Capitolo 2

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Pov. Stiles
Avevo voglia di sfogarmi, di stare solo e di dimenticare tutte le pressioni che ho.
Era sabato sera e non faceva tanto freddo come di solito, mi inoltrai nel bosco per raggiungere il mio posto preferito, la luce della luna filtrava nelle chiome folte e verdi dei pini, sotto i miei passi le foglie e alcuni ramoscelli si spezzavano e facevano rumore.
Arrivai al centro del bosco di fronte a me c'era un maestoso salice piangente, era un posto molto speciale per me e il mio branco.
Mi misi seduto vicino a esso e mi sdraiai per terra a guardare le stelle e la luna.

Sentii dei rumori arrivare da lontano, mi alzai di scatto e dietro un cespuglio usci una cagnolina molto piccola marrore, ma non era quello che mi preoccupava, da fuori il bosco proveniva un odore che mi faceva impazzire, sapeva di buono, sapone, e speranza era un odore che mi ricordava la mia infanzia i mie momenti felici, dall'entrata del bosco sentii una voce soave che urlava qualcosa.
Mi avvicinai all'entrata del bosco con in braccio la cagnolina, mi nascosi dietro un cespuglio e vidi arrivare una meravigliosa ragazza dai capelli biondo fragola.
"Mia" fu la prima cosa che il mio istinto mi fece pensare.
Nel vederla avvicinare uscii dal cespuglio.
Le porsi il cane ma lei non si accorse di quello che stavo facendo.
Un urlo assordane si inoltrò nelle mie orecchie e subito le misi una mano sulla bocca.
<Sh. Non c'é bisogno di urlare, non sono un serial killer.> dissi ridacchiando, era impaurita e lo si notava facilmente.
<Chi mi dice che non lo sei veramente?> indietreggio e io subito feci un passo in avanti, ma lei sembrava che non si fosse accorta.
<Fidati, non lo sono. Volevo solo chiederti se questo cane fosse il tuo?>
Illuminò il musetto del cagnolino che avevo tra le braccia quando urlò <PRADA! Sei tu! Menomale.. mi hai fatto preoccupare> le accarezzò le orecchie <scusa per prima é che> ma cosa stava facendo? Mi ignorava completamente e non mi piaceva affatto questa cosa.
<Stai seriamente parlando con un cane?>le dissi e la fissai.
<Beh, non sono affari tuoi. E comunque non ci trovo nulla di strano.> Lei a sua volta mi rivolse il suo sguardo e ne rimasi incantato, ma non potevo dimostrarmi debole e quindi decisi di optare per una battuta..
<Vuoi una foto? Dura di più sai> mormorai muovendo un dito in cerchio.
Lei staccò il suo sguardo, prese il cane e si girò.
<Grazie> mormorò andandosene.
Lei era mia e volevo rivederla al più presto, dovevo fare qualcosa.

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