Capitolo 3- Lo specchio.

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"Ciao" disse l'uomo fuori alla porta, Giulietta l'aprì poco solo per poterne sentire la voce, quella voce che riconobbe subito.

"Signore cosa ci fate qui?" chiese allarmata e imbarazzata, "Oh, non ti preoccupare Elena, sono venuto a restituirti, qualcosa che penso ti appartenga."

Cominciò ad estrarre dalla tasca qualcosa che somigliava molto ad una collana, appena Giulietta riconobbe il cristallo rosso istintivamente si porto la mano al petto per constatare che effettivamente la sua collana non c'era più.

Appena gliela porse la ragazza strappo dalle mani di Mercuzio la collana, "Come facevate a sapere che era la mia?" chiese preoccupata che le potesse fare domande sulla provenienza, era l'unica cosa che le rimaneva della sua vita precedente, il cristallo rosso che le regalarono per il suo quattordicesimo compleanno, ogni donna Capuleti ne possedeva uno; veniva consegnato quando una ragazzina raggiungeva la giusta età per ottenerlo, solitamente quando era prossima al matrimonio o quando era già sposata.

Immediatamente se lo rimise intorno al collo e lo sfiorò.

"Elena,solamente tu sei entrata nella mia stanza oltre a me oggi... e almeno che non appartenesse ad una delle mie donne che mi fanno visita ogni tanto, ho pensato che poteva essere tua." disse con la sua classica espressione da simpaticone e Giulietta non riuscì a trattenere una leggera risatina.

Quando rialzó lo sguardo si accorse che Mercuzio la fissava con una strana espressione, tra il confuso e il sorpreso.

"Somigli sorprendentemente a qualcuno che ho già conosciuto: la tua risata e i tuoi occhi mi ricordano già una donna."
"Signore, con tutto il rispetto, ma voi ne frequentate molte di donne chissà a quale delle tante vi state riferendo."

Giulietta stava lottando con tutta se stessa per non far saltare la sua copertura, per tre mesi circa ci era riuscita tranquillamente ed ora Mercuzio stava cercando di rovinare tutto incosapevolmente.

Poi un flash passo alla mente della ragazza: "Potrei raccontare tutto a Mercuzio, in fondo é ottimo amico di Romeo, forse mi potrà aiutare, forse in questo modo avrò qualcuno con cui parlare,e forse mi porterà da Romeo!"

Ma subito ci ripensò non le sembró più un'ottima idea.

"Ecco chi mi ricordi!" esclamò il giovane mentre Giulietta ebbe un colpo al cuore, che avesse capito tutto?

"Somigli molto alla buon anima di mia zia, avete il suo stesso sguardo..." disse cambiando d'umore, "Da dove vieni Elena?"

"Ve l'ho già detto signore, da Bologna."
"No Elena, é impossibile. Dove hai preso il rubino?"

Giulietta che aveva tirato un sospiro di sollievo andò nuovamente in ansia e rielaborò la sua scelta, era giunto il momento.

"Mercuzio, credo sia venuto il momento di rivelarmi a te.", il ragazzo non riusciva a capire e la guardava perplesso in cerca di una spiegazione.

"Mi somigli a qualcuno per il semplice fatto che mi hai conosciuto..." prese un grosso respiro prima di continuare "mi hai conosciuto al fianco di Romeo, sono Giulietta."

La guardava con gli occhi sbarrati e si capiva palesemente che non le stava credendo, era rimasto senza parole provava a pronunciare qualcosa come 'no' ma non ci riusciva.

"Tu sei pazza."
"Mercuzio, credimi, dico la verità!"
"Tu sei pazza" ripetette accompagnando le parole con una risatina isterica.

"Posso provarti che dico il vero!" insistette e in quel momento il ragazzo ripensò alla collana che le aveva restituito,ma se ne andò perplesso lasciando la ragazza sulla porta stretta in uno scialle con le lacrime che involontariamente le stavano rigando il viso.

Il giorno seguente Giulietta dovette tornare da Frate Lorenzo per riscurire i capelli ma al suo arrivo non trovò nessuno: girò per la stanza chiamando il suo nome, ma del Frate nessuna traccia.

Andò nella piccola stanza dove creava i suoi miscugli, liquori e pozioni, il Frate le ripeteva di non entrare senza di lui e se mai sarebbe capitato le raccomandò di non toccare niente all'interno di essa.

Giulietta si guardò intorno e davanti al tavolo pieno di boccette e fiale piene di liquidi colorati notò uno specchio, era uno specchio che rifletteva la sua intera figura e non poté fare a meno di ammirare la sua diversità, neanche lei si riconosceva, e allora come pretendeva che Mercuzio le credesse?

Sulla cornice di legno c'era un incisione, una scritta in latino forse, non riusciva a capirla.

Allungò una mano verso il riflesso e appena poggiò le dita sullo specchio sentì una scarica elettrica ed istintivamente tirò in dietro la mano, ma non resistette e tese nuovamente la mano allo specchio e dopo la scarica elettrica vide le dita entrare all'interno del vetro, si spaventò, ma affascinata continuò ad inserire lentamente l'intera mano.

In quel momento entrò Frate Lorenzo con un mazzo di fiori di lavanda tra le mani ma che non appena vide Giulietta gli caddero a terra, la ragazza tolse la mano e la guardò spaventa realizzando ciò che era accaduto.

"Giulietta, quante volte ti ho detto di non toccare niente:quello specchio é pericoloso!" la rimproverò avvicinandosi, "Scusami, ma precisamente cosa fa?"
"Certe cose é meglio non saperle." affermò severo piegandosi a raccogliere i fiori caduti precedentemente e la ragazza accorse ad aiutarlo.

"Piuttosto, cosa ci fai qui?" chiese con tono leggermente più dolce, "Sono ventuta a scurirli." disse indicando i capelli, "In che guaio ti sei cacciata Giulietta..." sospirò prendendo il mortaio e gli ingredienti necessari per creare la tintura.

Mentre Frate Lorenzo era concentrato al suo banco di lavoro sporco di residui di erbe e di polveri colorate, la ragazza lanciò uno sguardo allo specchio curiosa di scoprire i segreti che celava.

Tornata in casata andò nel giardino abbandonato,e come era solita fare stava andando ad accomodarsi sotto il gazebbo, ma mentre saliva i gradini che portavano ad esso le si parò qualcosa sotto i piedi, era un foglio di carta ripiegato, quando lo raccolse il sorriso nacque spontaneo sul suo viso tanto era lo stupore:la lettera di Mercuzio, finalmente l'aveva ritrovata.

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