La casa sulla collina

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Guardo fuori dal finestrino e vedo la strada scorrere al di fuori di esso. Non so nemmeno come mi abbiano convinto a fare questa cosa, un attimo prima stavo leggendo e ora sono seduto nel sedile posteriore della macchina del mio migliore amico insieme ad altre due persone e, a sentire lui, stiamo andando a fare qualcosa di assolutamente illegale ma divertente. Non ci vuole molto ad arrivare a quella che sembra una strada privata parecchio malconcia che si arrampica con i suoi tornanti su per una collina, alla fine della quale c'è una casa.

In pochi minuti arriviamo in cima e, appena scendo dall'auto, noto con stupore ciò che ho davanti e in un lampo capisco cosa vogliono fare quei pazzi. La casa era in condizioni pessime, le finestre non c'erano più ed erano state sostituite con delle assi di legno chiuse ermeticamente, la vernice era stata quasi totalmente erosa dal tempo lasciando il mattone in vista, e infine la porta, di un legno particolarmente robusto e di un colore marrone scuro, era stata sigillata con due pesanti catene con altrettanti lucchetti.

Mi giro e dietro di me noto il mio migliore amico aprire il bagagliaio e estrarre un paio di grosse tronchesi e quattro torce, quest' ultime le distribuisce tra i presenti, me incluso. Poi si dirige con passo deciso verso la porta, afferra con forza le tronchesi e con uno scatto rapido fa saltare le due catene, che cadono a terra con un rumore frastornante. Finito il processo si dirige verso la macchina con un sorriso, posa l'attrezzo e si gira sfregandosi le mani.

Spinge la porta e accende la torcia illuminando l'interno della magione. Io decido di entrare per ultimo, un passo dopo l'altro e lo spettacolo che mi si para davanti agli occhi è agghiacciante: a terra vedo parecchie siringe ancora sporche di sangue, segno che quello è un ottimo luogo per chi vuole farsi una dose in tranquillità, ancora qualche passo e noto con orrore il cadavere putrefatto di una capra e, affianco ad esso, un simbolo disegnato col suo stesso sangue, una stella a cinque punte.

In questo posto ci facevano i riti satanici Penso con orrore scavalcando quel povero animale squartato.

Mi dirigo verso quella che una volta era la cucina e lo spettacolo è a dir poco raccapricciante: scritte ovunque sui muri e sui pavimenti, macchie di sangue rappreso e altri cadaveri di animali, ma questa volta irriconoscibili.

Provo un moto di disgusto e mi appoggio al tavolo trattenendo un conato di vomito, ed è proprio in quel momento che sento un contatto sul dorso della mano, d'istinto la ritraggo con un urlo, la guardo e mi accorgo che era solo un misero insetto che si stava divertendo a camminarci sopra. Sorrido e con un rapido gesto faccio volare via l'intruso, faccio un bel respiro e, con la torcia in mano puntata davanti a me, mi giro dirigendomi verso il salone.

Il resto della nottata va avanti così, esploro tutte le stanze della casa e non trovo più nulla di interessante a parte i soliti segni della passata presenza e permanenza di quelli che sembrano satanisti o, in ogni caso, matti da legare.

Dopo un paio d'ore, o così sembra, mi avvio verso la porta di ingresso, finalmente è ora di andare a casa. Scendo le scale e davanti a me trovo il cadavere della capra che mi aveva accolto poco tempo prima, alzo lo sguardo e... La porta è chiusa !

"Com'è possibile ?!" Penso avvicinandomi. Punto la torcia contro di essa e noto una scritta: "dietro di te"

Mi giro titubante e quello che vedo mi raccapriccia: al muro trovo il mio migliore amico, o quel che ne rimane, appeso per un chiodo all'altezza del torace, trattengo un urlo, e faccio per girarmi e scappare il più lontano da qui.

Ma la scritta è cambiata: Non ancora

Sento uno schiocco e dal soffitto cadono i cadaveri degli altri due che erano in macchina con noi. Stavolta urlo e anche molto forte, inizio a piangere e a prendere a calci e pugni la porta che, dopo parecchi colpi, cede abbattendosi al suolo.

Esco all'aria aperta, davanti a me vedo una decina di volanti della polizia con altrettanti poliziotti che mi puntano contro la loro arma.

"Getta il coltello" mi urla uno di loro col megafono

"Coltello ?!" Penso

Mi guardo la mano destra e noto una lama affilata luccicare alla luce della luna, è sporca di sangue fino a circa la metà. Cerco di lasciarla cadere, ma la mia mano non risponde, il mio braccio di conseguenza si avvicina al mio ventre, la punta della lama puntata verso di me.

"No! Non sono stato io!" Grido ripetutamente mentre che la lama, con estrema lentezza penetra dentro di me, il dolore è lancinante.

Urlo un ultima volta prima di accasciarmi al suolo. Una cappa oscura si abbatte su di me per poi lasciare spazio solo al buio più assoluto.

Apro gli occhi, sono in macchina, guardo fuori dal finestrino e vedo la strada scorrere al di fuori di esso. In un attimo mi ritorna in mente tutto ciò che, a quanto pare, ho sognato.

"Non credo sia una buona idea andare in quella casa" dico rivolto al mio migliore amico cercando di nascondere il terrore.

"Tranquillo" mi dice lui "Non andrà come pensi, questa volta ci siamo prevenuti" dice conficcandomi il coltello nel ventre.

Precisamente dove, prima dell'attuale squarcio, c'era una cicatrice.

CREEPYPASTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora