park si girò, ancora al telefono, e guardò prima Genevieve e poi Stephen.

«La prego di perdonarmi, signor Miller» gli disse. «Ma temo di esser nel bel mezzo di un'emergenza»

«Spero nulla di grave» replicò Boomslang, alzando il bicchiere di champagne, come a dirgli buona fortuna. Jae Won abbozzò un sorriso tirato, palesemente finto a causa delle circostanze.

Miller salutò con garbo e fece per andarsene insieme a Genevieve, che aveva giustamente fatto notare che non doveva impicciarsi nei suoi affari. Nel momento in cui Jenny cercò di seguire Stephen, Jae Won la fermò, prendendola per un braccio. «Se posso permettermi, sarebbe più saggio se tu venissi con me»


«Piano meno due» avvertì l'ascensore. Le porte si aprirono di fronte a Natasha e Steve, che si aspettarono di trovare campo libero. Purtroppo, così non era stato.

Due guardie vestite di nero puntarono la pistola contro di loro, visibilmente incazzati.

«Nugu ya!?» urlarono. Nessuno dei due capì cosa volessero dire. «Nugu ya!?» ripeté il più vicino.

«Non so cosa vogliano dire, ma non penso siano amichevoli» ironizzò la Vedova, poggiando la valigetta e alzando le mani. Era meglio essere cauti, considerando che non avevano un piano d'azione.

«Non saprei. Lo spilungone lì sembra abbia voglia di prendere un caffè in compagnia» replicò il Capitano. «Dov'è Satink quando serve?» domandò poi in un sussurro.

Ad un certo punto, una delle due guardie venne colpita. L'uomo sentì un dolore acuto alla schiena, si gettò a terra e solo dopo si rese conto che qualcuno gli aveva conficcato un coltello a pochi centimetri dalla spalla.

«No mughidurul neryogwa!» urlò una voce, familiare ai due ostaggi in ascensore. La guardia ancora illesa avanzò quasi fino alla fine del muro, tenendo la pistola pronta. Tremava leggermente, probabilmente perché non era a conoscenza della posizione del loro avversario.

Mission Impersonatable (#3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora