innumerevoli domande senza risposta
gironzolavano nella mia testa.più quel pensiero fisso che non aveva
intenzione di lasciarmi pace.lui.
la voglia di rivederlo che cresceva di minuto in minuto.
come se senza vederlo non potessi vivere, come fosse piú prezioso dell'ossigeno.
la bacchetta tra le mani ed uno strappo allo stomaco.
un sonoro crack che ruppe per un secondo il silenzio.
l'imponente edificio ospedaliero si ergeva ora dinanzi ai miei occhi.
una corsa a perdifiato ed uno scontro con una figura alta e dai capelli rossi, inconfondibile.
un abbraccio.
un forte odore di limone misto ad erba tagliata mi pervase le narici.
non mi feci troppe ed insulse domande, conoscevo alla perfezione quell'aroma particolare: era il profumo del mio migliore amico.
i miei singhiozzi rimbombarono per il lungo
corridoio.la grande famiglia dai capelli rossi
accorse non appena si resero conto del
mio arrivo.la confusione più totale fece in modo di
intontirmi maggiormente.ragionare lucidamente mi era impossibile.
un vorticare di parole senza senso mi
riempì la mente senza un vero motivo
apparente.avevo solo voglia di raggiungerlo, di vederlo.
“ c'è ancora una speranza. „
le parole della Signora Weasley mi colpirono
come un fulmine a ciel sereno.sentii le gambe cedermi come fossero di burro.
le lacrime sembrarono per un attimo arrestarsi mentre uno strano ed indistinto calore mi pervase il petto
mi gettai tra le braccia della donna che avevo di fronte che mi strinse forte, accarezzandomi i capelli.
~
era ormai subentrato febbraio, il freddo si faceva sentire.
duro e pungente.
la neve imbiancava il paesaggio.
i ragazzi correvvano lanciandosi
palle di neve.un ragazzo dai capelli biondo platino posto
in disparte, guardava la scena con disprezzo.uno scontro.
il suo sguardo cattivo, truce.
« vedi dove metti i piedi stupida e sporca mezzosangue. »
bastarono quelle poche parole per farmi
rompere dentro.mi voltai e corsi via.
il respiro affannato.
i passi pesanti.
il freddo pungente che mi perforava i lembi di pelle rimasti scoperti.
un corridoio isolato.
il fiato corto.
una ruvida parete di pietra vecchia e
consumata dal tempo.mi accasciai sul pavimento, col viso tra le gambe.
quelle parole erano spregevoli, non mi importava chi le avesse dette, avrebbero fatto lo stesso effetto se pronunciate da chiunque.
calde lacrime iniziarono a scorrermi sulle
guance.ci fu un abbraccio.
un profumo di fuochi d'artificio e stelle cadenti che mi inondò le narici.
quello strano profumo che avevo sentito
nell'Amortentia e che conoscevo a memoria.che mi mandava in confusione tutte le singole volte.
quello di Fred.
la sua mano si insinuò tra i miei capelli
iniziando ad accarezzarli.sorrisi sul suo petto, mentre il mio cuore faceva le capriole.
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destiny. » ғᴡ.
Fanfice se mai mi chiederanno quale sia stata, per me, la cosa più bella del mondo, io parlerò del tuo sorriso mentre mi guardavi. » ғʀᴇᴅ ᴡᴇᴀsʟᴇʏ.