Vorrei tu fossi qui

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Rientrato in casa, Harry si fece una lunga doccia per schiarirsi le idee.
Quando era da solo riusciva a capire che quello che sentiva per Louis era sbagliato, pericoloso e che lo avrebbe condotto solo alla rovina.
Ma quando ce lo aveva davanti in carne ed ossa, il suo cervello andava in tilt e sentiva solo una grande attrazione, una voglia irrefrenabile di esaudire ogni singolo desiderio.
Gli aveva promesso di chiamarlo il giorno dopo, ma per dirgli cosa?
Che era meglio troncare prima che fosse troppo tardi?
Si erano baciati, toccati e masturbati a vicenda ... forse era già troppo tardi!
Oppure per dirgli quello che sentiva veramente?
E cioè che lo desiderava come non aveva mai desiderato nessuno, che aveva voglia di sentirlo di più, di fare sesso con lui, anche se il come non era ancora pronto ad affrontarlo.
Uno dei due avrebbe dovuto fare il passivo, non era come con una ragazza in cui i ruoli sono dettati dalla natura.
Qui sarebbe stata una scelta, una decisione che uno dei due avrebbe dovuto prendere ...
Come poteva essere pronto per una cosa del genere?

Si obbligò a smettere di pensare se non voleva impazzire, perché una soluzione non ce l'aveva e non gli si sarebbe presentata continuando a tormentare il suo povere cervello.

Dopo essersi vestito mangiò qualcosa al volo, perché non riusciva a stare un minuto di più da solo con i suoi pensieri, e uscì di casa per dirigersi da Jeremia.
Aveva promesso di aiutarlo, forse lavorando si sarebbe distratto, anche se l'argomento di fondo dei suoi libri non era dei migliori, visto che trattavano sempre di sesso.
Infatti per tutto il pomeriggio non fece che ripensare a quello che era successo nel bagno del bar e a quello che gli avrebbe detto il giorno seguente.

Jeremia non poté non accorgersi del suo stato, Harry fu distratto e completamente assorto nei suoi pensieri per tutto il pomeriggio.

Alla fine decise di indagare
"Ragazzo cosa ti succede?"
Harry non si aspettava che l'uomo si rendesse conto del suo stato d'animo così cercò di dissimilare. "Niente di importante. Un esame mi fa un po' dannare."
Jeremia sorrise furbo "Di già? Ma se hai appena iniziato..."
Harry si sentì sgamato, ma cercò ugualmente di portare avanti la sua bugia. Sempre meglio che dover dire la verità "Lo sai che dovrei recuperare un anno. Non posso perdere tempo..."
"E da quando saresti diventato così diligente?"
Harry non rispose così proseguì "Ragazzo non considerarmi uno scemo. Ti conosco da quando eri piccolo. Capisco quando c'è qualcosa che ti preoccupa e sono sicuro non si tratti dello studio."

HArry sospirò conosceva troppo bene il suo tutore per non sapere che non avrebbe mollato finché non fosse riuscito a farlo parlare.
Così si arrese e decise di raccontargli in parte cosa lo affliggeva.
"Hai ragione scusa. Ho conosciuto una persona qualche giorno fa che mi attira terribilmente, però so che questa attrazione è sbagliata e non so cosa fare."
Jeremia lo guardò serio "E' sbagliata perché è già impegnata?"                                                                       Harry fece una strana smorfia "Anche"                                                                                                                                   

 "Lei prova lo stesso per te?"

Harry sorrise ricordando lo sguardo di Louis su di sé "Penso di sì ... ci siamo baciati e toccati."
Non aveva problemi a parlare di sesso con lui, lo aveva sempre fatto, era una persona di larghe vedute a cui piaceva molto seguire i proprio desideri.
Più di una volta era stato lui a presentargli delle ragazze.
"Allora perché ti preoccupi? E' lei che tradisce, non tu..."
Harry sospirò, fosse solo quello il problema ... non se ne era mai preoccupato e, ad essere sinceri, inizialmente con Eleanor non gliene era fregato niente ... era stato proprio un bello scherzo del destino.

Jeremia vedendo la sua espressione capì che c'era qualcosa di più, ma che non era ancora pronto a parlargliene "Non so cosa sia a preoccuparti tanto, ma se entrambi avete lo stesso desiderio dovreste cercare di passare del tempo insieme e capire se ne vale la pena."
Harry sorrise "Sì hai ragione. Grazie."
"Quando vorrai raccontarmi tutto, io sono qui"


Louis aveva passato il pomeriggio cercando di studiare, ma l'immagine di HArry non voleva abbandonare la sua mente nemmeno per un attimo.
Si diede dell'idiota, sembrava un gatto in calore.
Non vedeva l'ora di rivederlo, di assaggiare le sue labbra, di toccarlo, di farsi toccare, di farlo completamente suo.
Non aveva mai sentito un desiderio così forte e la cosa assurda era che lo provava per un ragazzo.
Prima di incontrare Harry, se qualcuno glielo avesse predetto lo avrebbe preso per matto e gli avrebbe riso in faccia.
Cosa aveva di così speciale quel ciclone riccio?

Il suono del campanello lo ridestò dai suoi pensieri.
Quando vide al videocitofono la sua ragazza sbuffò, non aveva nessuna voglia di vederla, ma poi una idea malsana gli fece cambiare idea, voleva chiederle di Harry e godersi le sue reazioni.
Aprì la porta e ritornò seduto alla scrivania, meglio però farle capire che non aveva tempo da perdere.

Quando Eleanor entrò nell'appartamento sentì il suono della voce di Sasuke provenire dall'altra stanza "Sono nello studio"
La ragazzo lo raggiunse e quando lo vide concentrato sui libri sentì di aver commesso un errore.

Era corsa da lui senza pensare dopo il suo fallimentare appuntamento con Harry. Anche se non era stato proprio un appuntamento, lei aveva sperato in un esito migliore.
All'inizio era andato tutto bene, si era divertita e anche le sue amiche avevano apprezzato molto la compagnia del ragazzo, poi però era scomparso senza dire niente.
Ne aveva parlato con Taylor e Hanon e, anche se avevano opinioni discordanti, alla fine avevano concluso che non si abbandona in quel modo una ragazza di cui sei interessato, evidentemente non lo era abbastanza.

Taylor pensava anche che fosse un grande stronzo, mentre Hanon sosteneva che prima bisognava sentire le sue motivazioni.
Eleanor si era sentita talmente giù da avvertire il bisogno impellente di ricordare a se stessa che lui non era nessuno, perché lei aveva già un ragazzo meraviglioso.

Adesso però se ne pentiva, aveva paura che Louia si arrabbiasse per quella intrusione immotivata.

Così cercò di correre ai ripari "Scusa Louis non volevo disturbarti. Me ne vado subito, sono solo passata per farti un saluto."
Louis si alzò dalla sedia e la guardò con un'espressione indecifrabile "Non preoccuparti faccio una piccola pausa. Vieni andiamo di là"
Condusse Eleanor sul divano e andò a prendere qualcosa di fresco da bere. Tè verde per lei e birra per lui.
Louis si sedette sulla poltrona di fronte e decise di giocare un po' con lei "Allora cosa hai fatto oggi?"

Eleanor si mosse nervosa, quella domanda non se l'aspettava, Louis non le chiedeva mai niente, cercò di sembrare normale "Sono andata a bere qualcosa con Taylor e Hanon."
Louis non cambiò espressione, ma se pensava di passarla liscia così si sbagliava, le chiese ancora
"Al bar vicino medicina? Hai visto qualcun'altro?"
Eleanor aveva pensato di fermarsi lì, di non dirgli niente del loro incontro con Harry, però le venne un dubbio: e se qualcuno dei loro amici li avesse visti?
E se Louis ne fosse già a conoscenza? Una sua bugia sarebbe stata vista come un tradimento, meglio essere in parte sinceri e sminuire l'importanza dell'incontro.
"Mentre eravamo già lì, è arrivato Harry che si è seduto al nostro tavolo. Ti ricordi di lui?"

Louis pensò solo: come potrei mai dimenticarmi?
La voce di Eleanor  era un po' incerta, come se volesse nascondere qualcosa. Evidentemente era ancora attratta da lui.
Louis si sentì invaso dalla voglia si raccontarle tutto, di dirle che mentre lei era al tavolo ad aspettarlo e magari a fantasticare su di lui, loro si stavano masturbando a vicenda nel bagno.
Era un sentimento sadico che non riusciva a identificare, era voglia di rivendicarlo come suo, di segnare il territorio.
"Quel ragazzo riccio che ti aveva tanto colpito"
Eleanor si sentì arrossire e cercò di difendersi "È simpatico, l'hai detto anche tu."
Louis fece una strana espressione "Non ricordo di averlo mai detto. Però cercherò di conoscerlo meglio visto che è un tuo amico."

Una piega imprevistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora