Capitolo 3

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Entrai nella stanza e vidi sul pavimento il corpo di Mr Sands in una pozzanghera di sangue, che proveniva dalla gola e, avvicinandomi per analizzarlo, vidi che l'arma del delitto era un'arma da taglio e non da fuoco. Cercai nello studio degli indizi e trovai un mozzicone di sigaretta sul tappeto, qualcuno aveva fumato un sigaro di recente, ma l'odore del fumo non si sentiva, poi vidi un taccuino su cui c'era scritto l'inizio di una lettera d'amore, infine, a terra, sotto il tappeto, trovai anche una fiche e chiesi alla moglie da dove provenisse, ma non ottenni una risposta utile.

Il detective chiese a Mrs Allison: <<Nei dintorni conoscete per caso qualcuno che possa avere dei rancori nei confronti di vostro marito?>>.

Lei rispose: <<qui a Londra ci sono solo due suoi cari amici e poi ci sono io, non c'è nessun altro perché ci siamo trasferiti recentemente per poter venire a lavorare>>.

<<E qualcuno di estraneo o colleghi di lavoro?>>.

<<Che io sappia no perché come le ho detto siamo qui non da tanto tempo>>.

Da questa risposta capii che la signora voleva chiudere qui, per il momento, il discorso, infatti aveva iniziato a parlare molto frettolosamente. Ma mi venne proposto da lei di fermarmi per il pranzo e accettai molto volentieri essendo comunque lontano dalla città. Alla fine del pranzo chiesi l'indirizzo dei due amici di Mr Sands, per poter andare a chiedere qualche cosa in più a loro.

Nel pomeriggio mi recai prima da Rupert Hague e poi da Trent Wood, i due amici di Jack.

Rupert Hague aveva 43 anni. Era alto, con dei lunghi capelli marroni e gli occhi color ghiaccio, freddi. Aveva la barba e un grosso naso, era anche intelligente e gentile ma a volte impulsivo. Non aveva un lavoro stabile e in quel periodo era disoccupato. Abitava in una casa sporca rovinata e trascurata dal tempo.

Mi fece entrare in casa e iniziai a porgli alcune domande per trovare qualche informazione in più su di lui e sull'accaduto omicidio.

Iniziai con una domanda semplice per non agitarlo e per far sì che rispondesse sinceramente.

Gli chiesi: <<Lei dove si trovava ieri notte?>>

<<A casa mia se non ricordo male, oppure a giocare nel centro di Londra>>

<<E c'è qualcuno che lo può confermare?>>

<<No, nessuno, ma io le giuro che non sono stato io ad ucciderlo, era il mio grande amico>> e si alzò di scatto.

Gli chiesi anche qualche informazione sulla vita privata e capii che era un uomo povero e che era spinto a bere e a giocare.

Lo ringraziai per la disponibilità e mi recai dall'altro amico, Trent Wood.

Aveva 39 anni e aveva i capelli e gli occhi dello stesso colore: marroni. Aveva un naso piccolo come la bocca ed era basso e magro. Era un uomo onesto e serio e una cosa che gli piaceva fare era dedicarsi a lunghe passeggiate nel parco. Lui aveva molti amici e andava a giocare a golf con Jack. Nella vita di tutti i giorni faceva l'avvocato.

Arrivato a casa sua, rimasi colpito dall'imponenza della villa e quando mi accolse chiesi anche a lui dove si trovava la notte precedente e lui rispose freddamente:

<<Ero in giro a fare quattro passi>>

Ribadii: <<E c'è qualcuno che lo può confermare?>>

Mr Trent confermò :<<Sì, ero con i miei amici, se vuole può chiedere a loro>>.

Mi parvero delle risposte buttate lì, ma in effetti, che motivo avrebbe avuto di mettere i suoi amici nei guai se non avesse detto la verità?

Omicidio per giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora