That guy.

136 3 2
                                    

Chapter 9.

Essere sensibili non vuol dire necessariamente essere deboli. Quando si è sensibili si sente ogni emozione amplificata, qualsiasi cosa attorno colpisce esageratamente al petto. E fa male. E sconvolge. Butta a terra, o rialza in un colpo. In qualsiasi caso, toglie persino l'equilibrio.

A Doncaster le cose funzionavano a modo proprio, l'unica legge era sempre stata che il più forte comandava sul più debole.
Il territorio era diviso in varie confraternite, ma tutte dovevano risponderne a una sola: Malik, nella quale ogni ragazzo cresciuto in quelle zone ambiva ad entrare.

Tuttavia non era sempre stato così. Quando Connor Malik era al comando, c'erano parecchie ribellioni. Alcuni dicevano che era troppo buono, altri che non badava a ciò che faceva perché era sempre drogato. Solo il suo gruppo sapeva davvero come stavano le cose.

Adesso, al solo nominare Zayn Malik, si taceva. La paura è un'arma potente, paralizza, fa piegare le persone.
La paura porta a gesti disperati.

Luke Hemmings camminava per quei vicoli abbandonati dal mondo, nascondendosi tra i cassonetti per non essere trovato. Era sicuro che lo stessero cercando, ma non voleva farsi trovare, non adesso che aveva un sorrisetto sulle labbra e un ago infilato in vena.

Da qualche mese a questa parte l'unica parvenza di tranquillità risiedeva in quella polverina bianca, così piccola e sottile... il suo sballo preferito. Con le canne, ormai, non ci faceva più niente. Doveva staccare la spina, mettere a tacere le pulsazioni della testa e lasciarsi andare.
Almeno nel giorno del suo ventesimo compleanno.

I giorni, ormai, si susseguivano e lui non faceva assolutamente nulla. Era come se, nello stesso istante che aveva scoperto cosa provava, tutto si fosse fermato. La sua vita intera era finita.

Sarebbe tanto voluto tornare indietro, fino a quegli anni in cui c'era ancora il vecchio capo, il suo unico migliore amico, quello che lo capiva sempre. Certo, se non si fosse scopato Louis, sarebbe stato meglio, ma restava comunque la sua ancora di salvezza.

Ashton era diventato importante per lui subito dopo la morte del boss precedente. Allora il dolore riusciva a sentirlo tutto, non ricorreva a delle merde così pesanti, al massimo qualche sigaretta, ma il suo amico bastava.

Ora però, seppure gli altri non se ne rendessero conto, sapeva benissimo cosa non andasse: lui stesso era il problema, e non poteva essere risolto fino alla sua morte.

A volte ci aveva persino provato, ma gli era bastato ritrovare quegli occhi azzurri, quel freddo glaciale, per scaldargli il cuore. Preferiva sopravvivere piuttosto che non vederli mai più.

Immerso nei suoi pensieri, che quel giorno proprio non volevano stare in silenzio neanche un attimo, si era fermato nel suo nascondiglio, quello che usava quando il patrigno lo cercava per riempirlo di botte e sfogarsi. Non era mai stata una persona forte, tanto meno da bambino. Se il padre non trovava lui, si sfogava su sua sorella, cosa che accadeva spesso prima della morte della ragazzina.

Era bellissima, la sua principessa. Aveva quegli occhioni scuri e delle labbra davvero sottili. La sua voce lo calmava e gli dava speranza, tutta quella che si era sgretolata, un po' alla volta, da quando aveva visto dei lunghi capelli rossi avvolgere il viso di un corpicino ormai freddo e privo di qualsiasi allegria.

Quella notte stessa, consapevole di essere stato lui l'unico assassino, aveva ucciso suo padre nel sonno e se ne era andato, lasciando sua madre senza soldi, né lavoro. Ogni tanto gli capitava di osservarla piangere per lui, attraverso la finestra della catapecchia nella quale viveva un tempo.

Non aveva avuto il coraggio di ritornarci. Come poteva farlo? Come poteva guardarla negli occhi e dirle che era stato lui a farle perdere tutto?
Quale razza di figlio fa una cosa simile?

"Hey, Lu!" si sentì chiamare in lontananza e questo bastò a fargli aprire gli occhi.

Si era seduto sul prato e appoggiato con la schiena al muretto, mentre aveva le gambe piegate e leggermente aperte, in attesa che la droga facesse effetto.

"Ash, che ci fai qui? Non sei di turno oggi?" chiese poi, cercando di seguire l'amico con lo sguardo.

