Tempo libero e rivelazioni

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Erano passate due ore da quando mi ero svegliata.
Avevo deciso di fare i compiti o di rilassarmi in camera mia, non volevo fare le solite faccende di casa. Per far credere ai miei che stessi dormendo, avevo chiuso la porta e mi ero messa a fare le cose più silenziose, come studiare, leggere o disegnare.
Stavo appunto cercando l'ispirazione per disegnare, quando ebbi una sorta di visione. Raffigurava un posto molto strano, una specie di pozzo vecchio e tetro senza un fondo ben visibile. Io ero sul punto di caderci dentro, l'unica cosa che mi reggeva era una corda... La corda, a sua volta, era tenuta da una figura poco chiara che feci fatica a distinguere. Sembrava l'immagine di un angelo, con le ali e il corpo tutto nero. Vidi quell'immagine per così poco tempo che la ricordai per pochi secondi. Nel momento in cui ancora mi era impressa nella mente, afferrai di fretta la matita e disegnai sul foglio bianco ciò che avevo visto.
Disegnai.
Continuai a disegnare.
Cercavo di ricordare tutto nei minimi dettagli.
Il disegno si concluse.
Appoggiai la matita sulla scrivania e osservai il risultato finale.
Poi un brivido mi percorse tutto il corpo.
Nel disegno, sembrava che la morte mi stesse salvando la vita. Non ero sicura che fosse la morte, sembrava un angelo travestito da morte nera... Ma più o meno quella era l'immagine.
Come poteva la mia mente farmi disegnare queste cose strane, cupe e incomprensibili?
Lasciai perdere il disegno, non mi portava a conclusioni e non mi migliorava l'umore.
Allora presi il telefono, le cuffiette, e mi misi ad ascoltare della musica.
...SOYYY UN PERDEROR...
I'M A LOSER, BABY
SO WHY DON'T YOU KILL ME?
Ma possibile?!? Di tutte le canzoni che avevo sul telefono mi era partita proprio Loser!! Già mi sentivo inutile, figuriamoci con una canzone dove il cantante dice di essere un perdente!
La musica, dunque, non mi aiutava.
Provai altre cose ma con scarsi risultati... Ogni volta che mi veniva in mente qualcosa da fare la scartavo perché non serviva a rendermi soddisfatta.
Questa insoddisfazione della vita, ormai, mi capitava sempre... Ma, in quei momenti, non avevo voglia di fare veramente nulla. Questa volta, invece, era come se sapessi bene cosa mi avrebbe tirato su il morale ma ero troppo perplessa nell'ammetterlo. Ormai era chiaro; quello di cui avevo bisogno era stare con qualcuno. Avevo bisogno di compagnia, di conforto. In quel preciso istante, il mio lato da asociale sparì e mi venne una gran voglia di amicizia, condivisione o addirittura amore.
'Cosa cavolo ti sta succedendo, Ilenia?! Tu non hai amici e non ne hai mai avuto bisogno! Perché adesso vuoi avere un gruppo di ragazzi e ragazze con cui stare, una migliore amica o un fidanzato??' Questo mi dissi a me stessa, e avevo ragione.
Mi sentii tutt'a un tratto sola e abbandonata. Come avevo potuto vivere così fino ad allora?!
In tutta la mia vita, non avevo mai sentito la mancanza di nessuno, tranne forse quella di mia nonna quando era stata in ospedale per un anno a causa di un infarto. Era stato un brutto periodo, si, ma dopo l'avevo superato.
Adesso, invece, mi mancavano tutti improvvisamente. Ma per 'tutti' intendevo le persone che non ho mai conosciuto, gli amici e la famiglia che non ho mai avuto... Mi mancava quella persona sempre pronta a starti vicino, che per me non c'è mai stata.
Ragionai su questo per un po'.
Dopo qualche minuto... Scoppiai in lacrime.
Solo adesso la mia coscienza si ribellava a tutta questa sofferenza? Come era possibile?
Realizzai che avevo passato quattordici anni della mia vita a mentire a me stessa. Mi ero sempre detta bugie, mi ero illusa giorno dopo giorno.
Finalmente mi ero stancata di prendermi in giro ed ero letteralmente esplosa.
Dentro avevo rancori, tristezze, gelosie, tanta rabbia e tristezza. Tutto questo si stava concentrando in pochi secondi in un disperato pianto. A vederlo, sembrava il capriccio e l'insoddisfazione di una bambina, a viverlo, sembrava una vera e propria catastrofe. Dentro di me sentivo tempesta, lampi, tuoni... Se qualcuno mi avesse guardata non si sarebbe preoccupato.
Dopotutto, non dovevo farmi sentire e mi limitavo a singhiozzare e a lasciare che le lacrime mi solcassero il viso.
In realtà, avrei voluto urlare con tutto il mio fiato.
Capii che per tutti quegli anni mi ero incolpata da sola. Dicevo sempre che se ero sola ero perché IO ero asociale e perché IO non volevo stare in compagnia, ma non era vero.
Non era colpa mia se ero nata in una famiglia dove non ero considerata. Non era colpa mia se mai nessuno teneva veramente a me. E non era colpa mia se al mondo non esistevano persone pronte a consolarmi quando ero triste o ad aiutarmi quando ero in difficoltà.
Non capivo cosa esattamente mi aveva fatto dire a me stessa tutta la verità, ma almeno avrei smesso di mentirmi. Infatti, pensai che, ora che non dovevo nascondere più nulla, era meglio far capire anche agli atri che non ne potevo più di questa vita.
Smisi di piangere e riflettei per un attimo guardando il pavimento. Ero seduta in un angolo della stanza come in punizione.
"Da domani si cambia registro, Ilenia. Non puoi più vivere mentendo a te stessa e sottomettendoti agli altri"
Mi alzai e mi rimisi seduta sulla sedia con i gomiti sulla scrivania.
Dopo quello sfogo, ci sarebbe sicuramente stato un cambiamento. Positivo? Negativo? Chi lo sa.
C'era bisogno di cambiare un po' di cose e di mettere in ordine. Di sicuro non sarei diventata una sicura e piena di se da un giorno all'altro... Ma almeno, adesso, sapevo la verità per intero.
Come già avevo capito, non ero io ad essere sbagliata e, per cambiare del tutto il corso della mia vita, non sarebbe bastato cambiare il mio atteggiamento. Avevo bisogno di un sostegno.. Di qualcuno pronto ad aiutarmi.
Ragionai.
"Io non ho mai trovato qualcuno con cui stare e da cui ricevere aiuto"
...
Abbassai la testa e guardai il disegno fatto da poco, dove un angelo simile alla morte mi salvava la vita.
"... O forse sì..."

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