"Come mai hai quest'auto?" Chiedo rivolgendo il mio sguardo al riccio.
"È dei miei genitori." Dice vago.
Mi sembra strano vederlo guidare un'auto mal ridotta e così vecchia dopo aver visto il suo appartamento.
"Certo che sei troppo curiosa, Catastrophe." Mi rivolge uno sguardo veloce.
"Scusami." Mi stringo tra le spalle.
È una scena abbastanza strana, sono nella macchina di uno sconosciuto e nonostante abbia bevuto troppi bicchieri di whisky mi sento come prima. Anche ieri, non è cambiato nulla. Reggo l'alcol molto bene devo dire.
"Sono sicura che quando tornerò a casa mia madre mi punirà." Sbuffo.
"E fa bene." Si fa spuntare un sorriso.
"Da che parte stai?" Mi acciglio.
"Guarda che quello che hai fatto è sbagliato."
All'improvviso mi sentivo una bambina che è appena stata rimproverata dal paparino.
"Si papà." Sbuffo.
Il mio sguardo è rivolto sul finestrino della vettura e d'improvviso mi rendo conto di cosa stava succedendo: perché uno sconosciuto si scomoda a tal punto da riportami addirittura a casa?
"Harry." Attiro la sua attenzione. "Perché lo stai facendo?"
"Perché sono un ragazzo gentile." Ridacchia per la mia domanda che però mi sembrava più che adeguata.
"E se fossi uno stupratore? cosa ne posso sapere io?" inizio a muovermi e alzare la voce.
"Ti vuoi calmare?!" esclama lui.
"Giuro che voglio solo farti un favore, nulla di più."
Mi guardo attorno e noto che il sole ormai si è impossessato del cielo, le macchine sfrecciano via come se non ci fosse il suolo e noi facciamo lo stesso; amo quasi questa velocità, questo sfrecciare via e sento come se devo essere io una di queste auto, avere la velocità per scappare davvero e andarmene un'altra volta e al solo pensiero di dover ritornare a casa mi sale una tristezza assurda.
"Che ti prende?" mi chiede Harry vedendomi pensierosa.
"Non penso di voler tornare." esce quasi un soffio.
"E così grave la situazione?"
"Per me si." mi porto le mani in volto quasi per calmarmi.
"Scegli, siamo ancora in tempo per tornare indietro." si ferma in un (autogrill)e mi fa segno di scendere.
Chiudo la portiera e respiro con i polmoni peni, assaporando ancora l'aria di libertà.
"Due cappuccini." ordina al bancone il riccio.
Ci sediamo su due sgabelli vicino al tavolino, appoggio le braccia che sentivo troppo pesanti; Harry mi fissa aspettando che dico qualcosa ma dalla mia bocca non esce nulla.
"Ecco a voi." Dice il cameriere poggiando i due cappuccini sul tavolo.
"Non parli?" Chiedo girando la bevanda calda.
"Dovresti farlo tu." Fa spallucce.
"Non so che dirti, cioè è una situazione complicata. Dovresti vivere come vivo io per comprendere."
"Capisco." sorseggia la bevanda.
"No che non capisci!" mi irrito quasi.
"Bevi il cappuccino e partiamo, abbiamo ancora molte ore." si alza e si dirige verso il bagno."Appena svolti a destra troverai casa mia." sospiro sconsolata.
"Okay, preferisci salutarmi ora o lì davanti?" blocca l'auto e mi fissa intensamente.
"Qui." apro le braccia aspettandomi un abbraccio che però non arriva, ma un dolce e caloroso bacio sulla fronte lo sostituisce.
Scendo dall'auto e mi dirigo verso quello che io definivo inferno, busso insistente alla porta e mi ritrovo la mia famiglia pronta ad accogliermi gioiosa, è una strana sensazione. Forse le cose sono davvero cambiate dopo la mia fuga?spazio a me!
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scusate se non ho aggiornato subito ma in sto periodo ho avuto il mio compleanno, troppe verifiche e ospiti a casa! Quindi ho trascurato un po' tutto, mi scuso ancora.☹

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Catastrophe.{h.s}
Fanfiction"Hai mai pensato di andare via e non tornare mai più? Scappare e far perdere ogni tua traccia, andare in un posto lontano e ricominciare a vivere, una vita nuova, solo tua, viverla davvero. Ci hai mai pensato?"