"Siamo." lo corresse l'altro, che era arrivato di fronte a lui e lo osservava curioso. "Ma siccome non eri in casa... sono venuto a cercarti. Andiamo, forza." lo incitò, tirandolo per un braccio.

Luke fece un verso di disappunto e scosse la testa. Voleva portarlo via proprio adesso che il terreno aveva preso a girare e che un barlume di felicità gli invadeva il corpo?

"Dio, Lu, lo hai fatto ancora?" chiese Ashton in tono disperato e triste, notando il buco sul braccio. Non gli sfuggiva proprio nulla!

"Che cazzo te ne frega. Tanto finirò io in mezzo a una strada, non tu." chiuse gli occhi l'amico, ridendo.

"E dove te ne andrai, una volta che ti avranno cacciato? Sono tuo amico, è mio dovere aiutarti!" alzò un po' il tono in risposta.

"Perché, c'è differenza tra noi e la strada? O tra l'essere cacciato fuori ed essere disprezzato dentro?"

"Luke, sai bene che non è così. Siamo tutti preoccupati per te. Louis è preoccupato."

"A Louis non fotte niente di nessuno."
e detto questo, dopo che una lacrima gli aveva solcato il viso, si alzò e si incamminò barcollando per la distesa di verde che lo portava lontano da casa sua.

Ashton, determinato, lo seguì e lo bloccò, mettendosi davanti a lui.
"Luke." lo chiamò, ma quest'ultimo non sembrava deciso a guardarlo.
"Luke, guardami." gli chiese nel tono più gentile che conoscesse.

Luke si voltò, gli occhi pieni di lacrime che minacciavano di uscire. Nemmeno la droga lo aveva aiutato quella sera. Si cacciò le mani in tasca e si limitò a tirare su con il naso.

"Se non reagisci, quello che ti porti dentro ti consumerà. Devi darmi ascolto." lo supplicò, mettendogli entrambe le mani sopra le spalle.
"Io voglio aiutarti. Insieme risolveremo tutto, ma per favore... non tenermi fuori."

Luke gli sorrise, un sorriso sincero, uno di quei tanti che era solito fare da ragazzino.

"Ecco, potresti addirittura tornare così." sorrise Irwin a sua volta.

Entrambi erano stati catapultati nel passato con quella frase. Nonostante avessero avuto un'infanzia discutibile, erano entrati nell'organizzazione quando erano ancora troppo piccoli per rendersi conto dei problemi reali.

Riuscivano a trovare il gioco in qualsiasi situazione, persino quando le cose diventavano scomode ed erano costretti a correre per tutta Doncaster e oltre. Ogni sera riuscivano a ridere di ciò che era successo nel corso della giornata, non importava quanto si erano fatti male, erano loro a dare colore al gruppo. Si sedevano a tavola e non riuscivano a stare in silenzio un attimo, divoravano tutto e raccontavano cosa fosse successo nel corso della giornata. E, ovviamente, non perdevano occasione per fare i complimenti a Liam, nonostante prima non fosse così bravo in cucina.

Poi in un quarto d'ora era cambiato tutto. In quel maledetto quarto d'ora nel quale i ribelli avevano avuto la meglio, Connor era morto e Ashton si era quasi suicidato tagliandosi i polsi. Un quarto d'ora e tutto era sfuggito al controllo.

Probabilmente nessuno aveva avuto il tempo necessario per piangere quella morte, tutti impegnati com'erano nel portare il ragazzo in ospedale. Erano corsi tutti e quaranta i ragazzi del clan, eccetto l'unica persona che Irwin avrebbe voluto al suo fianco: Hemmings.

Lui si era limitato a crollare nel letto di Louis, raggomitolandosi e piangendosi addosso, finché Tomlinson non era arrivato, aveva messo da parte tutto il suo dolore, ancora una volta, e si era accoccolato dietro di lui, stringendolo forte e dandogli tutto il calore che gli era stato strappato via.

"Ash sta bene, tranquillo. Si risolverà anche questa, vedrai." gli aveva sussurrato, accarezzandogli i capelli, e Luke era scivolato in un sonno pieno di urla e rassicurazioni.

"Non esiste più quel ragazzo, Ash. È morto con lui." disse a un certo punto, riconoscendo quello sguardo malinconico negli occhi del ragazzo di fronte a sé, prima di abbracciarlo e stringerlo forte.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 01, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Don't forget to love me.  || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora