Capitolo 4- Di Nuovo un Nuovo amico.

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Questa volta non esitò assulutamente a leggere la lettera, e dopo averla dispiegata velocemente gli occhi cominciarono a correre sulle parole simili al galoppo di un cavallo:

"Caro Romeo,
finalmente dopo tanto tempo ho trovato il coraggio di scriverti nuovamente, la morte di Giulietta mi ha sconvolto a tal punto di non trovare più parole.
La chiesa era gremita di gente di ogni grado sociale e casata, persino qualcuno dei Montecchi era presente, ma tra quelli non c'eri tu.
Perché Romeo?
Conoscendoti avresti fatto qualsiasi cosa per rivederla, invece non riesco a comprendere cosa ti stia accadendo o dove tu sia, questa é la seconda lettera che ti invio alla Casata di tuo zio a Mantova; ma di nessuna ho ricevuto ancora risposta.
Rispondimi Romeo, ci manchi.
Mercuzio"

Appena ebbe finito di leggere le venne un groppo in gola che non la faceva respirare, la testa le cominció a girare, non credeva che Romeo non si fosse fatto più vedere e che non avesse neanche provato a rintracciarla.

Ma Giulietta non voleva pensare male del suo amore, forse gli era accaduto qualcosa di grave, forse mentre provava ad entrare a Verona le guardie del Principe lo hanno sorpreso alle mura e lo hanno ucciso.

Lì la situazione peggiorò e cadde a terra stremata.

"Elena?Elena? Rispondimi, Elena?" Giulietta sentì una voce lontana chiamarla, "Giulietta! Giulietta!" questa volta la voce era più vicina,ma la ragazza non riusciva ad aprire gli occhi, vedeva tutto nero, non riusciva a muovere nessuno arto, nessun muscolo.

Improvvisamente apparve una luce, bellissima, luminosa, fantastica e così attraente che le venne voglia di andarle in contro.

Ma d'un tratto gli occhi si aprirono rivelando le sue iridi castane che avevano perso luminosità, si era destata da quell'improvviso sonno.

La prima immagine che vide al suo risveglio fu una bellissima distesa verde, era sicuramente il giardino, proprio lì dove era svenuta; appena spostò lo sguardo il suo cuore accelerò i battiti e il fiato arrivava a fatica ai polmoni, tutto il corpo pulsava con i battiti cardiaci.

Cosa ci faceva Mercuzio in quel giardino? Nessun Della Scala era più entrato in quel luogo dopo la morte di Letizia, la moglie del Principe, e allora cosa ci faceva lì?
Ma soprattutto perché l'aveva chiamata Giulietta? Forse le aveva creduto in parte quando gli rivelò la sua identità, forse c'era una speranza di ricominciare! Di acquisire nuovamente qualcosa della sua vita precedente.

"Giulietta" sorrise "dunque, sei veramente tu?" domandò tenendo tra le sue braccia il busto della ragazza ancora a terra.

La ragazza gli sorrise e annuì soltanto, per la prima volta sul suo viso compariva dopo tanto tempo un sorriso vero, spontaneo, pieno di gioia.

Poi d'un tratto Mercuzio la colse di sorpresa abbranciandola, stringendola più forte che poteva al suo petto, quello fu il primo gesto di affetto nella sua nuova vita, per questo non esitò assolutamente a ricambiare.

"Sono contento di averti ritrovato." disse affondando il suo viso nel collo di Giulietta coperto dai lunghi capelli neri, lei sorrise lasciando che una lacrima le rigasse il viso.

Ora che aveva ritrovato un amico doveva ritrovare anche il suo amore e istintivanente si ricordò dello specchio all'abbazia, doveva scoprire la sua funzione.

E se poteva leggere il futuro? O meglio ancora vedere le persone nel presente?

Sentiva che con quell'oggetto magico avrebbe ritovato Romeo.

Ne parlò a Mercuzio, che ovviamente cercò di impedirle di tornare in quella stanza ma lei non volle ascoltarlo.

"Tu hai l'accesso alla biblioteca, trova un libro che parli di magia sicuramente troveremo anche quello che sa fare lo specchio!" Affermó eccitata, "Giulietta, non mi sembra ancora una buona idea." sospirò "Può essere pericoloso.", "Finché non troviamo il libro non possiamo saperlo e poi, cosa ho da perdere?". Mercuzio la guardò a lungo preoccupato, ma infine si rassegnò e fece ciò che gli aveva ordinato Giulietta.

Quando poggiò il libro sulla scrivania si alzó una nubbe di polvere che li fece tossire, Giulietta rimase estasiata: era un grosso libro ricoperto da cuoio con bassorilievi di figure astratte somiglianti a rami con foglie, ed al centro della copertina c'era quel simbolo presente anche sullo specchio,una stella circonscritta in cerchio.

Prese subito a sfogliare con foga, non dava neanche il tempo agli occhi di leggere più di una parola fino a quando un immagine catturò il suo sguardo, un disegno così bello e dettagliato che si faceva fatica a credere che esistesse una mano così ferma e precisa capace di fare ciò, sfiorò la figura con gli occhi illuminati che sembravano quelli di una bambina, a quell'immagine Mercuzio sorrise soddisfatto, era contento di aver reso felice Giulietta anche se temeva ciò che sarebbe accaduto dopo.

"Allora cosa c'é scritto? Cosa fa il nostro specchio?" chiese accomodandosi sulla poltrona davanti alla scrivania in mondo da guardarla dritta in viso, Giulietta cominciò a leggere velocemente come se non ci fosse tempo per leggere attentamente, ma poi qualcosa fermò gli occhi che si muovevano rapidi sulle parole.

"Niente." disse la ragazza con un' espressione tra il triste e l'incredulo, "Come é possibile che non dica la funzione? Racconta qualsiasi particolare ma non quello più importante." continuò guardando il libro con la solita espressione, "Ed ora?" domandò il ragazzo, "Se non c'é scritto lo scoprirò da sola." affermò chiudendo il libro con un tonfo e uscendo dalla stanza lasciando Mercuzio sorpreso dal gesto della ragazza che richiamava in vano.

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