Antonio

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Userò nomi fittizi e luoghi di comodo per raccontare le mie storie.
Oggi voglio parlarvi di Antonio, un ragazzo del sud Italia che ho conosciuto su chatroulette. Ma facciamo un passo indietro.
Chatroulette, chatrandom e compagnia sono, per chi non lo sapesse, delle piattaforme sociali basate sullo scambio reciproco diretto della propria (o presunta tale) immagine in streaming. Armata di una buona webcam, indubbiamente a me utile anche per arrotondare con show privati - ma questa è un'altra storia -, mi faccio bella prima di perdermi in balìa del caso, random appunto.
Attivo i permessi audio e video al sito, per permettergli di connettersi e attingere dai dati multimediali in diretta, catturati dalla mia webcam.
Premo su "start" e inizia il gioco. Si, esatto: per me è tutto un gioco. La vita intera lo è. Nulla andrebbe preso troppo sul serio: si rischia di rimanervi impigliati.
Una serie di volti, cuscini, lenzuola, sigarette, divani, cuffie e peni, soprattutto peni, cominciano a riempire il riquadro in alto a sinistra del mio schermo. Sulla destra lo spazio adibito alla chat, dal canto suo, prende a riempirsi di "ciao", "ehilà", "wow", "aspetta non nextare", "fake", "video, sei fake", "ei bela", "ello", "hi, dear", "macciaooo", "sei vera?", "vera o fake?", "succhiamelo", "spogliati", "tette dai", "la fica", "alzati in piedi"...

Pochi, anzi pochissimi, riescono ad avere la mia attenzione (e il mio streaming) per più di qualche istante, giusto utile a scrivere una delle espressioni di cui sopra, o incollare con un rapido CTRL+V il loro messaggio a mo' di spam.

Nella vita reale circuisco un uomo, o una donna, senza troppi fronzoli, anche se mantenendo sempre un certo decoroso distacco che non mi fa perdere in femminilità.
In chat sono diversa. Adoro stuzzicare e poi premere sul pulsante next.
Adoro fare questo, come è vero che, nel caso in cui a guardarmi sia una ragazza o un uomo di discreta bellezza, regalo molto di più al mio interlocutore.
Non credevo, comunque, che addirittura un giorno ci avrei potuto conoscere persino uno che mi sarei poi portata fra le gambe.

Antonio fu il caso raro.
Moro, alto, atletico e dalla carnagione olivastra. Capelli ricci e lunghi, occhi intensi. Quando lo vidi premetti per errore su next, ormai ci avevo preso la mano: ero andata in automatico.
Ri-premetti più volte sul tasto, con una certa foga da curiosità, lo ammetto, e lo feci fino a ritrovarlo fra gli utenti online al momento in quella room.
I capelli, racchiusi in una coda, mi fecero impazzire dal primo istante. Avrei voluto toccarli, perdermici.
Antonio si ritrovò a chattare con una perfetta sconosciuta, ma vera almeno quanto lui, in un mondo finto come le lampade e il silicone digitale.

"Ciao"
"A te"

Next, per errore...

[continua]

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