Let's go!

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Chapter 3.

Dopo aver notato quella valigia sotto al letto di uno dei suoi migliori amici, Liam si era costretto ad infilarsi sotto le coperte, ma di dormire non se ne parlava.

Non capiva le intenzioni di Louis, ma soprattutto perché non gliene avesse parlato. Ultimamente l'aveva visto strano, ma non avrebbe mai pensato ad una partenza.

Iniziava a pentirsi di non avergli chiesto prima cosa stesse succedendo. Non aveva voluto infastidirlo, aveva già i suoi problemi e quelli del gruppo a cui badare, non gli era sembrato il caso di aggiungersi con i suoi "so che hai qualcosa", "dobbiamo parlare" o "ti vedo giu" e cose simili.

Che poi, detto sinceramente, Louis non era un tipo facile da far parlare. Preferiva tenersi tutto dentro, rialzarsi e cercare soluzioni da solo, piuttosto che dipendere totalmente da una persona, anche se con lui e Zayn - i suoi migliori amici - a volte si lasciava andare.

Per tutta la notte era stato assalito dall'ansia. Gli sarebbe dispiaciuto se se ne fosse andato, soprattutto perché sapeva bene che, per lasciarli, Louis non era felice.

Non c'erano altri motivi per i quali avrebbe preferito lasciarli. Loro erano la sua famiglia, glielo si leggeva negli occhi, per loro avrebbe ucciso.

E poi, ovviamente, l'avevano assalito le solite domande su cosa avesse sbagliato o perché quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio e lo sguardo duro avesse deciso di abbandonare tutto così.

Tuttavia, all'alba, aveva ipotizzato che quella valigia potesse essere lì per tanti altri motivi - un trasloco, lo scarto dei vecchi vestiti, il cambio di posizione di questa - e che avrebbe chiesto spiegazioni nelle ore seguenti al diretto interessato... dopo una bella dormita.

Così, continuando a pensare a uno dei motivi per il quale ci fosse stata quella valigia, proprio lì, Morfeo lo trascinò in balia dei soliti incubi.

Era una delle cose che li accomunava. A loro, gente di strada, abbandonata a pagare colpe che inizialmente non aveva, non era concesso sognare così spesso.

Avevano capito che non esistevano sogni per quelli come loro. Esisteva solo cercare di sopravvivere un fottuto giorno in più.

Peccato che, quando si svegliò, Louis non era più lì.

Afferrò dei vestiti dall'armadio e si fiondò in bagno, il più veloce possibile. Una volta finito lì, corse le scale, saltando gli ultimi gradini, appoggiandosi con un braccio al corrimano.

Non diede peso alle solite prese in giro dei suoi amici. Era un fissato per l'igiene e ci teneva a sistemarsi, anche se non doveva andare chissà dove. Si, ma che male c'era? E poi una ventata di profumo in quella casa non avrebbe certo fatto male.

"Ragazzi? Avete visto Lou?" chiese il ragazzo alto, dagli occhi a mandorla e una voce rassicurante.

"È uscito con Zayn qualche ora fa, perché?" gli rispose Ash, impegnato a mescolare non-si-sa-cosa con troppa energia.

Liam sbuffò rassegnato. Avrebbe dovuto aspettare.

"Non so che fare, Zayn" fece spallucce il più basso.

"Non sai che fare e hai già fatto le valigie?" rise in risposta Zayn, le mani infilate nelle tasche dei suoi skinny neri, il corpo avvolto da un maglione grigio e il vento a sferzargli il viso.

Da quelle strade di Doncaster ci si poteva aspettare di tutto, tranne che facesse caldo in autunno.

I due ragazzi si incamminavano verso la radura distante qualche chilometro da casa. Era lì che si riunivano, insieme a Liam, per parlare.

Don't forget to love me.  || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora